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Titolo: Pensieri inopportuni
Autore: Sadako
Serie: Darkover di Marion Zimmer Bradley e il gioco "The Elvas Project" ad esso ispirato
Pairing: Brydar x Duane
Spoiler: Continua l'operazione di seduzione di Brydar su Duane. Si posiziona dopo "Ricordi del passato" di Sadako
Rating: NC-17 - X - Yaoi
Parti: 1
Status: concluso
Disclaimer: tutti i diritti su Darkover sono di Marion Zimmer Bradley e di chi la rappresenta. I personaggi di Elvas appartengono agli autori delle storie che li coinvolgono
Archivio: HSC

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: Pensieri inopportuni :

< Sadako >



Era stata una mattinata da favola.
Duane si era alzato all'alba e, visto che Brydar sembrava essere intenzionato a trascorrere tutta la mattina con Edric e Dyan, lui ne aveva approfittato per passare alla Torre e chiedere a Kelan qualche ripetizione. Da quando viveva con Brydar capitava sempre più spesso che i loro dialoghi fossero unicamente a livello telepatico. Nessuno dei due aveva un gran laran, ma era stata un'evoluzione quasi naturale. Soprattutto, ma questo non sapeva come lo avrebbe spiegato al MacAran, quando la vicinanza era molto stretta.
Dopo le prime volte, quando il senso di colpa aveva cominciato ad affievolirsi, Duane si era trovato sempre più in contatto con la mente di Brydar, al punto da sentirsi una cosa sola con lui. Non che il comyn si lasciasse trasportare troppo da questa fusione mentale ma, quando arrivavano al punto di non ritorno, non riusciva neppure lui a mantenersi distaccato.
Appena arrivato alla Torre aveva incontrato Patrick, per una volta solo e non fuso con l'ombra di Daenerys Hastur, e si era completamente scordato dei buoni propositi educativi.
Anche Patrick era libero da impegni. Il Cerchio stava facendo delle prove su una nuova griglia e Fiona aveva deciso di coinvolgere solo i telepati del vecchio gruppo. Daenerys era andata a fare una cavalcata con Kasentlaya, gli altri erano tutti spariti per un motivo o l'altro e lui si era ritrovato a girovagare per i locali della Torre con solo Manolo con cui scambiare due chiacchiere.
Duane si era subito offerto di tenergli compagnia, almeno fino a quando Brydar non fosse tornato dal Vecchio Castello dei MacAran.
«Abbiamo appuntamento allo Scoundrel per pranzo,» spiegò a Patrick, mentre si dirigevano verso la Biblioteca. «Questa mattina non mi andava di arrampicarmi fino alle rovine solo allenarmi con la spada.»
"Sembra che voi due andiate molto d'accordo," commentò Patrick, sedendosi su uno dei divanetti. "Tutti dicevano che saresti andato via dopo pochi giorni, invece sono già tre settimane."
Duane si avvicinò ad uno degli scaffali, sperando che l'altro non si accorgesse della sua espressione. «Brydar non ha un carattere molto facile,» rispose.
"Da quello che ho capito, anche sua sorella fa fatica a sopportarlo," continuò Patrick, "e per far irritare Dana ci vuole molto impegno."
Duane si strinse nelle spalle, voltandosi verso l'amico. «Con lui capisci chiaramente subito cosa vuole e come,» replicò. «È meno faticoso lavorare per lui che per altri ufficiali con cui ho avuto a che fare quando ero nei Cadetti.»
Patrick annuì, non aveva bisogno di spiegazioni. Kennard, il fratello di Daenerys, gli aveva raccontato delle sue avventure durante il periodo trascorso nella Guardia di Thendara, descrivendo dettagliatamente la vita del perfetto soldato.
Duane percepì parte dei racconti dalla mente di Patrick e non riuscì a trattenere un sorriso ironico. «Sono certo che se Brydar ti raccontasse gli stessi episodi, sembrerebbero storie completamente diverse.»
Patrick scosse la testa negativamente. "Non credo," disse con fermezza. "Kennard ha vissuto moltissime avventure, è un valente soldato, tanto che anche Alar gli nutre rispetto."
Duane voltò nuovamente le spalle all'amico. "Come no!" esclamò rivolto a se stesso. «Per ottenere il rispetto di Alar basta pagare senza fiatare e non lamentarsi del servizio.»
