Una mano gentile scosse Allart, destandolo da sogni troppo caotici per essere piacevoli.
«Nobile Allart, siamo arrivati.»
Arrivati? Arrivati dove?
I ricordi gli sfuggivano.
«Ad Arilinn,» rispose la voce. Domna Melora, naturalmente.
Altre mani, robuste e maschili, lo sollevarono di peso, tirandolo fuori dalla lettiga. La luce del sole al tramonto fu sufficiente a fargli lacrimare gli occhi.
«Piano... posatelo piano.»
Non ebbe il tempo di protestare: non appena lo ebbero messo in piedi, si avvide che le gambe non lo reggevano. Due Guardie dovevano sostenerlo.
Non si era mai sentito tanto umiliato in vita sua.
Per fortuna, non poté lasciarsi sprofondare in pensieri oscuri, perché fu subito costretto a muoversi. La leronis, che apriva la strada, sembrava maledettamente ansiosa di lasciare le scuderie.
«Coraggio, Nobile Allart. La Signora di Arilinn ci aspetta.»
In altre circostanze, il ragazzo si sarebbe affrettato di tutto cuore; in quel momento, mettere un piede davanti all'altro gli pareva la cosa più difficile del mondo. Melora - che percepiva e comprendeva molto bene il suo senso di umiliazione - non volle accrescerlo facendolo trasportare come un peso morto e si rassegnò ad un cammino molto, molto lento.
"Sia lode ad Aldones!" Esclamò, quando svoltarono un angolo e l'ingresso principale della Torre apparve alla loro vista.
"Parenti, Comynarii, Guardie, vi do il benvenuto alla Torre di Arilinn."
Incredibile! Su quella soglia, ammantata di cremisi, li attendeva Marelie Hastur in persona.
«Vai leronis,» esordì titubante, «non vi sareste dovuta disturbare...»
«Forse no,» rispose la Formidabile Marelie, «ma ho pensato che farvi attendere non fosse prudente e neppure cortese.» "Perfino uno sforzo fisico eccessivo, in questo momento, potrebbe far precipitare le sue condizioni."
«Oh...» Le occorse un momento per controllarsi. «La vostra cortesia ci onora. Voi... voi date grazia a questo incontro.» Avevano raggiunto la soglia, finalmente, e, mentre Marelie le sfiorava il polso, in segno di saluto, Malora si sentì piombare addosso tutta la stanchezza del viaggio.
«Tra poco, cara,» le sussurrò la Custode di Arilinn, «potrete deporre il vostro fardello e riposare serena.»
«Vi ringrazio, vai leronis,» riuscì a mormorare in risposta. E si scostò, in modo che gli occhi acuti della Custode potessero posarsi sul ragazzo dietro di lei.
Marelie non attese una presentazione formale: «Suppongo che voi siate il Nobile Allart Hastur?»
Ma perché quella donna parlava in maniera così... distaccata, inespressiva?
Il ragazzo si inchinò, confuso, e mormorò: «Z' par servu, vai leronis.»
«Voi date grazia a questo incontro, parente. Io sono vostra cugina Marelie Hastur, Dama di Arilinn. Mi sono impegnata ad addestrarvi personalmente, quando ho saputo che possedete il Dono degli Elhalyn.»
«Ve ne sono molto grato, vai tenerésteis.»
La Custode lo osservò in silenzio per qualche istante, poi chiese: «Voi siete il figlio di Alanna, non è vero?»
«Conoscete mia madre?» domandò, sorpreso e orgoglioso.
«Non di persona. Molti anni fa, quando vostra madre si trovava a Neskaya, per l'addestramento, siamo entrate in contatto attraverso i relè.»
Allart non capì di cosa stesse parlando, ma non si azzardò ad interromperla.
«Ma Alanna, che io ricordi, non possedeva il Dono degli Elhalyn, anzi nessuno dei donas... Perdonatemi!» si interruppe la Custode. «Voi siete stanco e io vi trattengo qui fuori, invece di offrirvi il meritato riposo.»
Il ragazzo, adesso, riusciva a reggersi in piedi da solo, così le Guardie furono congedate in fretta.
"I Monitori mi hanno riferito che il malessere sopraggiungerà a momenti. Dobbiamo affrettarci."
"Oh!" Sforzandosi di non cedere al panico, Melora seguì la Custode fino alla stanza più vicina.
Ma vi arrivarono un attimo troppo tardi. A soli pochi passi dalla soglia oltre la quale lo attendeva il kirian, Allart si bloccò, improvvisamente pallido e sudato. Gli occhi sgranati si rovesciarono all'indietro, mentre la schiena si inarcava; poi, uno scatto in avanti, un getto di vomito...
"Convulsioni!"
Il kyrri accorse con il kirian, ma era impossibile somministrarglielo, in quelle condizioni.
"Andate a riposarvi, mia cara," ordinò Marelie. "Siete troppo stanca per questo, chiamerò qualcuno che mi aiuti e vi terrò informata."
Troppo stanca per obiettare, Melora seguì un altro kyrri, comparso dal nulla, o così le sembrava, e si lasciò condurre verso una stanza, una qualsiasi, un bagno caldo... Il ragazzo... era nelle mani giuste, le migliori di Darkover...
Aveva deposto il proprio fardello. Poteva riposare.