[Home] [Fanfic e Original] [Fanart] [News] [Links] [Glossario] [Mail]
barra spaziatrice
[Stampa] [Scarica] [Scenario 4]


Titolo: Solo un amico
Autore: Arleen Maynard
Serie: original
Pairing: original
Rating: NC17 - slash
Parti: 1
Status: concluso
Archivio: HSC

barra spaziatrice


: Solo un amico :

< Arleen Maynard >



Non mi allettano donne o fanciulli
ormai, né ingenue speranze d'amore reciproco,
né fare a gara col vino
né circondare le tempie di fiori fragranti.
Ma perché, oh! Ligurino, perché
scende ogni tanto una lacrima sulle mie guance?
Perché la mia lingua tagliente
cade a metà parola in un vergognoso silenzio?
Io nei sogni notturni
ora ti tengo abbracciato, ora ti inseguo che fuggi
sull'erba del campo di Marte,
e attraverso le acque impetuose, o crudele.

Orazio



Territori del Nord Ovest, 1850

«Piantala di chiacchierare e vieni qua,» disse Richard, allungando un braccio, «fa un freddo bastardo.»
Tracy si rigirò su se stesso fino a trovarsi disteso al suo fianco per terra nell'angusta tenda da cavalleria nota come canile. Si avvolsero nella coperta, mentre il dottore appoggiava la testa sul braccio di Richard e si voltava per stargli più vicino, circondandogli la vita. «Domani sarà anche peggio di oggi,» gli disse il tenente. «Cerca di riposare.»
«Ci proverò. Buonanotte.»
«Notte.»
Tracy era stanco, ma trovò difficile addormentarsi. La spedizione per soccorrere i coloni attaccati dai Sioux aveva avuto un effetto devastante sul loro morale, sia per le condizioni in cui avevano trovato quella povera gente, sia per la consapevolezza che da qualche parte c'era qualcuno che dava alcool e fucili agli indiani per trarne profitto, indipendentemente dalle conseguenze sui civili. Il capitano di Forth Smith aveva spedito Richard con una piccola truppa a indagare e rimediare, ma più che seppellire i cadaveri, curare le ferite, calmare gli animi da entrambe le parti a rischio della loro pelle e trovarsi impotenti a identificare quale fra i tanti commercianti bianchi privi di scrupoli ne fosse responsabile, non avevano potuto fare.
Il sonno del dottore era impedito anche dal freddo, che la vicinanza di un compagno non era abbastanza a disperdere. Gli era capitato spesso di dover ricorrere a tali rimedi, anche se mai con il suo superiore. Certo che Richard sapeva dare tutto se stesso ai suoi uomini, pensò Tracy con ammirazione. Malgrado quello snobismo di base che ancora ogni tanto infastidiva il dottore, il tenente si comportava come uno della truppa, senza chiedere di più o di meglio. Il capitano del forte era comprensibilmente contento di lui, e non sarebbe passato molto tempo prima che ottenesse un comando proprio.
Tracy gli si appoggiò contro, per tenerlo caldo e restituirgli un poco della cura che lui riversava sulle truppe. Al dottore la carriera non interessava particolarmente; gli sarebbe piaciuto disporre di maggior libertà d'azione, naturalmente, ma temeva anche che una promozione lo portasse via da dove c'era più bisogno di lui. Aveva ventisette anni ed era ancora sottotenente; d'altra parte anche Richard, a trentadue anni, non sembrava aver ricevuto tutte le soddisfazioni che una carriera dapprima promettente avrebbe potuto lasciar presagire.
Tracy batté le palpebre. Rimanendo in ascolto nella minuscola tenda, si rese conto che anche Richard non aveva ancora preso sonno.
«Ehi, guarda che devi dormire anche tu,» gli disse sottovoce.
Richard si girò verso di lui. Alla luce del fuoco fuori dalla tenda Tracy vide il luccichio dei suoi occhi e i tratti indistinti del viso, contornato dalla corta barba nera. Il tenente annuì e cercò di assestarsi meglio, accentuando la stretta del braccio attorno alle spalle di Tracy.
«Qualcosa non va?» chiese il dottore.
Richard scosse la testa e richiuse gli occhi. Tracy non sopportava quando faceva il duro e nascondeva qualche preoccupazione. Quel viaggio gliene aveva certamente date a sufficienza, e lui le aveva ingoiate tutte. Dopo, certamente, si sarebbe lamentato a gran voce dell'inefficienza del comando che non gli dava abbastanza uomini, della politica del governo e dell'indisciplina degli indiani; ma finché era in missione, non una sola parola di biasimo avrebbe attraversato le labbra di Richard Emmett.
Il tenente socchiuse gli occhi di nuovo e lo guardò. «Come diavolo faccio a dormire, con te che mi fissi?» disse piano.
«Non ti sto fissando!» protestò Tracy.
Richard sollevò le sopracciglia e non disse niente.
Non lo sto fissando, si ripeté Tracy, improvvisamente incapace di staccare gli occhi dai suoi. Il silenzio si fece totale, perfino il rumore del fuoco retrocedette lontano da loro. In un istinto improvviso e inspiegabile, Tracy si sporse verso di lui. Fece in tempo a vedere Richard spalancare gli occhi per la sorpresa. Non avrebbe mai dimenticato quell'espressione, un attimo prima di baciarlo.
Lo sentì irrigidirsi per la tensione, poi lentamente rilassarsi di nuovo, a cominciare dalle labbra sotto le sue. Tracy non aveva mai baciato un uomo, ma ne sapeva abbastanza del corpo e della mente umana per non stupirsi più di niente. Era consapevole dei caldi sentimenti di gratitudine che aveva provato un attimo prima per il suo superiore, e anche del freddo della notte e del pericolo che li circondava. Non avrebbe detto di no in nome delle convenzioni a qualche momento di conforto per tutti e due.