Patrick non rispose, assumendo un'espressione seria. "Kennard non sarebbe mai in grado di mentire, Rys dice che ha un concetto dell'onore molto forte."
Lo sguardo di Duane si fece triste. «Certo,» commentò piano. «Se lo dice lei...»
"Duane," Patrick gli fece cenno di sedersi accanto a lui, sul divanetto. "Cosa c'è che non va?"
Il pensiero trasmessogli da Patrick era molto dolce, ma Duane poteva percepire una sorta di freddezza di fondo che non riusciva, o semplicemente non voleva spiegarsi.
«Non c'è nulla che non va,» rispose, sedendosi accanto a lui ma chiudendosi su se stesso. «Avevo sperato che la nostra amicizia significasse qualcosa anche per te, invece...»
Patrick lo guardava con espressione stupita. "Non capisco," disse, allungando una mano a sfiorare quelle di Duane.
Duane si chiuse ancor di più dietro le sue barriere. «C'eri anche tu quella sera, alle Terme,» gli disse freddamente.
Patrick allontanò la mano. "Ricordo benissimo," rispose imbarazzato. "Avevo pensato che la tua offerta di amicizia fosse un po' troppo... intima, ma poi ho visto come Damon e Kelan gestiscono la loro amicizia, con quella profondità che tu chiedevi a me, e mi sono ricreduto."
Adesso era Duane ad essere incredulo. «Damon e Kelan?» chiese ironico. «Loro sono bredin,» e l'inflessione della parola si riferiva al loro antico rapporto di amanti e non solo a quello di fratelli di spada, «una sfumatura che tu non sembri riuscire ad afferrare.»
"La nostra amicizia è solo agli inizi. Non puoi paragonare la loro conoscenza reciproca a alla nostra. Avremo tempo per conoscerci più a fondo." Duane non aprì bocca. Aveva capito fin troppo bene a quale tipo di amicizia si riferiva ma, se non poteva avere altro, si sarebbe accontentato. "Anche se saremo impegnati con il lavoro, troveremo il modo di vederci più spesso. Non credo che a Rys dispiacerà vedermi meno, adesso che ha trovato delle buone amiche anche lei non sente più la necessità di stare sempre con me."
«Cosa centra lei adesso? Non stavamo parlando di noi?»
Patrick sorrise accondiscendente. "Sei ancora giovane Duane," gli disse, col tono da fratello maggiore che lui utilizzava spesso quando voleva far infuriare Keith. "La nostra amicizia va bene, è un bene per un uomo trovare compagni con cui condividere interessi e passioni, ma quando troverai anche tu la persona che..." Patrick non trovò la parola giusta, sembrava che il termine gli sfuggisse in quella lingua che non sentiva completamente sua.
«L'altra metà della mela?» propose freddamente Duane, utilizzando un'espressione che era sempre piaciuta a sua madre.
Il sorriso di Patrick si allargò. "Non sarei stato capace di trovare un paragone migliore," commentò soddisfatto. "Vedrai che la nostra amicizia non sarà messa in pericolo da quello che potrebbe nascere tra di noi," era chiaro che quel noi si riferisse a lui e Rys, ma Patrick si premurò di inviare nella mente di Duane alcune splendide sensazioni che lui aveva provato in compagnia della donna del suo cuore. "Vedi, anche Damon ha trovato la sua anima gemella ma, nonostante l'affetto che lo lega ad Aliciana, non è cambiato nulla nel rapporto che lo lega a Kelan."
Duane si agitò nervosamente nel suo angolo del divano, cercando di non entrare in contatto con Patrick. Quello che stava pensando riguardo le sue conoscenze a proposito delle persone citate nell'esempio non avrebbe fatto piacere al rosso.
«Adesso devo andare,» disse invece, alzandosi. «Brydar mi starà aspettando e non voglio che mi rovini il pranzo recriminando sulla mia puntualità!» "Tanto l'appetito hai già pensato tu a sistemarmelo per benino."
Lasciò Patrick da solo, a fantasticare sulla sua bellissima storia d'amore agli esordi. Per un istante pensò di augurargli di passare quello che lui stava soffrendo in quel momento, quando si sarebbe reso conto che Daenerys non aveva scelto lui come metà mancante della sua mela. Ma poi, sospirando, evitò di formulare il pensiero. Nonostante tutto lui voleva ancora bene a Patrick, anche se l'altro sembrava non rendersene conto.
