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Un sogno di liberazione

Fiamma Hastur

Dove stai andando?» la voce di Leonie. L'aveva scoperta.
«Via.»
«Ma non puoi! Ti stai addestrando come Custode, te ne sei dimenticata? E i tuoi doveri verso la Famiglia?»
Non poteva più esitare. Leonie poteva dare l'allarme in qualsiasi momento. Bastava una breve comunicazione telepatica per mandare a monte tutto. Ma, per sua fortuna, aveva ancora un asso nella manica. Notò, sul terreno gelato, un ciocco di legno che faceva al caso suo. Si doveva solo concentrare ed aspettare il momento giusto. «Guarda Leonie, la Custode!» La ragazza si girò trionfante, ma... un attimo dopo era a terra svenuta. Infatti Fiamma, approfittando della sua distrazione, aveva richiamato a sé, con enorme fatica e con quel poco di telecinesi che aveva, il ramo posto vicino a lei, e l'aveva usato, come dire, impropriamente. Leonie si sarebbe risvegliata con un bel mal di testa. Un attimo! Sentiva che qualcuno la stava cercando mentalmente. Si schermò come meglio poteva, sperando che fosse abbastanza. Sua cugina aveva dato l'allarme prima di svenire! Cosa poteva fare adesso? Non poteva resistere a lungo, era già stanca. Doveva creare un diversivo. Era l'unico modo. Si concentrò mentalmente su un carretto di fieno, protese qualcosa dentro di sé e sentì quasi fisicamente le correnti di potere che scorrevano nella terra, ne scelse una e la utilizzò, la modificò, e creò il fuoco. Utilizzava di rado questo suo Dono perché, oltre a sfinirla, era molto pericoloso. Ora, dopo aver utilizzato anche altre forme di Potere, era letteralmente esausta. Si appoggiò pesantemente al muro e respirò profondamente una, due volte. Presto! Doveva fare presto! Si trascinò fino al suo cavallo, precedentemente preparato per il viaggio, e montò in sella. Di solito era una brava cavallerizza, e le piaceva molto lanciare il cavallo nelle tenute di suo padre, quando andava a fargli visita prima che fosse iniziato l'addestramento vero e proprio. Povero padre! Era sempre stato buono a modo suo, e lei capiva anche perché ce l'avesse così tanto con sua sorella. Era identica a sua madre. Gli stessi occhi dorati, gli stessi capelli che sfuggivano sempre alle forcine, gli stessi modi gentili e aggraziati. Il loro padre soffriva a vederla. Aveva amato moltissimo sua moglie, e ogni qualvolta che vedeva la figlia si ricordava della sua impotenza mentre la sua adorata sposa moriva. Per questo non voleva che le comparisse davanti Amyra. Lei credeva che fosse perché il padre la accusava della dipartita della madre. Ma non era così. Aveva cercato di spiegarglielo, ma non era riuscita a farla tornare sulla sua idea. Ed ora, perdeva entrambe le figlie. Forse non le avrebbe riviste mai più. All'idea del dolore del padre, Fiamma sentì una stretta al cuore. Ma era troppo tardi per tornare indietro. Aveva preso la sua decisione. Dal promontorio osservò le fiamme attaccare le stalle. I componenti della Torre sarebbero stati troppo occupati a salvare le bestie per cercare lei. Ma le fiamme se la sarebbero presa comoda. Era riuscita a prevedere la direzione che avrebbero preso, e non avrebbero fatto molti danni. Non poteva rischiare di uccidere qualcuno o, addirittura, incendiare la Torre. Sarebbe stato troppo. Si avviò silenziosamente per la sua strada sapendo, grazie alla tempesta di neve che l'aveva bloccata, che presto si sarebbe ricongiunta con sua sorella...


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...Fiamma si svegliò, i vestiti appiccicati al corpo per il sudore. Dov'era? Non stava cavalcando... Amyra la guardò, il volto assonnato con una sfumatura di preoccupazione. "Tutto bene?"
Ora ricordava. Era nel suo sacco a pelo, accanto a quello della sorella. Era da quando l'aveva incontrata che tutte le notti si ripeteva quel sogno. Il ricordo della sua fuga. Che qualcosa fosse andato storto? E poi... "Ora capisco. In effetti, pensavo che fosse successo qualcosa di simile. Se la cosa ti tormenta, posso mettermi in contatto con Marelie di Arilinn per saperne di più."
La frustrazione le aveva fatto abbassare le barriere! E inconsciamente aveva trasmesso le immagini del sogno (o ricordo?) nella mente della sorella. Imprecò mentalmente. Non voleva che portasse anche questo peso, però... "In effetti, forse...si, mi piacerebbe saperne qualcosa di più."
Amyra annuì, e tirò fuori dal sacchetto di seta che portava al collo la sua matrice, di un azzurro intenso. Si concentrò su di essa e sentì che l'enorme distanza che c'era fra lei e la Torre di Arilinn non esisteva più.
"Marelie..." "Sei tu, Chiya? Mi fa piacere sentire che stai bene. Purtroppo devo darti una brutta notizia... A Neskaya, tre giorni fa, è scoppiato un piccolo incendio che ha distrutto le stalle. Non ci sono state vittime e l'incendio è stato presto domato, ma tua sorella è stata data per dispersa... Chiya, pensano che sia morta."
Per un attimo, Amyra rimase senza parole. Possibile che i loro problemi si fossero risolti da soli?
Ma ad un lettore del pensiero non puoi nascondere niente, soprattutto se sei in rapporto con lui. Perciò Marelie comprese tutto e restò per un attimo in silenzio.
"Capisco...devo ammettere che sono felice che tua sorella sia sana e salva. Elvas acquisterà un valido membro. In effetti, le cose per lei si sono risolte... visto che la credono morta. Io non dirò niente, state tranquille. Vi auguro buona fortuna, ragazze."
Il tocco mentale di Marelie lasciò la mente di Amyra che, soddisfatta, raccontò ogni cosa alla sorella.
Fiamma ne rimase sconcertata. La credevano morta?! Ma, allora... Leonie non ha detto niente!









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Disclaimers

Fiamma raggiunge la sorella, bloccata in un rifugio per una tempesta.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008