[Home] [La storia del Progetto Elvas] [Regole Utilizzate]
[Personaggi] [Luoghi] [Racconti] [Download]
[Cronologia] [Genealogia] [Dizionario] [Musiche] [Immagini e Disegni]
[Giocatori] [Incontri] [Aggiornamenti] [Credits] [Link] [Mail]
barra spaziatrice
[torna a Racconti] [E.S.T. dE +2, marzo (5)] [Credits & Disclaimers]



Cercasi apprendisti, offresi fattoria

Gwennis n'ha Hannah

Ancora euforico per il recentissimo arrivo di sua sorella Maeve, Shann stava lavorando una mattina a un completo di finimenti per il cavallo di Alar, che lo avrebbe pagato profumatamente (o così aveva dichiarato lui). Anndra comparve sulla porta della bottega. «Mastro McKee, buona giornata. La sella che mi avete fatto ha ottenuto molto successo; volevo farvelo sapere.»
«Grazie, Nobile Castamir,» replicò Shann. Ovviamente, a differenza di Alar (forse), la sella era dovuta al comyn senza retribuzione, come era abituale su Darkover; ma gli faceva piacere far conoscere le sue abilità.
Anndra girò lo sguardo sulla bottega, un'ampia stanza sparsa di pezzi di cuoio, strumenti di lavoro e finimenti completi. Shann non era un uomo particolarmente metodico, ma sembrava trovarsi a suo agio in quell'ambiente. «Dite, mastro McKee, ho bisogno di un paio di guanti. Sareste in grado di farli?»
Shann ci pensò. «Non ci ho mai provato,» disse, «ma penso che potrei farcela. Il fatto è che ultimamente sono molto impegnato. Dom Damon mi ha chiesto una fornitura di finimenti per tutti i suoi cavalli.»
Anndra sorrise. «Vi serve un apprendista, mastro McKee. Non vi farò fretta; preferisco avere un lavoro fatto bene, non importa quando.»
Quando il comyn se ne fu andato, Shann rimase a riflettere. Un apprendista? Sì, ci sarebbe stato bene. Ma per il momento non poteva permetterselo. Si era imbarcato in tanti progetti, arrivato a Elvas - l'allevamento delle pecore, le scuderie, la realizzazione dei lavori in cuoio, un figlio, non necessariamente in questo ordine - da tempo aveva riadattato una delle vecchie fattorie fuori dal villaggio, vicina a quella dove abitavano Benton e Liriel, ma si trovava sempre più spesso a passare la notte in paese nelle stanze sopra la bottega, sia per essere più vicino alle scuderie che a Gwennis. Le sue varie attività non andavano male, ma sentiva il bisogno di semplificare un poco la sua vita.
«Mi piacerebbe trovare un apprendista,» si disse, chiedendosi brevemente come fare a spargere la voce. Poi si fece riassorbire dal lavoro sui finimenti di Alar e dall'anticipazione di un pranzo di famiglia con Gwennis, Aengus, Maeve, Alban, Benton e Liriel. Sorrise fra sé mentre riprendeva a cucire. Una famiglia di sette persone. Per un uomo che soltanto un paio d'anni prima si riteneva solo al mondo, ne aveva fatta di strada...