Camminò a testa bassa fino alla fontana nel centro del paese ma, una volta arrivato davanti alla Beata Evanda decise di non andare allo Scoundrel. Brydar avrebbe capito che qualcosa non andava e di sicuro lo avrebbe tormentato fino a quando non gli sarebbe sfuggito qualcosa.
Prese allora la strada per la casa dei MacAran, deviando verso l'altopiano dove solitamente suo zio Benton portava i chervine a pascolare quando la neve non era tanto alta. Doveva riuscire a riordinare le idee prima di trovarsi faccia a faccia con Brydar.


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La passeggiata non gli aveva affatto schiarito le idee.
Sulla via di ritorno sentiva solo di provare una grande tristezza. Aveva accettato il fatto che Patrick non avrebbe mai ricambiato il suo sentimento ma aveva sperato che almeno gli concedesse un rapporto di amicizia un po' più stretto.
Evidentemente la sua condizione non gli permetteva ancora di sbilanciarsi così tanto con un'altra persona...
"Ma a chi sto cercando di darla ad intendere!" si disse, dandosi dell'idiota. "Con la sua Daenerys riesce benissimo ad aprirsi completamente. Solo," il pensiero lo ferì come una scudisciata, "lui non è come me."
Durante il suo solo anno trascorso tra i comyn, che aveva sempre considerato come parenti del padre ma non suoi, aveva visto tanti giovani uniti da rapporti che andavano ben oltre l'amicizia e, anche dopo che le rispettive famiglie li avevano sistemati con mogli di rango adeguato, per sfornare figli al clan, loro restavano uniti.
Il piacere dopo il dovere... e la cosa era tanto risaputa quanto mantenuta sotto una spessa coltre di ipocrisia.
Solo in pochi, come Mikhail, preferivano farsi quasi mettere al bando dalla propria famiglia piuttosto che andare contro le loro vere attitudini. La maggior parte dei maschi comyn accettava la cosa senza problemi.
Brydar era uno di questi. Se un giorno si fosse svegliato, deciso che ormai la crisi di identità causata dalla morte della moglie era passata, sarebbe tornato a Thendara ed avrebbe accettato il nuovo matrimonio concordato dalla sua famiglia, per poi trovarsi un nuovo amante tra i giovani che lo circondavano.
Duane non sperava certo di essere diverso dai tanti ragazzi che già si era portato a letto. Non aveva neppure offerto troppa resistenza ai suoi approcci, anche se non gli aveva permesso un rapporto completo, sapeva che presto o tardi sarebbero arrivati anche a quello e, in quel momento, la cosa non lo spaventava come le prime volte.
All'inizio aveva pensato che il suo cedere alle provocazioni di Brydar fosse solo una sorta di ripiego alla carenza di attenzioni da parte di Patrick. Ma la cosa gli stava piacendo molto più del previsto e non provava più il senso di tradimento nei confronti del rosso che lo aveva tormentato all'inizio.
Mentre era immerso in questi pensieri arrivò fino alla soglia di casa, senza rendersi conto dell'orario e della fame che provava. Solo una volta varcata la soglia, nel sentire il profumo di pane abbrustolito provenire dalla cucina, si rese conto di essere affamato.
Brydar, del tutto disinteressato a lui, stava preparandosi la cena con risultati disastrosi. Duane si predispose ad una sfuriata, visto che quello era uno dei suoi compiti, invece il comyn sembrò non notare neppure il suo ingresso.
«Piantala di stare lì fermo come una statua,» dopo un paio di minuti Brydar si stava cominciando ad innervosire. «Se hai tanta paura che me la prenda per il tuo ritardo, almeno vieni a finire il tuo lavoro.»
Duane prese immediatamente il suo posto davanti alla cucina, scaldando i piatti che Miranda aveva preparato nella mattinata, finendo di abbrustolire il pane e mettendo sul fuoco un nuovo bricco di jaco.
«Ti ho aspettato,» il tono di Brydar era freddo. «E sai benissimo che non mi piace farlo.»
«Ho avuto un inconveniente,» Duane fu grato del fatto che non dovesse guardarlo. «Non me la sono sentita di venire allo Scoundrel
Brydar restò in silenzio. Duane poteva percepire la carezza della mente del comyn sulla sua ma, grazie all'educazione impartitagli durante l'anno trascorso nella Torre, non cercava di imporsi né di forzare le sue barriere.
