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Una decisione difficile

Fiamma Hastur

Distesa sul letto, Fiamma aspettava pazientemente che giungesse il tramonto.
Lasciava scorrere liberi i pensieri, permettendogli di seguire il corso che più gli aggradava, senza alcuna preoccupazione apparente.
Il sangue affluiva al suo cervello, sincronizzandosi col proprio respiro, lento e regolare. Sorrise. Le tecniche che aveva appreso a Neskaya erano veramente efficaci. In realtà, se solo se lo fosse permesso, una marea di dubbi e preoccupazioni l'avrebbero sommersa. Al contrario di quello che aveva detto a sua sorella, lei era consapevole di tutto quello che la sua presenza in quella valle comportava. Adesso, solamente la Custode avrebbe potuto fare qualcosa per lei.
Chissà come se l'era cavata, la sua cara sorellina?
Per Amyra non c'erano problemi, da poco aveva iniziato l'addestramento. Non avevano neanche deciso cosa fare di lei, ad Arilinn. Forse, non era mai stata neanche in un Cerchio.
Meglio per lei. Ora aveva la possibilità concreta di poter restare, di poter essere utile a qualcosa. Ma lei?
Lei aveva ubbidito ad un istinto, più che alla ragione. Ed ora doveva renderne conto.
Si alzò di scatto, impedendo al pessimismo di travolgerla. Era ora. Mentre si vestiva, controllò distrattamente le proprie funzioni vitali. Rassicurata dall'esame, che le aveva fatto notare un notevole miglioramento dell'infiammazione alle vie respiratorie, cercò di contattare Dana. Non era nei paraggi, forse era ancora nella Torre. Meglio non disturbarla.
Scese nella locanda, dove vari avventori bevevano firi e sidro.
Si rivolse ad una donna, che da dietro il bancone serviva i vari clienti «C'è qualcosa da pagare?»
«No, damisela, una giovane signora ha già saldato il conto.»
Amyra!
«Devo fare qualcos'altro per voi?»
«No, no... grazie.»
Fiamma uscì all'aperto, e l'aria ghiacciata la svegliò del tutto. Con aria risoluta, si voltò verso la Torre.


