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Titolo: Come eravamo
Titolo originale: The way we were
Autore: Jade e Moony
Tradotto da: Shadar
Serie: Harry Potter di J.K. Rowlings
Pairing: Sirius Black, Remus Lupin
Spoiler: epoca dei Malandrini (MWPP era)
Rating: NC17 - slash
Parti: 2/3
Status: concluso
Disclaimer: Non mi appartengono, non mi citate in giudizio, non chiedete, non raccontatelo in giro
Note: i nomi utilizzati sono quelli originali. Quindi Peter Pettigrew è Peter Minus, Dubledore è Silente, Snape e Piton e così via...
Feedback: Jade (Jade9999[at]aol.com) e Moony (maybethemoon[at]softhome.net)
Archivio: HSC, Jaded

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: Come eravamo :

< Jade e Moony >



«Quella non è stata l'unica volta che ti sei fregato il mio letto,» rise Sirius.
Remus alzò gli occhi al cielo mentre riponeva la fotografia nel mucchio corrispondente. «E a qualcuno piace rubare le coperte,» fece una linguaccia.
Sirius lo guardò, ghignando maliziosamente. «Non tirarla fuori, almeno che tu non abbia in mente di usarla, Moony.»
Remus lo guardò seccato, poi si voltò dall'altra parte. «Ti sono grato, però,» disse piano, «lo sai questo?»
Sirius sorrise. «Lo so.»
«Ed è stato grazie a te che ho capito di poterlo dire anche a James e Peter e anche a Lily.» Giocherellò con un mucchietto di foto che teneva in grembo. «Non avevo mai pensato che qualcuno potesse accettarmi per quello che sono.»
«Vedi? Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene,» disse Sirius. Sogghignò e rimise dentro lo scatolone una manciata di fotografie che aveva già guardato. «Dovresti credermi più spesso. Ho sempre ragione.»
«Giusto,» grugnì Remus. Prese in mano un'altra fotografia. «Oh, per Godric.»
«Cosa?»
Remus alzò la foto. «Ricordi quando Lily ci fece vestire tutti per Halloween?»
Sirius si prese la testa fra le mani e Remus rise.
«Oddio, non quella!»
«Cosa? Penso che fossimo davvero belli!»
«Io vengo ANCORA preso in giro per quello,» si lamentò Sirius.
Remus sorrise. «Anch'io,» disse per rassicurarlo. «Però è stato divertente, vero?»
Sirius alzò le sopracciglia. «Lo ammetto, ero migliore io come ragazza,» dichiarò con sicurezza.
Remus sbuffò. «Non ero una RAGAZZA,» rispose, «ero Ziggie Stardust. Sei tu quello che si è dovuto vestire come Marlene Dietrich.»
Tra le risate di Remus, Sirius si alzò e si mise in posa, una mano sul fianco. «Sei solo geloso di non averlo potuto fare tu,» disse storpiando le parole con un cattivo accento tedesco, «DAHLING.»
Remus emise un suono disgustato e studiò la fotografia che teneva in mano.
«Credo che sia quando ti stavamo vestendo,» disse, la fronte aggrottata. «Lily ti stava truccando, vedi? Abbiamo dovuto tenerti fermo.»
Sirius aggrottò le sopracciglia. «Non è come me lo ricordo io...»


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«Sirius. Stai. FERMO!»
«Ow! Fa male! Giù le mani dai miei capelli!»
Remus si risedette e sospirò esasperato. «Smetterò di toccarti i capelli solo se starai fermo,» disse. «Lily deve ancora metterti l'eyeliner.»
Sirius si mosse ancora e lanciò un'occhiataccia a Lily che incombeva su di lui, spazzola in mano. «Non provarti a cavarmi un occhio, donna,» ringhiò.
Con un grido esasperato Lily tirò l'eyeliner a Remus. «Oh, vaffanculo!» imprecò. «Arrangiati tu Moony. Devo prepararmi e capire dove James si sta nascondendo. Non eviterà questo...»
Spinse la scatola del makeup verso Remus e si precipitò in direzione delle docce.
Sirius sospirò e raccolse uno specchio, sbirciando la sua faccia parzialmente truccata. «James è quello intelligente,» disse. «Ricordami perché ho accettato.»