Percorse le labbra di Richard come se avesse voluto impararle a memoria. Si sentiva stranamente calmo e in pace, mentre il respiro del suo amico si stava facendo affrettato come il suo cuore. Tracy gli passò la mano sul petto, chiedendosi se era troppo freddo per slacciargli la giubba blu. Si chiese se reagiva come una donna, anche se non c'era nulla da accarezzare. Non aveva proprio niente di femminile, pensò, mentre baffi e barba gli solleticavano il labbro superiore e il mento, e il braccio dietro il suo collo lo stringeva con tale forza da fargli rischiare una storta. Con l'altra mano, Richard gli affondava le dita nella stoffa della manica. La calma di Tracy vacillò. Sull'onda del trasporto gli stuzzicò le labbra con la lingua, gliela insinuò in bocca. Il modo come lo accolse, il suo sapore, il fremere di tutte le sue membra lo fecero impazzire.
Lo strinse più forte, cercando un abbraccio più intimo. Ora Richard era totalmente rilassato fra le sua braccia - o quasi, pensò Tracy in un divampare di desiderio. Non si era aspettato di arrivare fino a quel punto. Gli stava sopra con una coscia fra le sue, frugandolo con le mani lungo i fianchi, le bocche fuse in un bacio stordente. Spaventato dall'intensità delle sensazioni, Tracy si tirò indietro un poco. Fissandolo con quello sguardo attonito, Richard aspirò una gran boccata d'aria, il petto che si sollevava e si abbassava ancora più furiosamente. Ebbene, pensò Tracy, era riuscito a far restare senza fiato il suo superiore. Forse era sufficiente.
Me lo dirà lui se vuole fermarsi, diavolo, si disse poi con sfida. Scostandosi di poco dal petto di Richard, riuscì a raggiungere i bottoni della giacca e a slacciarli in un gesto rapido, un gesto che purtroppo gli era familiare. Non voleva pensare a quello, non in quel momento. Gli aprì parzialmente anche la camicia, con troppa fretta, al punto da fargli saltare un bottone, e infilò sotto la mano.
Richard trasalì al tocco della dita fredde di Tracy sulla pelle calda e nuda.
«Scusa,» mormorò Tracy, e lo baciò di nuovo mentre lo accarezzava. Era magro, gli si contavano le costole. I muscoli erano slanciati e definiti. Tracy lo aveva visto spogliato parecchie volte, ma non lo aveva mai toccato, non così. Non percorrendo con le dita la stretta striscia di peluria che risaliva dall'ombelico fino alla sommità dello sterno, non sfiorando i capezzoli induriti dal freddo e dall'emozione. Richard gemette piano sotto le sue labbra, un suono da strappare il cuore. Tracy doveva prendere una decisione - erano andati ben oltre il conforto fra commilitoni, e se non si fermavano subito...
Già, e che cosa sarebbe successo, in quel caso? Altra dolcezza, altro piacere, in mezzo a malattie e morte. Chi era lui per impedirlo? Ma una cosa lo lasciava perplesso... l'inerzia di Richard, che lo lasciava fare senza protestare ma anche senza prendere parte attiva. Tracy aveva bisogno di sapere che il suo compagno era consapevole. Ogni tipo di domanda gli attraversava il cervello... se Richard reagiva così perché non l'aveva mai fatto, o se era pienamente padrone della situazione... Tracy sollevò la bocca dalla sua, con rimpianto, e lo fissò negli occhi.
Le labbra di Richard si tesero in un pallido sorriso che gli riempì il cuore di sollievo. Ma le parole che seguirono erano fredde, ironiche, controllate, non le parole di un uomo che sta per cedere alla passione. «Non sapevo di questi tuoi talenti nascosti.»
Una reazione di difesa? Una bravata? O davvero Richard non era poi così toccato da quello che stava succedendo? Tracy decise di offrirgli la verità, di dargli tutto se stesso, come se fosse stato ulteriormente necessario. «Nemmeno io,» mormorò. «È la prima volta.»
Richard si fece serio. «Allora perché?» chiese piano.
La domanda sorprese Tracy. Non era ovvio, il perché? O Richard non pensava di poter essere attraente per un altro uomo? Il dottore lo contemplò dalla sua posizione sollevata, ritrovando sul viso dell'amico una traccia di quella sorpresa sincera che aveva intravisto un attimo prima di baciarlo. Gli passò la mano fra i capelli, spingendoglieli indietro dalla fronte, giocando con le dita fra le ciocche lisce e seriche. Vide il dubbio, la confusione non più mascherata dalla spavalderia. Un'espressione vulnerabile, ancor più emozionante per il contrasto con la forza che Richard doveva manifestare, volente o nolente, in ogni altra occasione. In quel momento, Tracy pensò di essere vicinissimo a conoscere il vero Richard Emmett - a conoscerlo in molti sensi.
«Mi chiedi perché?» sussurrò, continuando a fissarlo. Dio, come aveva fatto a non accorgersi mai di quanto fosse bello? Quei tratti regolari, forse perfino banali se non fossero stati nobilitati dal contorno preciso della barba, gli occhi pieni di luce e di emozione perfino lì nella penombra, la bocca nettamente disegnata, socchiusa nell'attesa. Tracy si sentì morire. «Richard,» mormorò, assaporando quel nome, «vorrei che tu ti vedessi in questo momento...»
Per qualche motivo, non era la risposta giusta. Da abbandonato nel suo abbraccio, Richard si fece di ghiaccio. Lasciò la presa e le braccia gli ricaddero ai lati della testa. «Togliti, Tracy,» disse secco.