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«Vorrei poter vedere la Custode, se al momento non ha altri impegni. No, non mi aspetta. O almeno credo.»
Aveva davanti una Rinunciataria, dall'aria sospettosa, che le aveva sbarrato l'ingresso alla Torre. Si era presentata come Shonnach n'ha Pedra, ed al momento sembrava interessata a farle il terzo grado. La donna le lanciò un'occhiata penetrante e, avendola giudicata inoffensiva, la lasciò passare.
«Parlate a qualcuno della Torre, vi informerà lui se Fiona è disposta a ricevervi.»
Dopo ciò, ripartì a testa bassa, com'era venuta, per chissà quale destinazione. Fiamma la guardò allontanarsi, indecisa. Poi, preso il coraggio a due mani, bussò.
Le aprì un uomo alto, dai capelli scuri, ancora giovane nonostante una strana sofferenza negli occhi grigi. Si presentò come Kelan MacAran, e l'invitò a dire cosa voleva.
Dieci minuti dopo, si trovava davanti alla porta dello studio privato della Custode. A quanto pare, era attesa.
Kelan bussò lievemente, e dovette ricevere risposta visto che poi disse: «Fiona vi aspetta.»
Fiamma era nervosa, eppure, in un certo senso, lieta di conoscere un personaggio di cui tanto si parlava nella Torre dove era stata addestrata. Sapeva che, comunque sarebbe andata, avrebbe trovato una persona disposta ad accettarla per quello che era.
Aprì la porta.
Fiona era seduta su una poltrona rivestita di cuoio, su cui risaltava il cremisi dell'abito. Posandovi gli occhi, provò una fitta di nostalgia. La Custode era lì, avvolta dai veli, senza età, il viso benevolo eppure, in un certo senso, terribile. «Così tu sei Fiamma.»
«Al vostro servizio, vai leronis
«Sei stata addestrata per diventare, un giorno, Custode, non è così?»
«Ho avuto questo onore.»
«Tu sapevi, venendo qui, che avresti potuto mettere in pericolo la nostra comunità?»
Una persona che andava dritto al punto, pensò Fiamma con una fitta al petto. «Sì, sapevo che c'era questa possibilità. Ma confidavo nella vostra saggezza...»
«Mi fai onore, ragazza, ma i fatti sono questi: sei scappata durante l'addestramento come Custode, e ti sei finta morta. Ma tutti quelli che sono stati con te in un Cerchio potrebbero riconoscerti sia che tu entri inavvertitamente nel sopramondo, anche solo dormendo, sia che tu entri a far parte di un nuovo Cerchio. Sarebbe un bello shock per loro, visto che ti credono morta, e un bel problema per noi, che verremo scoperti.» Il tono era stato duro, freddo.
Fiamma la guardò con occhi disperati. «Dunque, non c'è niente da fare?»
«Dipende da quello che sei disposta a fare tu, chiya.» Il tono, improvvisamente più dolce, la rincuorò un po'. «Per te è più importante essere creduta morta o il tuo lavoro di Custode?»
Fiamma non dovette neanche pensarci.
«Devo ammettere che, benché non me lo aspettassi, farmi credere morta è stato comodo, soprattutto perché ha impedito che fossi cercata durante il viaggio. Ma ora, no... Essere Custode è tutta la mia vita!» Era disperata, le parole non volevano uscirle di bocca! Come avrebbe fatto a spiegare cosa realmente voleva e sperava, cosa realmente le importava o no? C'era un unico modo, ed era decisa a giocarsi il tutto per tutto per questo.
Lentamente, abbassò le sue barriere, in un modo che non aveva osato fare neanche con sua sorella durante il viaggio, sicura che sarebbe stata capita da una persona che poteva sapere quello che aveva passato.
Fiona percepì il flusso di pensieri, emozioni e immagini legate a quelle parole, in un modo quasi commuovente, ma volle continuare.
«Lo so, chiya, e posso comprenderlo. Ma se questa è davvero la tua scelta, capisci anche da sola che non puoi restare. Il tuo dovere è tornare a Neskaya e terminare ciò che lì hai cominciato. Sempre che...» si interruppe pensierosa. «Il tuo gesto è stato una grave disobbedienza. Forse, per punirti, potrebbero decidere di sospendere l'addestramento.»
Fiamma non riuscì a reprimere un brivido. Era la cosa che, anche senza mai ammetterlo, aveva sempre temuto fin dal momento in cui aveva deciso di fuggire.
«No, vi supplico! Non rimandatemi indietro...»
«Ti rendi conto di cosa mi chiedi?» la voce di Fiona era diventata di ghiaccio. «Le Custodi di tutto Darkover mi hanno consentito di condurre questo esperimento mettendo a rischio l'intero sistema delle Torri! Se il Consiglio venisse a sapere che loro fanno qualcosa, anche la più innocente, al di fuori del controllo del Consiglio dei Comyn, avrebbero l'occasione per toglierci quella autonomia conquistata a fatica dopo le guerre del Caos, eppure loro mi hanno dato fiducia e stanno coprendo la nostra Torre! E io ora dovrei ingannarle per proteggere una ragazzina impulsiva?»
Fiamma avvampò, desiderando essere inghiottita dal pavimento.
«Potrei fingermi un'altra persona...» cominciò con un filo di voce.
«Potresti provarci, ma non è questo il punto. Saresti disposta, per non mettere in pericolo nessuno, a non dare troppe informazioni su te stessa agli altri abitanti di Elvas? Arrivare persino a mentire?»
«Beh, no, mentire no. Ho anch'io dei principi morali,» disse a disagio, «perciò cercherei di non doverlo fare. Ma sono disposta a rimanere... nell'anonimato,» disse, ridacchiando, più per il nervosismo che per la battuta.
Fiona sorrise, e annuì. «Bene. Mi aspettavo questa risposta. Se tu fossi stata disposta a mentire, ti avrei già congedato. Ma non ti chiedo l'anonimato. Solo... una certa discrezione. Se tu dovessi restare,» disse, per troncare sul nascere speranza immotivate. «Ma questo risolverebbe solo il problema con gli abitanti di Elvas. Resta il problema del tuo riconoscimento da parte degli altri telepati di Darkover. Saresti disposta, nel caso, a non salire nel sopramondo per un tempo che potrebbe essere molto lungo? A farti bloccare i centri del laran per non farti riconoscere durante un normale contatto telepatico o in sogno, nel caso dovessi raggiungere il sopramondo nel sonno?» Fiona la scrutò con sguardo penetrante.
Fiamma era esterrefatta. Si era aspettata qualcosa del genere, ma sentirlo dire a parole era tutt'altra cosa che immaginarlo!
Restò per un attimo immobile, interdetta, soffocata dalla paura crescente. Cosa, cosa fare? Farsi bloccare i centri del laran non era come bere un bicchier d'acqua!
«No, infatti,» disse la Custode, che aveva seguito il ragionamento. «E non solo per te. L'operazione sarà rischiosa, visto che per mantenere quanto più possibile il segreto non coinvolgerò né un Monitore né un Cerchio. E le conseguenze per te saranno ancora peggio. Sei nata con un laran potente. Rinunciarci, anche se solo temporaneamente, sarà come essere mutilata. Se la tua determinazione è forte, sarà possibile superare il trauma, ma ne deve valere la pena.»
Fiamma colse perfettamente il significato di quelle parole, e la fecero infuriare. Lei non era una bambina! «Sono disposta a farlo,» disse, tutto d'un fiato.
«Bene. Naturalmente, saprai che è difficile prendere una decisione, nel tuo caso. Entrambe abbiamo ancora bisogno di riflettere. Resterai a dormire alla Torre, prendendo anche i pasti nella tua camera e cercando di parlare con meno persone possibile. Probabilmente vorrai vedere tua sorella: avete molto di cui discutere, visto che la tua scelta dovrà necessariamente coinvolgere anche lei. L'ho chiamata e adesso è qua fuori che ti aspetta. Ti farò sapere la decisione che prenderò quanto prima. Per il momento, riposati.»
La Custode iniziò a sfogliare un libro, facendole capire che l'aveva congedata.
«I miei saluti, vai leronis
«Un'ultima cosa. Questa è una piccola comunità, dove tutti si chiamano per nome. Ti prego, perciò, di non usare più titoli, ma di chiamarmi semplicemente Fiona.»
«Come volete, Fiona.»
Si chiuse la porta alle spalle, e si ritrovò abbracciata ad Amyra. «Com'è andata? No, aspetta, vieni. Lo sai che ti hanno dato la camera di fronte alla mia?»









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Disclaimers

Fiamma Hastur ha il suo primo incontro con Fiona. A causa degli avvenimenti legati alla sua fuga da neskaya, le cose non vanno esattamente come la ragazza aveva previsto.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008