Remus frugò con curiosità tra il makeup di Lily, meravigliandosi della gran quantità di lustrini che sembrava possedere. «Sarà divertente,» rispose, «e James è solo un codardo.»
Prese in mano un tubetto di eyeliner di un nero brillante. Sirius lo fissò, circospetto.
«Non me lo metterai.»
Remus sollevò le sopracciglia.
Sirius emise un verso lamentoso. «Non lo sai usare!»
«Ah, un altro codardo quindi?» Remus sogghignò.
«Sembrerò un pagliaccio!»
Remus gli fece uno dei suoi sorrisi maliziosi. «Ne so molto più di quanto tu creda, mio caro Padfoot.»
Ora era il turno di Sirius di mostrarsi sorpreso. «C'è qualcosa che non mi stai dicendo, Moony?»
Remus rispose con un sorriso enigmatico. «Dai,» disse, facendo gesti pressanti a Sirius. «Vai a sederti sul letto. È meglio di questa stupida sedia.»
«Ma...»
Remus puntò il dito. «Ho detto: vai a sederti sul letto. Sii un bravo cane.»
Fingendo obbedienza Sirius balzò sul letto e sedette, ansimando. Remus alzò gli occhi al cielo.
«Sei davvero attraente,» disse, togliendo il tappo all'eyeliner e avvicinandosi. «Siediti più indietro, adesso.»
Sirius smise di ansimare e parve terrorizzato. Remus sbuffò.
«Non ti farò male,» disse. «Solo, spostati un po' più indietro. Lasciami un po' di spazio.»
«Oh,» disse Sirius. «Okay.» Scivolò indietro sul piumino, appoggiandosi ai gomiti.
Remus annuì con approvazione. «Meglio se ti togli anche quella maglietta,» lo istruì. «È di Peter e gli verrà un attacco di bile se si rovina.» Si sfilò la propria maglia, buttandola da una parte.
Sirius ammiccò. «Ti vuoi approfittare di me,» disse sfilandosi la maglia dalla testa e buttandosela dietro le spalle. Si riappoggiò all'indietro, guardando verso Remus con un ghigno.
Remus piegò la testa da un lato. «Non sarebbe molto sportivo da parte mia, no?» chiese, prima di sistemarsi in grembo a Sirius. Gli si mise a cavalcioni, prendendo Sirius di sorpresa.
Remus sogghignò. «Nessuna possibilità che tu ora scappi, Padfoot,» disse.
A Sirius ci volle qualche momento per riprendersi. «Non me lo sogno nemmeno, Moony,» disse alla fine.
Ignorandolo, Remus si chinò su di lui con l'eyeliner in mano.
«Chiudi gli occhi, Sirius, e cerca di non sbattere le palpebre,» vedendo che esitava, aggiunse, «non ti farò male. Promesso.»
Sirius annuì e chiuse gli occhi. Trattenne il fiato.
Remus si chinò ancora di più e tracciò con attenzione una sottile linea nera sulla palpebra sinistra di Sirius. Nello sforzo di mantenere ferma la mano, stava respirando affannosamente, piccoli sbuffi d'aria calda sulla guancia di Sirius.
«Fa il solletico,» disse Sirius.
Aggrottando la fronte, Remus afferrò il mento di Sirius con la mano libera per tenerlo fermo. «Zitto,» sibilò, «ho quasi finito.»
Sirius si morsicò il labbro e mosse i fianchi come per allontanarsi da Remus.
Remus strinse le ginocchia per trattenerlo. «Fermo ho detto.»
«Io...» il respiro di Sirius accelerò e lui quasi gemette. «Remus...»
Tentò ancora di muoversi.
Con un sospiro frustrato, Remus gli strattonò il mento e gli occhi di Sirius si aprirono.
«Ouch!»
«Qual è il problema?» scattò Remus. Restò molto sorpreso quando, invece di rispondere, Sirius divenne scarlatto.
«Niente,» borbottò.
Remus lo studiò dubbioso per alcuni istanti. «Ok allora,» disse alla fine. «Chiudi gli occhi, per favore?»
Sirius fece un profondo respiro e obbedì.