«Ma perché?» replicò il dottore, ferito.
«Non è corretto. Avanti, levati.»
«Corretto?!» Tracy lo fissò con dolorosa confusione. «Ma che diavolo significa!»
Ora lo sguardo di Richard bruciava di rabbia e di indignazione. Sapeva benissimo che, per quanto lui fosse forte, Tracy era più alto e robusto e quindi più pesante di lui. Saggiamente decise di non cercare di spingerlo via. «Tenente Maynard, lasciatemi. È un ordine.»
Tracy era troppo arrabbiato per considerare le conseguenze. «Altrimenti? Mi metti agli arresti? Voglio proprio vedere la motivazione. Per aver fatto eccitare un superiore?»
Tracy avrebbe potuto giurare che il viso di Richard era divampato di rossore. «Molto bene,» disse il tenente con una calma insopportabile. «Avvertimi quando hai finito.» Si mise le braccia dietro la nuca e girò il viso verso il bagliore del fuoco oltre la tela della tenda.
Tracy raccolse la sfida. «Sissignore,» disse, chinando di nuovo il viso verso il suo. Gli prese il lobo dell'orecchio fra i denti e cominciò a succhiarlo e mordicchiarlo, insinuando la lingua nelle pieghe soffici. La concretezza carnale del momento, l'odore dell'uniforme umida di sudore, dei suoi capelli, della sua pelle, gli davano le vertigini. Si scostò da lui quel tanto che bastava per avere libertà di movimento senza permettergli di svincolarsi. Intanto gli tirò fuori la mano dalla camicia e gli seguì la linea del fianco, la gamba fino al ginocchio, poi di nuovo su lungo l'interno della coscia e a sfiorare lievemente la stoffa dell'uniforme tesa sulla sua carne avida, a stringerla, ad accarezzarla. Era un istinto, era quello che avrebbe fatto con una donna, quello che avrebbe voluto che una donna facesse a lui. Sapeva esattamente che cosa avrebbe voluto provare lui. Ma non era del tutto sicuro riguardo a Richard.
Quello che avrebbe dovuto sapere era che Richard non si era mai sentito così in vita sua. Non con un uomo, non con un amico. C'erano state donne che lo avevano fatto delirare di passione, e uomini che lo avevano turbato e che perciò aveva scelto di tenere a distanza. West Point era piena di bei ragazzi sani che non vedevano una donna anche per due anni consecutivi, e gli esperimenti erotici fra cadetti erano la norma. Ma lui era entrato in accademia a vent'anni, già ampiamente esperto del mondo. Durante un giro per i bordelli di Richmond con alcuni amici, una procace giovane irlandese dai capelli rossi aveva fatto di lui un uomo, e quel ricordo lo aveva accompagnato per i quattro anni di accademia come un talismano. Nulla poteva essere paragonato a quello.
Ma lì in quella tenda angusta, fra le braccia di Tracy, sentiva che se solo avesse allentato il controllo sarebbe giunto a un tale sconvolgimento da gridare di piacere. E poi sarebbe stato un bell'affare spiegarsi con il resto della truppa. Non era quello a trattenerlo. Per un attimo, poco prima, mentre Tracy lo guardava, si era sentito indifeso. E l'orgoglio gli aveva impedito di ammetterlo. Mentre cercava di escogitare terrificanti punizioni per Tracy - anche per distrarre la propria mente da quello che gli stava facendo - sapeva che era vero, un crimine di passione contro un superiore perfettamente in grado di difendersi o quanto meno di chiamare qualcuno era un'assurdità. Ciò non toglieva che il caro dottore si sarebbe trovato a spalare latrine per i successivi sei mesi. Il problema era solo superare i successivi dieci minuti, o anche solo trenta secondi.
Tracy era stato tenero, confortante, affettuoso - lo era tuttora, dannazione - e Richard aveva accolto con sorpresa e anche sollievo le sue attenzioni. Più ci pensava, più si rendeva conto di aver rovinato tutto con la cocciutaggine. Sarebbe bastato dire a Tracy che era a disagio. O semplicemente attendere che l'orgoglio si placasse, e poi assaporare pienamente i piaceri di quella notte insolita. Ma non poteva tornare indietro adesso. Avrebbe fatto una ben magra figura. Doveva solo resistere, non dare a Tracy la soddisfazione di capire che quello che stava facendo lo concerneva in alcun modo. Non era facile. Il respiro gli si era ingolfato in gola e quasi lo soffocava. Un velo di sudore gli copriva la fronte. Dubitava di riuscire a far credere ancora a lungo che stava solo tremando di rabbia. Ma DOVEVA resistere. Che diavolo, un Emmett della Virginia non... concede... nulla...
Tracy fu tradito dalla propria inesperienza. A parte le manifestazioni fisiche più evidenti, non aveva idea di quanto Richard fosse vicino a cedere. Lui stesso era al limite della resistenza, si sentiva i pantaloni dell'uniforme come se si fossero ridotti di tre o quattro taglie, e temette di perdere il controllo per primo e di rendersi ridicolo. Sollevò la testa e guardò con irritazione il bel profilo dell'amico, poi, bruscamente, si staccò e rotolò al suo fianco.
«Non sai cosa ti perdi!» sibilò. Fissò lo sguardo sulla tela della tenda, sapendo che non avrebbe chiuso occhio e accogliendo una volta tanto il sollievo del freddo.
Richard rimase disteso in silenzio, riprendendo fiato, sentendosi il sudore che si raffreddava addosso. Lentamente, sollevò le mani e si riallacciò la camicia e la giacca. Si sentiva vuoto e infelice, e l'indignazione non bastava a riscaldarlo. Si avvolse in un lembo di coperta e si dispose ad aspettare l'alba.