Mangiarono in silenzio. Di tanto in tanto Brydar tentava di sondare la mente dell'altro ma senza risultato. Duane era più sbarrato di un forziere del Popolo delle Forge chiuso da Zandru in persona.
Brydar lasciò che Duane si occupasse delle stoviglie. Lo lasciò da solo, in cucina, mentre lui si accomodò su una delle poltrone davanti al camino, con un bicchiere di liquore in mano, ad osservarlo mentre sistemava tutto.
Resistette molto poco. Duane aveva appena messo a bagno le stoviglie, in modo che i resti del cibo non si attaccassero troppo, quando lo raggiunse prendendolo alle spalle.
Brydar gli sfilò lentamente la camicia dai calzoni, infilando le mani sotto il tessuto. «Finisci di lavare quei piatti,» gli disse all'orecchio, baciandogli il collo. «Non voglio che tu debba tornare qui dopo.»
Duane cercò di impegnarsi nell'operazione ma fu una cosa molto difficoltosa. Le mani di Brydar lo accarezzavano lungo tutta la lunghezza del torace, graffiandogli la pelle, tormentandogli i capezzoli, costringendolo a fermarsi sempre più spesso mentre cercava di non rompere nessuna delle stoviglie che stava pulendo.
Tirando un sospiro di sollievo, Duane ripose l'ultimo piatto e, appoggiandosi con i gomiti all'acquaio, si chinò leggermente in avanti, appoggiando il bacino contro quello di Brydar, rendendosi conto solo allora di quanto l'altro fosse eccitato.
Le mani di Brydar lo afferrarono, riportandolo eretto, per poi scendere fino ai pantaloni per cominciare a slacciarli. Duane si appoggiò contro di lui, lasciando che lo svestisse completamente, voltandosi solo quando quel che restava dei suoi indumenti era finito a terra in un mucchietto informe.
Brydar lo spinse verso il tavolo, facendolo sedere. Duane lo prese tra le sue gambe, bloccandolo, cominciando a slacciargli la camicia e baciando ogni centimetro di pelle che liberava dalla stoffa. Le unghie di Brydar si conficcavano nella sua schiene, provocandogli più piacere che dolore, mentre Duane cercava di fargli alzare le braccia per sfilargli la camicia.
Allentando la presa, Duane cominciò a sfilare anche i pantaloni, permettendo a Brydar di riprendere il controllo della situazione. Con decisione, il comyn lo fece distendere sul piano del tavolo, chinandosi su di lui per baciare e leccare la pelle accaldata e salata.
Mordendogli i capezzoli, Brydar fece scendere una mano lungo la vita di Duane, fino a raggiungere la curva del bacino. Sollevò una delle gambe oltre le sue spalle, facendo scivolare la mano sotto il giovane, aspettandosi la solita reazione.
Duane si inarcò istintivamente ma, cercando di resistere all'impulso di allontanare la mano, cercò di rilassarsi, permettendo alle dita di Brydar di penetrarlo con meno dolore.
Il comyn fu preso alla sprovvista e l'improvvisa accettazione di Duane completò la sua erezione, al punto che temette di raggiungere il culmine ancor prima di aver iniziato qualunque cosa. Si chinò su di lui, sfregandoglisi contro, portando anche l'altra gamba oltre le sue spalle, offrendogli così più spazio.
Le sue dita penetrarono più a fondo, strappando un lamento alle labbra di Duane. Con la mano libera Brydar afferrò il membro eretto del compagno e iniziò a sfregarlo, prendendo lo stesso ritmo delle dita che, con meno resistenza, continuavano a stimolarlo.
Quando fu evidente che non sarebbe andato oltre in quel modo, Brydar estrasse le dita e si appoggiò a lui, sfregando il proprio membro contro il suo bacino.
Duane si inarcò, offrendosi a lui. "Sei sicuro?" chiese come indeciso Brydar.
Duane annuì, lasciando aperta una breccia nella sua mente. Brydar sollevò il bacino di Duane, allargandogli le gambe per permettergli di avvicinarsi il più possibile. La mano che già l'aveva stimolato si riportò nella posizione precedente, per aiutarlo in quella che sarebbe stata una penetrazione molto più dolorosa.