Mentre cominciava a truccare l'altro occhio, Remus poteva sentire il respiro affannoso di Sirius contro la sua bocca. Lo distraeva, perciò si spostò per cercare una posizione più comoda. Qualcosa gli sfiorò la parte interna della coscia.
Remus si bloccò.
Sentì Sirius ansimare nel venire scoperto.
Con un sospiro incerto Remus finì in fretta l'occhio destro di Sirius. Mentre ammirava la propria opera, la sua attenzione fu attratta dalla bocca dell'altro, le labbra tinte di rosso e leggermente schiuse. Ogni tanto poteva vedere la rosea punta della sua lingua. Remus deglutì mentre una parte di lui che era sempre riuscito ad ignorare cominciava ad emergere.
«Tutto fatto, Padfoot,» sussurrò con voce roca.
Sirius rifiutò di aprire gli occhi. Il suo volto era ancora di un rosa carico.
«Sirius?»
Dopo un lungo momento Sirius guardò su. Remus si chinò un poco. «Ho fatto,» disse.
Sirius annuì. «Come ti sembro?» chiese.
Remus si morsicò le labbra. «Magnifico,» disse. Si mosse ancora e Sirius sgranò gli occhi. Remus sbiancò. «Merda.»
Muovendosi con la velocità del predatore che era, Remus si lanciò all'indietro, quasi cadendo dal letto. In un istante era dall'altro lato della stanza, gli occhi rivolti verso il basso come un bimbo che avesse combinato qualche marachella.
Lottando per nascondere la sua eccitazione, Sirius si mise velocemente a sedere. Per qualche momento nessuno dei due parlò. Remus si occupò di rimettere il tappo all'eyeliner e di rimetterlo nel contenitore del makeup di Lily.
«Ehm, Moony...» Sirius si schiarì la voce.
«Farai meglio a trovare Lily,» disse Remus. «Penso che abbia il tuo vestito.» Finse interesse nella chiusura della scatola del makeup. «E ha detto anche qualcosa sul fatto di fare un incantesimo al tuo petto così tu, ah...» Remus cominciò a ridacchiare nervosamente, seguito da Sirius qualche istante dopo.
«Per Godric,» disse alzandosi, «quella ragazza è sadica. Non lascerò che la sua bacchetta mi si avvicini in nessun modo.»
Remus continuò a ridere.
«Piantala, Moony!»
In quel momento la porta si aprì e Lily entrò con un James estremamente preoccupato alle calcagna.
«Ma io non voglio vestirmi da Judy Garland!»
Lily scosse il capo. «O quello oppure...» Si bloccò all'improvviso con il risultato che James andò a sbatterle addosso. Lei non sembrò notarlo.
«Merda santissima,» lei lo fissò a bocca aperta. «Sirius?»
Sirius sogghignò. «Cosa?» chiese, sbattendo innocentemente le ciglia.
Anche Peter li aveva raggiunti e persino James lo stava osservando.
«Sirius.» James deglutì. «Wow.»
Peter annuì vigorosamente. «Wow è la parola giusta.»
Lily si voltò e guardò Remus con curiosità. «Come hai fatto a tenerlo fermo?» chiese.
«Si è SEDUTO su di me!» sbottò Sirius.
Nonostante un lieve rossore gli tingesse le guance, Remus era indignato. «Mi sono dovuto sedere su di te, grosso idiota,» protestò, «altrimenti non saresti stato fermo.»
«Stavi per cavarmi gli occhi!»
«Non ero io quello che faceva il solletico,» Remus cominciò, ma chiuse la bocca di scatto quando Sirius gli lanciò un'occhiataccia.
La voce di Sirius si fece dolce e minacciosa. «Io non parlerei se fossi in te.»
Ci fu una pausa imbarazzata mentre Sirius e Remus si squadravano l'uno l'altro e gli altri si scambiavano a loro volta sguardi perplessi. Poi Lily si schiarì la voce e si avvicinò a Sirius, prendendogli gentilmente il braccio.
«Perché non andiamo a metterti il vestito?» disse.