barra spaziatrice

Tornarono a Fort Smith quattro giorni dopo, e i due giovani ufficiali si erano scambiati non più di quattro parole. Richard era furibondo. Tracy gli aveva messo il muso, e lui era troppo altezzoso per tentare una spiegazione. Nessuno aveva ragione. Lui si era trovato in imbarazzo, e Tracy si era sentito offeso dal suo rifiuto. Sarebbe stato facile riconoscerlo e metterci una pietra sopra, ma Richard non si sentiva di fare il primo passo, e Tracy sembrava inaccessibile. All'inferno donne, uomini e animali da cortile, imprecò il tenente fra sé, guidando la squadra verso il forte.
Il suo cavallo zoppicava dal giorno prima, ma Tracy aveva sentenziato - parlando al cavallo, ovviamente - che era solo un'infiammazione e poteva farcela ad arrivare al forte. E così era stato, però ora la bestia avrebbe avuto bisogno di riposo. L'ultimo mezzo miglio di strada era ripido e la colonna scese con cautela. D'un tratto, il cavallo di Richard ebbe un cedimento. Il tenente lo sentì letteralmente piegarsi sotto di sé e strinse le ginocchia per tenersi in sella, ma la bestia cadde in avanti e rotolò per qualche metro. Richard riuscì a disincagliarsi prima di venire schiacciato, ma la forza della caduta lo scagliò verso un albero. In un estremo tentativo di ripararsi sollevò le braccia davanti al viso, e urtò la corteccia con la spalla. Un dolore disumano lo trafisse immediatamente, la sensazione di sentirsi strappare il braccio, e Richard seppe immediatamente che cosa era successo.
Tracy era accorso con i primi soldati precipitatisi giù per il pendio a soccorrerlo, e immediatamente si inginocchiò accanto a Richard che cercava di mettersi a sedere contro il tronco. «Sta' fermo. Fammi vedere...» Gli prese con cautela l'avambraccio, ma sebbene fosse stato il più gentile possibile, il tenente trasalì e divenne cinereo. Tracy non ne aveva esperienza di prima mano, ma sapeva che una spalla slogata era una sensazione molto innaturale; sentire le ossa che non coincidevano più fra loro faceva venire la nausea. Come al solito, Richard stringeva i denti e non diceva nulla.
«Ottimo,» esclamò Tracy, e prima che il tenente potesse insultarlo gli prese saldamente il braccio. «Facile da ridurre. Bene così, Richard, stringi i denti. Passerà in un attimo. Pronto?»
Richard annuì. Con determinazione, Tracy gli puntò un piede contro la spalla e tirò. Il tenente soffocò un urlo e per poco non svenne per il dolore. Ma lo scatto che si era udito era un rumore dolcissimo, e Tracy rise di gioia alla vista della sorpresa sul viso del suo amico quando sentì il braccio fare di nuovo parte di lui, dolorante ma sopportabile. Richard emise un lungo respiro.
«C'è altro di rotto?» chiese Tracy.
«Non lo so,» mormorò lui. «Mi fa male il fianco.»
Il dottore si fece cupo. «Potresti avere qualche costola incrinata.»
Richard cercò di girarsi, ma la spalla gli doleva troppo. «Il mio cavallo?»
Tracy alzò lo sguardo. «È lì, è ancora in piedi. Credo che se la sia cavata meglio di te. Ho mandato a chiamare un carro al forte. Adesso ti portiamo in infermeria.»
Richard si rilassò contro il tronco e chiuse gli occhi.