Il pensiero si insinuò nella sua mente pochi istanti prima che completasse l'azione. Duane, disteso sotto di lui con il volto rosso e accaldato, le mani strette alle sue braccia come per trovare la forza di sopportare quella violazione così intima, non stava pensando a lui. L'immagine di Duane e di Patrick immersi in una delle vasche delle Terme, abbracciati e avvinghiati come lo erano loro in quel momento, si rivelò in tutta la sua chiarezza, irrigidendo Brydar nella posizione che aveva raggiunto.
Duane dovette percepire il cambiamento perché improvvisamente aprì gli occhi, trovandosi davanti allo sguardo freddo e vendicativo di Brydar.
Senza dire nulla il comyn si allontanò da lui. Lo afferrò per le braccia, tirandolo giù dalla tavola e facendolo girare, spingendolo poi nuovamente sulla superficie già riscaldata dal suo corpo. Lo fece piegare in avanti, allargandogli le gambe e bloccandolo in quella posizione con il peso del proprio corpo.
La visione di Duane e Patrick avvinghiati rimbalzò dalla mente di Brydar in quella di Duane che, non appena realizzò quello che era accaduto, cercò di divincolarsi, ma senza riuscirci.
«Non mi piace essere utilizzato solo come accessorio,» sibilò nell'orecchio di Duane, premendogli il volto contro la superficie dura del tavolo. «Quando sei con me non ti permetto di pensare a quello
Si risollevò. Con una mano gli allargò ancor di più le gambe poi, riprendendo da dove era stato interrotto, senza più preoccuparsi del dolore che avrebbe potuto arrecargli, Brydar lo penetrò con violenza.
Duane si morse le labbra, cercando di non urlare. Non riuscì a reprimere le lacrime che il dolore causato dalla penetrazione gli aveva fatto apparire agli angoli degli occhi. Le spinte di Brydar gli provocavano ancora dolore ma, lentamente, una sensazione di piacevole calore cominciò a diffondersi per tutto il corpo.
Con le menti ancora collegate tra loro, Brydar segui con interesse il susseguirsi delle emozioni. Quando fu certo che nei pensieri di Duane non fosse rimasta traccia di altri, lo scostò un poco dal bordo del tavolo e fece scivolare una mano sotto di lui.
Nonostante il dolore provato, l'erezione del giovane non era calata. Brydar lo afferrò saldamente, cominciando ad accarezzare il membro turgido, assecondando i movimenti della mano con le sue spinte. Duane, che fino a quel momento aveva taciuto stoicamente, non riuscì a resistere oltre e cominciò a gemere, mentre il dolore scemava completamente per lasciare il posto a ondate di piacere sempre più forti.
Duane venne per primo, inondando le mani di Brydar del suo seme caldo. La sensazione trasmessagli dall'orgasmo di Duane fu il tocco decisivo che portò anche Brydar al culmine. Inarcandosi per penetrarlo un ultima volta in profondità, anche Brydar venne dentro di lui, afflosciandosi poi contro la schiena sudata dell'altro.
Rimasero uno sull'altro, ansimanti. La tensione non era del tutto sparita e Duane non osava parlare. Attese che Brydar si risollevasse, liberandolo completamente da quella posizione, per potersi rialzare.
I muscoli indolenziti della schiena e delle gambe dolevano ad ogni movimento e, quando sentì il corpo di Brydar ancora accanto al suo, Duane temette che non fosse ancora finita.
Brydar lo fece girare, per guardarlo direttamente negli occhi. «Non doveva essere così, coileán,» gli sussurrò, chinandosi a sfiorargli il collo con un bacio. «Non mi sembrava che avessi mai avuto bisogno di pensare ad altro per eccitarti,» aggiunse, mordendogli il lobo dell'orecchio.
Duane deglutì, sentendosi nuovamente eccitato. «No,» gli confermò, sentendo che anche Brydar era nelle sue stesse condizioni.
Brydar lo strinse più vicino a sé, lasciando scorrere le mani sui corti capelli della nuca, scendendo lungo la spina dorsale per arrivare ai fianchi. Duane si irrigidì senza volerlo, quando le mani scesero più in basso, ma Brydar sembrò non farci caso. Continuò ad accarezzarlo, stringendolo a sé mentre i loro corpi tornavano a scaldarsi e le mani di Duane, finalmente, tornarono su di lui.
A quel punto Brydar si fermò, allontanandosi. Prese Duane per un braccio e lo spinse fino alla sua camera.