barra

"Non chiedere agli Dei perché potrebbero darti ascolto", dice il vecchio proverbio. Shann, uomo di temperamento tutto sommato indipendente, non pensò più all'idea di trovarsi un apprendista. Si trovava così alla bottega di primo mattino, pieno di lavoro e attirato oltre a tutto dall'idea di cimentarsi con i guanti per Anndra. Gwennis, con il piccolo Aengus sul braccio, stava bighellonando per la stanza in cerca di una nuova briglia per il suo cavallo. Uno strano tumulto fuori dalla bottega attrasse la loro attenzione. Si sentivano grida scomposte di uomini e donne, ed ebbe la strana sensazione di sentir pronunciare il proprio nome. Scrollò le spalle. Era sicuramente un'impressione.
Un attimo dopo, Edric MacAran si affacciò frettolosamente alla bottega senza bussare. «Ehi, capitano, venite fuori un attimo, c'è qui qualcuno che vi conosce, credo...»
Edric fu bruscamente spinto di lato, colto di sorpresa al punto da quasi perdere l'equilibrio. Due donne irruppero nella bottega, due donne così simili fra loro da sembrare gemelle. «Shann! Finalmente ti abbiamo trovato. Che ne hai fatto di tua sorella e tuo nipote?»
Shann le fissò allibito. Si alzò lentamente dal banco, mentre Gwennis si girava a sua volta. «Non posso crederci... Kyera! Kyla!»
Le due donne avanzarono su di lui. «Non cambiare discorso. Sappiamo che sono partiti da Caer Donn per venire a raggiungere te in questo... posto.»
Shann sollevò le sopracciglia. «Ma come avete fatto ad arrivare fin qui?»
«Non è stato troppo difficile,» replicò una delle due sorelle. «Un ragazzino che viaggia da solo non passa inosservato. E sapevamo che Maeve doveva averlo seguito.»
«Ma la valle di Elvas è pressoché inaccessibile.»
«Inaccessibile, sciocchezze,» replicò l'altra. «Quando abbiamo perso le tracce di Alban ci siamo semplicemente dirette nella direzione più probabile che avrebbe preso lui. C'era questa valle all'apparenza ospitale... ed eccoci qua. Allora, dove sono Alban e Maeve?» Rivolse lo sguardo su Gwennis. «E questa chi è?»
«La mia libera compagna,» replicò Shann seccamente. Non che non fosse felice di vedere le sue cugine, ma gli pareva che lo avessero messo sotto processo.
Kyera - o Kyla - guardò Gwennis e il suo rampollo dalla testa ai piedi. «E stai con lei?» Il tono era più curioso che cattivo, retaggio - alle orecchie della Madre della Gilda - di generazioni di pregiudizio più che di malanimo. Gwennis comunque aggottò le sopracciglia, per stare sul sicuro. «E ci hai fatto un figlio? Ammesso che sia tuo.»
«Sono molto felice anch'io di vedervi, mestra,» replicò Gwennis, gelida. Diede un'occhiata folgorante a Shann da dietro le spalle della donna. «Credo di avere qualcosa di vitale da fare alla mia Gilda. Ci vediamo.» Si diresse verso la porta, ma non riuscì a uscire. Edric si era abilmente dileguato, e davanti a lei stavano sulla soglia due ragazzi dai capelli scuri, uno che la scrutava con sguardo serio e intento, uno più piccolo con un gran sorriso.
Evidentemente Shann non era ancora abbastanza sorpreso. Altri due, diceva il suo sguardo. «Ma... vi siete portate i vostri figli in questo viaggio?» Chiaramente era più preoccupato dalla salute dei due giovani cugini che delle due virago.
«Ma certo! Ti aspettavi che viaggiassimo da sole?»
Shann si coprì gli occhi.
Gwennis tentò di nuovo di uscire dalla bottega, scrollando via i due ragazzi che stavano cercando di attaccare discorso con lei e fare le coccole ad Aengus, ma adesso erano apparsi Maeve e Alban. «Lo dicevo che avevo sentito voci familiari! Zie! Duane! Keith!»
Le due sorelle si girarono. «Maeve! Cara, stai bene! Non certo per colpa di questo incosciente!» Shann crollò indietro sulla sedia, e non poté fare a meno di cominciare a ridere. Solo dopo che le due sorelle ebbero sbaciucchiato Maeve e Alban a dovere, estesero la loro benevolenza al cugino Shann e cominciarono perfino a guardare con blanda curiosità la furibonda Gwennis.