Sirius distolse lo sguardo da Remus e la fissò accigliato. «Non lascerò che tu mi faccia spuntare le tette con un incantesimo,» disse scorbutico, «un paio di calze dovranno andar bene.»
Lily alzò gli occhi al cielo, mentre lo guidava verso la porta. «Maledetta diva,» borbottò.
Quando se ne furono andati Remus esalò il respiro che non aveva realizzato di stare trattenendo e si lasciò cadere su una sedia vicina. James e Peter si affrettarono ai loro angoli della stanza per ritoccare i loro travestimenti e, dopo qualche minuto di silenziosa contemplazione, Remus si apprestò a fare lo stesso.
Poco dopo Lily aprì la porta, infilando la testa nella stanza.
«Siete presentabili?» chiese.
Remus si infilò velocemente il costume prima di girarsi verso di lei e annuire.
«Ok! Stiamo entrando!»
Sirius avanzò con cautela, stringendo con una mano il braccio di Lily e tenendo l'altra distante dal corpo per mantenere l'equilibrio. Si stava guardando i piedi che erano infilati in un paio di scarpe col tacco alto.
«Come DIAVOLO fate voi ragazze?» protestò, ondeggiando pericolosamente. «Intendo, è ridic...oh...»
Dopo aver guardato Remus, rimase a bocca aperta.
«Wow,» disse Remus, fissandolo di rimando. La stanza divenne silenziosa mentre i due si guardavano.
Il costume di Remus consisteva in una tuta di un materiale che Lily chiamava Spandex, decorato da centinaia di lustrini. I suoi capelli erano stati sollevati via dal suo viso e incantati in modo che fossero rossi e, mentre Sirius si stava cambiando, Remus si era disegnato una folgore che gli attraversava la faccia con il makeup di Lily. Aveva ai piedi un paio di anfibi con le zeppe che lo facevano sembrare più alto e lo rendevano imponente.
Assomigliava davvero molto al tizio sulla copertina dell'album di Lily, Aladdin Sane.
Sirius invece portava un lungo vestito in satin rosso e un boa di piume avvolto mollemente attorno al collo che strisciava sul pavimento. Quando si mosse in avanti, la gonna si divise, rivelando per un attimo la gamba fino alla coscia. Aveva persino permesso a Lily di arricciargli i capelli, che durante l'estate erano cresciuti molto ad di sotto delle spalle, in modo che fossero mossi come quelli di una star di Hollywood.
Sirius fu il primo a ritrovare la voce.
«Merda!»
Remus divenne rosso e distolse lo sguardo.
«Così brutto?» chiese piano.
«No,» si affrettò a rispondere Sirius, «è davvero... sei splendido,» concluse quasi sottovoce.
Remus alzò timidamente lo sguardo. «Anche tu stai bene,» disse, «davvero... benissimo.»
Lily gli diede una pacca sul sedere, facendolo quasi cadere a terra. «Li farai vergognare tutti,» disse.
«Se prima non ci rompiamo il collo,» borbottò Remus, agitando le braccia per mantenere l'equilibrio. Lanciò un'occhiataccia a Lily. «Nel caso, ti perseguiterò.»
«Fottiti Ziggy,» replicò Lily con affetto. Li guardò con attenzione. «Siete così carini,» aggiunse, «e se lo dico io...»
«È logico che lo siamo,» disse Sirius, con tono soddisfatto. «Anche se io NON ballerò conciato così.»
Remus ridacchiò. «E io che avevo pensato che ci fosse un posto per me nel tuo programma della serata.» Nei suoi occhi apparve uno scintillio malizioso. «Farai meglio a stare in guardia, Sirius,» aggiunse, «probabilmente Lucius Malfoy ti prenderà in giro.»
Lily rise, Sirius la fissò accigliato.
«Lo prenderò a calci nel culo,» borbottò. Sorrise a Remus, «Preferirei ballare con te, comunque. Non sarebbe una cosa da vedere? Siamo più carini di tutte le ragazze della scuola... presenti escluse, ovviamente,» aggiunse in fretta.
«Oooh,» sospirò Lily, battendo le mani come una ragazzina, «immaginatevi se doveste limonare...»
Tutti la fissarono sbalorditi.
«LILY!»


... continua ...













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