barra spaziatrice

In infermeria, Tracy lo fece sedere sul lettino e lo aiutò a togliersi la giacca e la camicia. Richard era lievemente perplesso. Passato il peggio del dolore, rassicurato che anche le sue costole non sembrassero poi così in cattivo stato, si stava chiedendo se la professionalità estrema del dottore nell'esaminarlo non fosse parte della tattica di indifferenza. No, naturalmente: era solo parte del suo mestiere, e comportarsi diversamente sarebbe stato molto irregolare. Tracy aveva perfino ripreso a chiacchierare mentre gli faceva scorrere le mani sul fianco, controllando i lividi. Sembrava del tutto padrone di se stesso, e probabilmente lo era. Era Richard che doveva fare un certo sforzo per evitare di reagire in modo sproporzionato ai polpastrelli di Tracy che gli sfioravano la pelle nuda. In precedenza non aveva mai avuto davvero bisogno delle cure del dottore, ed era grato del modo in cui lo aveva trattato, indipendentemente dal rapporto fra loro. Aveva toccato con mano la compassione e la fermezza di Tracy nel compiere il suo lavoro, i tratti della sua anima che lo rendevano un buon commilitone e un uomo così amabile. Se fosse stato una donna, probabilmente Richard se ne sarebbe innamorato. Invece era un uomo, e un amico, e per lui Richard sentiva... cosa? Qualsiasi cosa fosse, era saldamente annidata sul fondo del suo stomaco ed emanava un vibrante calore.
«Non hai niente alle costole,» dichiarò infine Tracy, cominciando a fasciargli il braccio. «Questa dovrai tenerla per qualche giorno, e poi sarai come nuovo. Solo evita di stancare il tuo cavallo, la prossima volta.»
Richard annuì. Tracy fermò la fasciatura. «A posto. Vatti a riposare.» Concluse la visita con una vivace pacca sul sedere del suo ufficiale superiore.
Il tenente non si mosse e lo guardò con un sopracciglio sollevato.
Tracy lasciò ricadere le spalle. «Senti... mi dispiace, d'accordo?» disse bruscamente. «L'altra notte ho esagerato. Non so che cosa mi sia venuto in mente.»
Richard batté le palpebre. Non se l'era aspettato. «Ehi, Trace, guarda che c'ero anch'io.»
«Sì, ma non mi sembravi proprio entusiasta.» Tracy mise via le bende e i linimenti e si girò a guardarlo con le mani sui fianchi, soffiando via una ciocca di capelli biondi che gli era ricaduta sulle sopracciglia. «Richard, tu sei un amico e io ti voglio bene,» disse in tono pratico. «Inoltre sei un uomo attraente, e siamo finiti in una situazione che favoriva molto le... indiscrezioni. Capita, che diavolo, siamo nell'esercito. Non facciamone una tragedia e smettiamola di ignorarci. Non è cambiato nulla.»
«No,» ammise Richard. Erano passati attraverso cose peggiori che un abbraccio in una tenda. «Ma non devi scusarti. Dispiace anche a me di non... ecco... non aver reagito nel modo giusto, forse.»
Tracy lo guardò allibito. «Che vuoi dire?»
«Non era mia intenzione ferirti. È che...» Cercò di essere il più sincero possibile. «Mi hai preso alla sprovvista, e ho avuto paura di perdere il controllo della situazione.»
Il dottore sbuffò. «Non c'era un controllo della situazione. Piantala di pensare da militare in ogni occasione. Stavamo solo aiutandoci a vicenda. Ma comunque, non si ripeterà più. Ehi, a me piacciono le donne, e anche a te, mi risulta, a giudicare dalla scia di letti disfatti che ti lasci dietro. Io spero di tutto cuore che non ci troveremo più in situazioni così estreme... e al di fuori di quelle, credo che a freddo una cosa del genere non mi verrebbe mai in mente!»
No? pensò Richard. Evitò di fare commenti su cosa veniva in mente a lui in quel momento, perfino con un braccio al collo e lividi dovunque, dopo che le mani di Tracy avevano risvegliato con forza i ricordi di quella notte. Distolse lo sguardo dal volto magro del dottore, dai suoi lineamenti dolci e ironici, e si alzò dal lettino, evitando di avvicinarglisi. Richard non era certamente basso, ma dannazione, Tracy aveva il fisico di uno spaccalegna, e mentre in infinite occasioni ciò era stato rassicurante, in quel momento lo metteva a disagio, ricordandogli quanto era stato bene fra le sue braccia ma anche quanto odiava sentirsi in inferiorità.
Tracy ormai sapeva il fatto suo e non cercò di aiutarlo; si limitò a dargli una mano a rivestirsi e gli diede una boccetta di linimento per i lividi. Un sottile timore stava insinuandosi in Richard. Lo ringraziò, scrutandolo negli occhi grigi e non trovandovi altro che il solito Tracy, beffardo eppure premuroso. Possibile che d'ora in poi Richard non sarebbe più stato capace di apprezzare le sue manifestazioni di amicizia, perché ogni volta si sarebbe ricordato di ciò a cui aveva rinunciato?
Il tempo avrebbe deciso... se nulla fosse intervenuto prima.


