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Titolo: L'arrivo
Autore: Diotima Alton
Serie: Marion Zimmer Bradley's Darkover
Parti: 1
Status: Concluso
Note: il racconto faceva parte del gioco di letteratura interattiva The Elvas Project
Archivio: SLC
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L'arrivo

Diotima Alton


La mia storia ha inizio quando un Comyn decise di entrare nel letto di una locandiera di nome Erilinn, mia madre. E non si può dire a un Comyn "no, grazie!" soprattutto quando si tratta di un Alton! Sono nata in una notte illuminata dalla luce di tre delle nostre quattro lune, in un'umile capanna nei pressi del villaggio di mia madre e poi le fui portata via. Di lei non ho mai saputo più nulla. Un servo, fedele a mio padre, mi condusse nella sua casa e lì ho vissuto fino a undici anni, quando mio padre è venuto a vedere se avevo un laran che doveva essere risvegliato. Di quell'esperienza ricordo solo un acuto dolore alla testa e lampi blu nella mente e poi... il primo attacco del mal della soglia. Il primo di molti.
«Dopo di allora sono stata condotta nella casa degli Alton perché Dom Esteban (mi risulta difficile chiamarlo padre) aveva deciso di riconoscermi legalmente come sua figlia, come sua proprietà. Lì scoprii di avere due fratelli Lewis e Rafael, rispettivamente di cinque e tre anni più grandi di me, e ho trovato l'affetto di una madre. Caillean, la sposa di catenas di mio padre, mi ha accolto nella sua casa e nella sua vita con uno dei sorrisi che sovente le illuminano il volto, mi ha amato come fossi fatta della sua stessa carne e mi ha protetta come solo una madre sa fare. Esteban Alton dall'alto del suo cipiglio orgoglioso e fiero, non ha mai nascosto che il motivo della sua benevolenza nei miei confronti fosse quello di poter offrire ad un Comyn, anche di rango inferiore, una moglie dotata di laran ed è per questo motivo che non ha mai voluto che venissi addestrata in una Torre: lì non sarei servita molto al suo scopo. Quel poco che so sul mio donas l'ho appreso da Caillean che con dolcezza e competenza mi ha assistita durante gli attacchi del mal della soglia e che ha cercato di insegnarmi come schermare la mia mente e mi ha donato la matrice che porto appesa al collo. Riesco a controllare bene il mio laran, ma so che se mi sento minacciata o se sono in preda ad un attacco d'ira la mia mente scatena tutti i demoni dell'inferno di Zandru. Per questo sono qui. Per impedirmi di fare del male a qualcuno... come ho già fatto.
«Rafe, il mio caro fratello era lontano da casa quando mio padre mi disse che aveva intenzione di sposarmi a non so più quale Comyn... abbiamo discusso. Era la prima volta che mi rifiutavo di eseguire un suo ordine. La prima volta che qualcuno dicesse no a lui. Non ricordo molto di ciò che ho fatto, ma rammento benissimo che la mia pietra matrice scottava sul mio petto e che la mia voce continuava a gridare «Non puoi!». L'ho visto accasciarsi sul pavimento della grande sala, mentre il boccale che teneva in mano svuotava il suo contenuto sul morbido tappeto di lana. Lew è corso appena ha sentito le grida di Caillean e ha soccorso nostro padre. Poi la mia percezione della realtà si è modificata e mi sono trovata in mondo fatto di nebbia bianca e inconsistenza. E' lì che Caillean mi ha trovata.
«Ci sono voluti molti giorni prima che mi riprendessi e altrettanti perché lo facesse mio padre. Un potere non addestrato può uccidere e quando Dom Esteban ha provato sulla sua pelle questa grande verità, ha acconsentito a mandarmi in una Torre. Mio fratello Lew mi ha accompagnata qui, doveva andare a Thendara per sbrigare alcuni affari e ha detto a nostro padre che non sarebbe stata poi una grande deviazione. Suppongo che non vedesse l'ora di liberarsi di me. Dal giorno in cui ho quasi ucciso nostro padre mi guarda con un misto di rispetto e orrore e forse anche di invidia: non ha un laran molto dotato.
«Ecco, questa è la storia del mio arrivo a Elvas,» la ragazza con i capelli rossi e ricci smise di parlare, bevve un sorso di jaco dalla tazza che aveva tra le mani e sorrise alle Rinunciatarie che le sedevano di fronte. Erano due donne molto diverse, una giovane con gli occhi accesi di esuberanza e vivacità, l'altra anziana con il sorriso sornione di chi conosce la vita. Fu questa seconda a parlare dopo essersi schiarita la voce: «In effetti aveva una gran fretta di ripartire dopo averti affidata a me. E non ha fatto questioni di prezzo, nonostante il mio compito sia di poco conto. Domani ti condurrò alla Torre che è a pochi passi da questa Casa e il mio impegno con tuo fratello sarà estinto. E' la missione più facile che mi sia mai stata affidata.»
Le donne si sorrisero e Diotima abbassò il capo in segno di rispetto. Poi, inaspettatamente, fredde lacrime le rigarono il volto e si sentì in dovere di darne spiegazione alle sue interlocutrici:
«Sono libera, libera per la prima volta nella mia vita, libera di dire quello che voglio e di piangere senza la brutta sensazione di essere giudicata una debole se lo faccio. Quelle che vedete sono lacrime di gioia.»
«Non temere di piangere o di manifestare i tuoi sentimenti.» Fu la Rinunciataria più giovane a parlare, attese qualche secondo e poi riprese: «Ad Elvas ti aspetta una vita completamente diversa da quella che hai avuto fin'ora. Non ti dico che non dovrai lottare per ottenere quello che vuoi, non ti dico che tuo padre smetterà di reclamare il suo diritto di proprietà su di te, ma qui troverai degli amici e delle persone che non ti giudicheranno mai. Qui alla Guild House ne hai già trovata una. Io sono Jandria ed hai il mio rispetto e la mia ammirazione.»
Diotima le sorrise e tra le lacrime, che ora le scendevano per la commozione riuscì solo a sussurrare un debole «Grazie.»
La mattina seguente il sole rosso di Darkover illuminava il villaggio e la vita, dormiente nella notte umida, si stava risvegliando nella comunità. Diotima Alton accompagnata dalla Rinunciataria più anziana, uscì dalla Guild House diretta verso l'entrata della Torre. La giovane comynara seguiva la sua compagna a testa alta cercando di catturare ogni singolo istante, di respirare ogni cellula di ossigeno, assaporando tutti i profumi sparsi nell'aria frizzante del mattino, di quel mattino che la vedeva libera e ansiosa di entrare in una Torre. Nella Torre di Elvas!







StrangeLandsChronicles © 2004
© Diotima Alton