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L'arrivo a Elvas

Amyra Hastur

Cavalcavo tranquillamente, il cappuccio tirato sulla testa, semiaddormentata. Ciò nonostante, sentivo con inusuale chiarezza tutti i suoni che mi stavano attorno: gli uccelli che cinguettavano allegri salutando la fine dell'autunno, gli zoccoli dei quattro cavalli che battevano ritmicamente sul terreno ancora gelato, il respiro un po' stentato di una delle Rinunciatarie, che si stava prendendo un brutto raffreddore. Il silenzio prolungato di mia sorella non mi pareva strano. Impulsiva com'era, sicuramente si stava rendendo conto solo adesso di quello che aveva fatto, e valutava tutti i pro e i contro. Ma come dice il proverbio, neppure tutti i fabbri delle forge di Zandru riuscirebbero a far tornare intero un uovo dopo che si è rotto, perciò presto o tardi si sarebbe rassegnata al destino che si era scelta. Ma quanto mancava ancora? Erano passati già sei giorni da quando ero partita da Neskaya, dieci da Arilinn.
Rivolsi questa stessa domanda ad Amelie, di cui ormai ero amica, che mi disse: «Non manca molto ormai. Guarda, saliti sulla prossima collina dovresti riuscire già a scorgere la Torre e il villaggio.»
Piena d'aspettativa, attesi con ansia il momento, ma quando il panorama si aprì davanti a me, rimasi letteralmente senza fiato. La visione che ci si parava davanti riuscì a scuotere perfino Fiamma dal torpore in cui si era calata. Gli ultimi raggi del sole in tramonto colpivano obliqui la Torre, che sembrava fatta di qualche stupenda gemma, avvolgendola in un'atmosfera di magia. Non potei non esserne attratta, e in preda alla gioia spronai il mio cavallo e galoppai avanti, con somma disperazione delle due Rinunciatarie. In poche ore fummo all'entrata del villaggio. Fiamma si accostò al mio cavallo, trasmettendomi una sensazione di calma e di sicurezza. Il sole era già calato, e con grande dispiacere dovetti separarmi da Amelie, che prese in consegna i nostri cavalli e ci consigliò di andare alla locanda. Ero veramente stanca, perciò assentii con gioia. Insieme a Fiamma, mi incamminai, incuriosita, per il villaggio che sarebbe diventato la mia dimora per gli anni futuri, e all'improvviso scorsi proprio quello che stavamo cercando. Un'insegna citava il nome della locanda, Northern Scoundrel. Nel locale faceva piacevolmente caldo, visto che ai due angoli della sala scoppiettavano allegramente dei fuochi. Facce incuriosite si voltarono a guardarci. Mi girai a guardare Fiamma, credendo che come sorella maggiore volesse prendere in mano la situazione, ma solo allora, alla luce del focolare, mi resi conto che aveva un'aria vagamente febbricitante. Ma certo! Aveva cavalcato in mezzo a una tempesta! E stamattina, quando mi era sembrata solamente pensierosa, era in preda alla febbre, e per non farmi preoccupare non aveva detto niente! Li per lì quasi mi arrabbiai. Ma come! Aveva alzato così tanto le barriere verso di me, sua sorella! E io, che neanche me ne ero accorta! Presi l'iniziativa e mi rivolsi all'uomo dagli occhi malevoli, che lanciava brevi occhiate alle nostre chiome ramate, e che sembrava essere il proprietario.
«Vorrei una stanza per me e mia sorella, se non vi dispiace. Fateci portare di sopra anche due tazze di jaco caldo, e chiamate una Guaritrice, per favore, mia sorella non si sente bene.»
«Potrei sapere il vostro nome, almeno?» chiese sgarbatamente.
«Amyra Hastur,» e, senza aspettare la risposta mi avviai alle stanze che ci aveva assegnato. Ma la risposta venne, anche se non mi giunse con la voce: "Per Zandru, altri Comyn!" Mi feci immediatamente un bagno caldo, che mi scongelò gli arti ghiacciati, e costrinsi Fiamma a fare altrettanto. Quando ebbe finito, si fece condurre senza protestare al suo letto, dove si coricò. Dopo poco sentimmo bussare alla porta, e quando l'aprii, mi si presentò davanti una donna, con i capelli corti e gli abiti da Rinunciataria, sulla ventina, la faccia sorridente e amichevole, vagamente accattivante. Senza saperne il motivo, mi fu immediatamente simpatica, e seppi che di lei mi potevo fidare. Cosa importante, teneva in mano le nostre due tazze di jaco.
«Salve,» mi disse. «Io sono Dana n'ha Angela. Queste devono essere vostre.»
«Sì, certo.» dissi, prendendo in mano le due tazze, vagamente smarrita.
Ma subito disse: «Ho saputo che vostra sorella è malata. Non abbiamo ancora una Guaritrice, ma io un po' me la cavo. Posso vederla?»
La accompagnai al capezzale di mia sorella, che riconobbe il volto della donna. «Dana! Sapevo che ti avrei rincontrato, venendo qui, ma non mi aspettavo così presto!»
«Tu devi essere Fiamma, la ragazza che ho incontrato nel sopramondo qualche tempo fa. Sì, in effetti quando ho sentito che era arrivata una Hastur, ho pensato che potessi essere tu.»
«La notizia si è già diffusa?» dissi io, abbastanza irritata per essere stata esclusa dalla conversazione. «Scusatemi, ma prima non mi sono presentata. Sono Amyra Hastur, la sorella di Fiamma, anche se lei sembra non ricordarsene.»
Fiamma mi sorrise indulgente, e disse: «Scusa, Dana, non mi sono ricordata di presentarti mia sorella.»
La donna sembrava divertita da questo scambio di battute. «Così, siete sorelle? Della stessa madre?»
«Certo!» dissi io. «Ma forse adesso dovreste occuparvi di Fiamma.» Dana la visitò, mentre io sorseggiavo il mio jaco caldo, e poi le diede un liquido che prelevò da un'ampolla che precedentemente non avevo notato, versandolo nella sua tazza. Quando Fiamma la bevve, quasi subito si addormentò.
Dana mi disse: «Questo infuso le farà passare la febbre. Siete venute per la Torre?» Io annuii. Eravamo scese ed ora sedevamo ad un tavolo un po' appartato. Non so come, ma alla fine le raccontai le nostre storie, la mia e quella di mia sorella. Lei annuiva comprensiva, e forse le fece un po' pietà. Sta di fatto che si propose per portarmi alla Torre il giorno successivo.
«Tua sorella, se vorrà, potrà venire anche lei, oppure il giorno successivo, appena si sentirà meglio. Stai tranquilla, la curerò io.» Così mi ritirai, emozionata come se fosse la prima volta che dovessi entrare in una Torre.









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Disclaimers

Fiamma e Amyra riescono finalmente a raggiungere Elvas.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008