barra spaziatrice

Dopo la drammatica spedizione sulle montagne, la vita a Fort Smith si era assestata di nuovo nella routine. Tracy aveva avuto ben poco da fare per qualche giorno, e si era dedicato a rimettere in ordine l'infermeria. Quella sera aveva tirato tardi rimettendo in ordine gli archivi, ma ormai cominciavano a fargli male gli occhi. Si fermò sulla soglia della stanza, contemplando con orgoglio il suo lavoro, poi si girò strofinandosi gli occhi con le mani e passò nel suo alloggio chiudendosi alle spalle la porta.
Mentre si toglieva la giacca, qualcuno bussò all'ingresso dell'alloggio. Aveva parlato troppo presto... ecco qualche nuovo problema. Andò ad aprire, e si trovò di fronte Richard con le mani affondate nelle tasche del cappotto. Aveva smesso da poco di portare il braccio al collo ed era ancora prudente nei movimenti.
«Che succede?» esclamò Tracy. «Qualche emergenza?»
«No, non ancora,» replicò Richard, olimpico. «Mi fai entrare?»
Il dottore si scostò dalla soglia, sorpreso. Avevano passato la serata al circolo ufficiali a ridere, chiacchierare e giocare a carte, non è che Richard potesse sentire la sua mancanza... Eppure c'era qualcosa nell'atteggiamento del suo superiore che gli mandò un brivido giù per la schiena. «Che è successo?»
Richard rimase in piedi in mezzo alla stanza. Guardò per terra per qualche istante, poi fissò Tracy con tutta la sua sincerità. «Io non riesco a smettere di pensarci. Avevi ragione tu, non sapevo che cosa mi perdevo.»
Il cuore di Tracy cominciò a battere all'impazzata. Dannazione, lui ci aveva messo una pietra sopra! «E allora?» chiese con prudenza, temendo la risposta.
«E allora non mi va di cercare scuse, di aspettare che stiamo rischiando la vita o siamo feriti o roba simile. Direi che siamo abbastanza adulti per farne a meno.» Fece un lieve sorriso e parlò con semplicità. «Quella notte ti volevo anch'io, e se fossi stato più furbo non ti avrei detto di no. È ancora così.»
«Uh,» replicò Tracy, improvvisamente bisognoso di una boccata d'aria fresca. Tentò di scherzare. «Non è che per caso hai picchiato anche la testa quando sei caduto da cavallo?»
Richard ridacchiò e fece cenno di no. «È che sono curioso. E non avrò mai un'altra occasione. Tu sei un amico. Non può essere nessun altro che te.»
«Ho capito, è per la scienza, non per la mia bella faccia.»
Il sorriso di Richard indugiò ancora qualche istante, poi si spense. «Tu non ne hai idea,» disse piano, fissandolo in viso in una maniera che andò dritta al cuore di Tracy.
Ebbene, o cacciava il tenente fuori dal suo alloggio in quel preciso istante, o... D'istinto tese la mano verso di lui, ma Richard non si mosse. «No, aspetta, non così.»
Maledetto virginiano testardo! Tracy dovette esercitare tutta la sua pazienza, perché per un attimo aveva voglia di pestarlo molto più che di portarselo a letto. «Non è ancora quella storia del ballo degli ufficiali, vero? Richard, che diavolo di differenza fa se sono più alto di te...»
Lui si tolse il cappotto e lo gettò sulla sedia, poi cominciò a sbottonarsi la giubba, in silenzio. Quando si slacciò il fazzoletto, Tracy ebbe un moto di disappunto, perché avrebbe voluto farlo lui. Stava per accusarlo di approfittare del grado, poi si rese conto di quanto dovesse essere difficile per lui aver ammesso quello che provava. Si rese conto che in realtà il suo superiore non aveva la minima idea di cosa fare. Non che lui, Tracy, ce l'avesse... ma almeno era un poco più disinvolto!
«E va bene,» sospirò. Si girò e si sedette sul letto, togliendosi gli stivali. «Vediamo come te la cavi tu, stavolta!»
Richard imitò la sensata manovra degli stivali, poi, in maniche di camicia, si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui. «In che senso?» chiese con interesse.