«Questa volta staremo più comodi,» disse, chiudendo la porta alle sue spalle e, con una lieve spinta, invitando Duane a sdraiarsi sul letto.
Il materasso morbido accolse il corpo di Duane avvolgendolo come in una carezza. Non aveva mai dormito su letti del genere e il contatto con una superficie cedevole e soffice come quella ebbe come risultato un ennesimo aumento dell'erezione già in atto.
Brydar lo fissò divertito, appoggiato alla porta. «Se sapevo che bastava portarti qui per ottenere una reazione così immediata, l'avrei fatto prima!»
Si avvicinò al letto, appoggiando le mani vicino ai fianchi di Duane e chinandosi su di lui, baciando ogni centimetro del corpo, leccando quei punti dove sentiva di provocare più reazioni. Scese lentamente, fino a raggiungere l'inguine di Duane, leccando con la punta della lingua il membro eretto del compagno, provando una sensazione di piacere nel sentire i lamenti provenire dalla sua bocca.
Continuò a leccare il suo membro in tutta la lunghezza fino a quando, traendo un singulto da Duane, lo prese completamente in bocca, succhiando e leccando, fino a quando non fu completamente eretto e pronto a passare a qualcosa di più completo.
"Devo finire?" gli chiese, continuando a prendersi cura di lui.
Duane gli tenne ferma la testa per qualche istante, costringendolo a continuare per un po'. Poi lo afferrò per i capelli sollevandoli il capo. Lo tirò verso di sé, sdraiandolo di schiena e mettendosi sopra di lui.
«Adesso sì,» ansimò, sollevandosi a fatica per permettere alle mani dell'altro di continuare a stimolarlo.
Brydar lo aiutò a tenere sollevato il bacino, sentendo la fatica che i muscoli già provati delle sue gambe facevano per tenere quella posizione, mentre con una mano si aiutò a condurre il proprio membro nuovamente dentro il corpo del compagno.
Duane si inarcò leggermente, gemendo piano. La penetrazione era stata meno violenta e l'ambiente era ancora umido dal precedente passaggio. Faticosamente cominciò a muoversi, aiutato sempre da Brydar che, nonostante la posizione, era tutt'altro che immobile.
Continuarono per un po', fino a quando i muscoli di Duane cedettero definitivamente e il giovane non riuscì più a sollevarsi dal corpo di Brydar.
«Non pretendere troppo la prima volta,» gli sussurrò all'orecchio, tirandosi a sedere e facendo sdraiare Duane, sollevandogli le gambe in modo da mantenere la posizione.
Continuò da dove l'altro si era interrotto, prendendogli in mano il pene eretto e accarezzandolo con lo stesso ritmo delle sue spinte.
Duane si afferrò alle lenzuola, cercando di resistere il più possibile ma fu inutile. Dopo poco Brydar venne dentro di lui e, alla sensazione di calore che si spandeva dentro il proprio corpo, anche lui raggiunse l'orgasmo.
Brydar si staccò da Duane, uscendo lentamente dal suo corpo e distendendosi al suo fianco. Sollevato su un gomito, lo stava fissando con soddisfazione. Con una mano giocherellava con i suoi capelli sudati, mentre con una gamba lo teneva fermo accanto a sé.
Duane era completamente senza fiato. Non sarebbe riuscito a muovere un muscolo neppure se un incendio avesse minacciato la loro casa. Lentamente scivolò nel primo intorpidimento che preannuncia il sonno.
Brydar si stiracchiò, sollevando le coperte sopra di loro e sdraiandosi completamente. Il movimento svegliò Duane di soprassalto.
«Vado di sopra,» borbottò, cercando di alzarsi.
Brydar lo bloccò senza troppi sforzi, costringendolo a restare dov'era. «Per questa notte dormi qui,» gli disse piano, girandosi su un lato, dandogli la schiena.
Duane non rispose. Per qualche istante restò immobile, quasi temendo di toccare il corpo che gli stava accanto poi, un attimo prima di riaddormentarsi, si girò di lato, abbracciando da dietro Brydar.
Il comyn, ancora sveglio, non si mosse. Lasciò che le braccia di Duane circondassero la sua vita e attese che il respiro si facesse regolare, mentre i muscoli indolenziti del giovane finalmente riuscivano a distendersi completamente per trovare un po' di sollievo.
Assaporando il calore che il corpo di Duane gli trasmetteva, si addormentò soddisfatto.














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