Sono stanca!»
Loreena chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale della poltrona, sospirando.
Fiona alzò un sopracciglio con aria critica. «C'è ancora molto da fare, lo sai. Riposerai più tardi.»
La giovane la fissò, gli occhi pieni di lacrime. «Non ce la faccio a continuare. Sono ore che sollevo oggetti con il laran.»
La Custode liquidò la questione con un piccolo gesto della mano. «La candela si è sciolta solo per due terzi. Dovrai continuare a esercitarti finché non sarà completamente consumata.» Il tono si fece più paziente. «I tuoi canali sono proprio come muscoli: se vogliamo che siano in grado di sopportare il flusso di energon di un Cerchio al completo, dovranno essere molto più sviluppati di come sono ora!»
Loreena tacque un attimo, combattuta tra il rispetto per la figura autorevole che le stava davanti e il suo disperato bisogno di riposo. Poi si morse un labbro e riprese a concentrarsi sulla matrice.
Il pesante baule posto davanti a lei si sollevò di pochissimo, in maniera irregolare.
«No!» Il rimprovero di Fiona anticipò di un istante il tonfo della cassa che cadeva al suolo. «Così non va! Non ti stai impegnando abbastanza!»
Questa volta la ragazza arrossì fino alla radice dei capelli e alzò la testa di scatto, con un gesto di sfida che non le era abituale. «Non riesco a fare di meglio, mi dispiace!»
«Se hai ancora la forza di contestare quello che ti dico, vuol dire che ne hai abbastanza per continuare a esercitarti. Quando usi il laran devi ignorare tutto, anche la stanchezza. È per questo che ci sono i monitori. La tua attenzione deve essere solo su ciò che stai facendo.»
«Anche se svengo nel tentativo?»
Fiona la fissò con uno sguardo enigmatico. «Guarda!» ordinò.
Un limpido zampillo di acqua si levò dalla brocca appoggiata sul tavolo e andò a riempire fino all'orlo uno dei bicchieri posati sul vassoio di legno. Non una goccia si sparse sul tavolo.
«Ora tu!»
Loreena la guardò cercando di capire cosa volesse ottenere.
«Riempi un altro bicchiere!»
Perplessa, la giovane riportò lo sguardo sulla sua pietra matrice. L'acqua fuoriuscì dalla brocca in uno zampillo irregolare e raggiunse uno dei bicchieri lasciando una scia bagnata sul tavolo. Nel tentativo di contenere il danno Loreena concentrò il getto, ma lo rese troppo violento. Il bicchiere si rovesciò sul tavolo, spargendo tutto il suo contenuto e urtando la brocca, ormai vuota, con un suono sgradevole.
Loreena aggrottò le ciglia.
«È un esercizio piuttosto facile. Perché hai fallito?» Il tono della Custode sembrò troppo serio alla ragazza.
«Sono stanca... Ho bisogno di riposare.»
«Dopo ore di lavoro in un Cerchio sarai molto più stanca di così.»
Loreena mantenne la sua espressione corrucciata.
«Non capisci?» Il tono di Fiona si abbassò leggermente. «Se l'acqua fosse stata il fascio di energon e i bicchieri i componenti del tuo Cerchio...»
La giovane spalancò gli occhi, mentre tutto il fiato che aveva nei polmoni usciva con un unico sbuffo sordo.
«La tua concentrazione può rappresentare la differenza tra la vita e la morte dei tuoi telepati.» La Custode fece una breve pausa per permettere alla sua allieva di assimilare completamente la portata di quell'affermazione. «Credi che questo non valga qualche sforzo da parte tua?»
«Io... io non...» Loreena balbettò alla ricerca di una frase che riuscisse a esprimere la sua mortificazione, poi abbandonò l'impresa. Strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne e riportò la sua attenzione sulla matrice che pulsava debolmente davanti a lei.
Il baule si staccò con decisione dal pavimento, sollevandosi di un buon palmo, e rimase perfettamente immobile nell'aria. Solo un leggero tremito nella mascella serrata dimostrava lo sforzo che stava facendo la ragazza.
Fiona sorrise soddisfatta: Loreena sarebbe diventata una grande Custode!