Tracy tentò di scherzare ancora, ma non ci riusciva più. La vicinanza di Richard lo stordiva. «Fai quello che vuoi,» mormorò. «Tutto quello che vuoi.»
Richard non sorrise. Sollevò la mano ad accarezzargli il viso, e Tracy cominciò a pensare di essere terribilmente inadeguato alla circostanza. Quando Richard gli prese il viso fra le mani e gli fece scorrere le dita fra i capelli, ne ebbe la certezza. Quando si sporse a baciarlo, a Tracy parve di non essere neanche vissuto davvero, fra la notte nella tenda e quel momento.
Oddio, pensò, mentre Richard lo spingeva dolcemente indietro sul letto e metteva in pratica le sue recenti esperienze in fatto di baci. Ricordò quanto era stato sconvolto dalla propria reazione, e adesso era nella stessa situazione, o anche peggio. Richard gli tirò fuori la camicia dai pantaloni e gli infilò sotto una mano, mentre con l'altra gli allargava il colletto. Gli appoggiò le labbra su un capezzolo, pizzicandogli la pelle sensibile con la barba. Oh mio Dio!
Tracy fu sul punto di fermarlo, poi pensò che c'era una certa giustizia poetica nella situazione. Chiuse gli occhi, travolto dalla sensualità di Richard. Stava comprendendo perché fosse tanto popolare con le donne. No, pensò, e quasi lo disse, mentre il suo amico gli toglieva la camicia e gli faceva scorrere le mani su tutto il torso. No, ti prego... Non si trattava più di soddisfare una curiosità, quella era passione pura, cento volte più intensa della notte nella tenda. Perché mi hai fatto questo? gemette Tracy nella sua mente, o almeno così sperava. Perché sei tornato a farmi ricordare? Tenne gli occhi chiusi e sentì il fruscio di qualcosa che cadeva accanto al letto. Quando Richard gli si sdraiò contro, il petto nudo contro il suo, l'universo di Tracy esplose.
Richard, da parte sua, non si era aspettato quella reazione. D'accordo che Tracy era più espansivo di lui; ma aveva pensato che anche per lui fosse una questione di curiosità quasi giocosa, e certamente questo era stato il suo atteggiamento l'altra notte, e anche fino a pochi minuti prima. Adesso invece il suo amico giaceva fra le sue braccia, la testa buttata indietro sul cuscino, mormorando parole sconnesse, e Richard non era neanche arrivato a sbottonargli i pantaloni. Cosa che fece, dato che lui stesso sentiva una goccia di sudore corrergli lungo la tempia e il cuore come impazzito alla vista di Tracy che si contorceva sotto di lui, del suo bel volto contratto nell'emozione. Gli sfilò i pantaloni azzurri e intanto rifletteva freneticamente su cosa fare a quel punto. Il problema non si pose. Mentre si sbarazzava a sua volta dell'ultimo indumento rimastogli, Tracy gli si strinse al collo, passandogli le mani fra i capelli e baciandolo con fervore. Richard gli cadde praticamente addosso, scosso come da una frustata al contatto dei loro corpi nudi. Tracy gemette, avvolgendogli le gambe attorno ai fianchi, e Richard non ebbe più tempo di pensare a cosa stava facendo. Lo baciò, soffocando con la bocca le sue invocazioni. Persero il controllo assieme, come avevano voluto tutti e due così fortemente, con reciprocità e furore e tenerezza struggente.
Quando Tracy cominciò a riemergere dal suo delirio, Richard giaceva ancora fra le sue braccia, il respiro ancora accelerato, un velo di sudore sulla pelle. Il dottore chiuse gli occhi e si chiese se quello sarebbe bastato a riportare tutto alla normalità, o se le cose sarebbero cambiate per sempre. Sentì Richard che gli baciava un orecchio e si girò a guardarlo. Il tenente si sollevò sui gomiti e lo guardò con un sorriso. «Grazie, Tracy,» sussurrò.
«Piacere mio, Richard,» replicò Tracy con il tono di una amichevole conversazione alla mensa ufficiali. «Ma se ci scrivi un libro, per favore, non metterci il mio nome.»