barra

Shann aveva deciso di ospitare le cugine nella sua fattoria. Erano passati solo pochi giorni dal loro arrivo, e già la convivenza era complicata. I tre ragazzi spaziavano per tutte le stanze, scherzando, esplorando e condividendo le esperienze del recente viaggio; Maeve, Kyera e Kyla dormivano in una stanza sola, con un certo incomodo da parte della donna più giovane che da tempo era abituata a una maggiore indipendenza; e Gwennis si era fermata a dormire ben poche volte, con disappunto di Shann.
Le due nuove arrivate, tuttavia, parevano essersi rassegnate in fretta all'idea che il loro cugino vivesse con una donna di fragile reputazione. Quella mattina, forse per farsi inconsapevolmente perdonare del fatto che l'avevano tenuta sveglia tutta la notte passeggiando su e giù in preda a un momento di irrequietezza (e soprattutto con la minaccia di capitare da un momento all'altro in camera a chiedere aiuto al cugino), tenevano compagnia a Gwennis insieme a Maeve mentre faceva colazione, avendo apparentemente dimenticato del tutto la loro iniziale diffidenza.
«Sì, abbiamo avuto qualche problema durante il viaggio, essendo donne, tu capisci, cara. Ma per fortuna c'erano con noi i nostri figli.»
Gwennis le squadrò. I McKee non erano certamente una famiglia nobile, ma le due donne avevano una certa raffinatezza di modi. La Madre della Gilda non badò a sottigliezze. «Dove sono i vostri mariti?»
«Io non ho mai avuto marito,» replicò Kyla. «Il marito di mia sorella giacque con me mentre lei era incinta, e nacque Keith.»
«Ah, ecco perché si assomigliano tanto,» replicò Gwennis dolcemente.
Le cugine non parvero rilevare l'ironia. «E poi il poveretto è morto. Quindi siamo rimaste con due figli orfani. Ebbene, ce la siamo cavata.»
«Avete trovato un'attività per sopravvivere?»
«Un'attività? Ma certo che no! No, i nostri figli si sono sempre dati da fare con lavoretti. Sono bravi ragazzi.»
Gwennis aggrottò la fronte. «Potreste cercare di fare qualcosa anche voi. Non è sconveniente, sapete.»
Le due donne si guardarono. «Ma non sapremmo cosa fare.»
«Sapete lavorare il cuoio? Shann cerca apprendisti.»
Le due rivolsero lo sguardo attonito su di lei. «Ma - potremmo imparare, però...»
«Forse sarebbe meglio che Shann prendesse Keith come apprendista. Lui è più giovane.»
Gwennis scosse la testa. «Perché non vi date da fare tutti e quattro?»
«Duane è stato nei Cadetti,» replicò Kyera. «Non credo che si adatterebbe a una vita così tranquilla.»
Gwennis sollevò un sopracciglio ma non disse nulla.
«E Keith ama troppo l'aria aperta,» aggiunse Kyla. «Sta lavorando con nostro cugino Benton, ultimamente, e si trova bene.»
Maeve alzò lo sguardo al cielo. «Mio figlio non si è ancora capito se vuol fare il soldato o lo studioso...»
«E allora non rimanete che voi due,» concluse Gwennis. «Potreste mettervi in società con vostro cugino.»
Shann era apparso dietro di lei, ancora un poco intontito per una notte che non era stata proprio tranquilla neanche per lui. Le mise le mani sulle spalle. «Sono d'accordo. Mi farebbe piacere che lavoraste con me. E ho anche un'altra proposta.»
«Davvero?» chiesero le sorelle.
«Che ne direste se io vi lasciassi questa fattoria per viverci con i vostri figli? Ultimamente io mi trovo molto meglio a dormire sopra le mie stanze.» Fece un sorriso particolarmente rigido. Gwennis cercò di dargli una gomitata ma da quella posizione era difficile. «A questo modo potrei essere sempre vicino alle scuderie per ogni evenienza. Il pascolo delle pecore sarebbe comunque nelle vicinanze, e bastano pochi minuti a raggiungere la fattoria. Che ne dite?»
Maeve girò lo sguardo attorno. «Ma... voi avete intenzione di fermarvi?»
«Perché, tu no?» replicò Shann, allarmato all'idea di perdere d'occhio di nuovo la sua sorellina. «Non puoi andartene, non finché Alban è qui, e Alban ormai qui sta bene.»
Maeve aggrottò la fronte, ma non ebbe il tempo di obiettare. Intervenne Gwennis. «E dove andreste? Dove vi trovereste meglio che a Elvas? Qui c'è tutta la vostra famiglia, ormai.»
Sentì le dita di Shann che contavano sulla sua spalla. Tutta la famiglia. Adesso i McKee (e loro associati) a Elvas erano... UNDICI. E a giudicare dai visi incuriositi delle cugine, sarebbero rimasti undici. Sempre se la famiglia non cresceva ulteriormente...









barra









Disclaimers

La vita di Shann, invece, migliora notevolmente con l'arrivo del resto del parentado... almeno è quello che le sue cugine pensano.

torna all'inizio







The Elvas Project © 1999 - 2008
© SDE Creations
Ultimo aggiornamento: 31/12/2008