Richard rise sottovoce, poi si staccò da lui e rotolò sulla schiena. «Che macello,» commentò. «Con una donna è una faccenda molto più ordinata, non ti pare?»
Tracy afferrò un cuscino e glielo sbatté in testa. Richard si difese, ma senza troppa convinzione. «Ci sono altri sistemi,» disse il dottore.
«Sì?»
«Non fare l'innocente, ne avrai per lo meno sentito parlare!»
«Beh, sì. Ma sei sicuro, uhm, che abbiamo tutto il necessario?»
«Perdiana, Richard, qui accanto c'è l'infermeria!»
Risero di nuovo, incontrollabilmente. «Piantala,» ansimò Tracy, «se qualcuno ci sente, come lo spieghiamo?»
«Ah, se nessuno ha sentito te finora...»
Tracy ridacchiò ancora un poco, poi si girò verso Richard e lo guardò appoggiandogli la mano sul petto, contemplandogli il viso sul cuscino. «Io ti voglio ancora,» mormorò in un soffio. «Voglio farti di tutto. Voglio farti morire come tu hai fatto a me adesso.»
Richard lo guardò a lungo. Alla fine gli accarezzò i capelli sudati. «Io non mi muovo di qui,» rispose allo stesso modo.
Quello sarebbe già bastato a riaccendere la passione, ma Tracy volle fare ogni cosa per bene, e aveva bisogno di riprendere fiato. Dopo che si furono ricomposti un poco, si dedicò a coprirlo di baci e carezze, dappertutto, finalmente in grado di contemplare liberamente il suo corpo. Lo guardò in faccia mentre lo toccava, facendo in modo stavolta di mantenere un minimo di razionalità e ben deciso a farla perdere completamente a Richard. Si era accorto benissimo che comunque poco prima il controllo l'aveva avuto il tenente: e non gli era dispiaciuto godere della sua forza e lasciarsi andare. Adesso voleva vedere anche in lui la tenerezza della resa. E lo voleva completamente, questa volta, voleva che fosse suo e voleva appartenergli, e Richard glielo permise. Mentre lo prendeva dolcemente e lo amava come avrebbe amato una donna, Tracy trovò difficile restare distaccato come avrebbe voluto, alla vista delle emozioni sul volto dell'amico, pochi millimetri sotto il suo, condividendo il dolore e il piacere, respirando il suo respiro, assaporando ogni fremito e ogni invocazione, scoprendo alla fine nei suoi occhi l'estasi che questa volta Richard non gli volle nascondere.
Quella notte conobbero tutte le delizie di quell'amore che tanti di loro sperimentavano e così pochi ammettevano. Verso l'alba, mentre Richard finalmente si addormentava fra le sue braccia, Tracy si sentì di nuovo in pace. Ora sapeva che fra loro non ci sarebbero mai più stati misteri, che il loro desiderio non li avrebbe separati, che l'intimità conosciuta avrebbe solo reso più profonda la loro amicizia. Era giusto così, anche se quella fosse stata la prima e ultima volta. Sarebbe sicuramente capitato ancora di desiderarsi a vicenda; ma Tracy previde che sarebbe stato esattamente come desiderare una donna affascinante e inaccessibile, senza dannarsi l'anima per averla ma ringraziando silenziosamente Dio per la molteplice bellezza del creato.
La calma che Tracy provava non escludeva la malinconia. E in quell'istante prima che il sole sorgesse, mentre il pianeta ruotava con il suo carico di amore e guerra, e Richard respirava piano con la testa sulla sua spalla e gli occhi chiusi, Tracy si fece prendere per un attimo dal terrore dell'irrazionale. Erano soldati, dopo tutto. Se a uno di loro fosse successo qualcosa, ora l'altro avrebbe sofferto molto di più... Era un prezzo giusto da pagare per quelle ore di felicità e di pace, per quegli ultimi istanti di sonno sereno?
Lo strinse più forte contro di sé. Richard non si riscosse, ma istintivamente rispose allo stesso modo. Mentre si addormentava a sua volta, Tracy credette di vedere nel futuro, come attraverso un cannocchiale rovesciato, ma non seppe distinguere nulla.


FINE















HotSpringCircle & SDE Creations © 2002 - 2004
© Arleen Maynard