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[torna a Racconti] [E.S.T. dE +1, ottobre (24)] [Credits & Disclaimers]



Tracce sulla neve

Kasentlaya Ridenow

L'aria immobile e gelida quasi risplendeva in quella mattina di inizio inverno. Aliciana pensò, guardando il villaggio coperto dalla neve caduta la notte precedente, che probabilmente la loro sarebbe stata l'ultima uscita della stagione.
Poche ore prima aveva letteralmente buttato giù dal letto Kasentlaya e le aveva chiesto anzi imposto, come aveva detto l'amica con un ghigno, di andare a cavallo con lei.
Erano partite praticamente all'alba attraversando il villaggio quasi deserto. Gli unici mattinieri in circolazione sembravano essere Alar e Shann; il primo appoggiato come d'abitudine alla porta del Northern Scoundrel, l'altro che si dirigeva a passo svelto verso la Gilda con un Aengus infagottato ma vispissimo tra le braccia. Kasentlaya aveva osservato con un sorriso triste la figura dell'ex soldato che si allontanava, l'espressione luminosa dei suoi occhi ogni volta che scrutava il visetto del suo bambino che faceva capolino dalla coperta e il volto radioso di Gwennis che lo attendeva sulla porta.
Aliciana riusciva a comprendere cosa passasse per la testa della sua amica nonostante la giovane cercasse di schermare i suoi pensieri, Kasentlaya pensava alla famiglia che non aveva mai avuto. In quei rari momenti di tristezza la Ridenow si chiudeva in se stessa e lo sguardo dei suoi occhi grigi diveniva assente e pensieroso come se fosse in un altro luogo, in un altro tempo. Erano passati alcuni mesi dal viaggio nel Sopramondo che aveva intrapreso con l'aiuto di Dana e Fiona per svelare una parte del suo passato ma, nonostante le insistenze delle altre giovani della Torre, non aveva voluto parlarne.
Spinta dalla curiosità, ma soprattutto da un senso di impotenza per il fatto di non poter consolare l'amica, Aliciana aveva chiesto notizie a Dana e Kelan ma i due monitori della Torre si erano dimostrati reticenti... Aliciana allora aveva provato a discuterne con Fiona ma anche il colloquio con la Custode non aveva avuto esiti positivi.
La ragazza si era rassegnata ad attendere che fosse l'altra a parlarne ma Kasentlaya aveva sempre rifiutato di avviare il discorso e questo l'aveva fatta soffrire e a volte infuriare.
Anche Alar, che le scrutava indifferente... no, si corresse Aliciana, calcolatore, aveva intuito il turbamento della più giovane e non aveva fatto commenti né su di lei né su Shann, cosa quanto mai strana visto che non perdeva occasione di punzecchiarlo.


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Erano in marcia da poco e stavano percorrendo il viottolo che conduceva verso il Castello dei MacAran quando Kasentlaya fermò il cavallo guardandosi attorno in ascolto.
"Cosa c'è Kas?" Aliciana la guardò preoccupata e le si affiancò.
"Non so... non ti sembra di aver sentito un verso strano?"
Scosse il capo. "Magari è stata una tua impressione o forse il vento," rispose dubbiosa, cominciando a scrutare la valle deserta; stavano per rimettersi in cammino quando un lamento lacerante spezzò il silenzio.
«Questo rumore?» Aliciana rabbrividì involontariamente, «ma che creatura può emettere un simile suono?» «Magari è un animale ferito... so che a volte Shonnach mette delle trappole per la selvaggina nei boschi vicino Elvas, dal suono che fa potrebbe essere un daino.»
Spinse il cavallo un poco fuori dal sentiero; un profondo strato di neve ricopriva in parte il terreno ma era così freddo che delle lastre di infido ghiaccio si erano formate sopra la neve fresca; il cavallo si agitò innervosito e la ragazza si sporse dalla sella per grattarlo tra le orecchie.
Si bloccò di scatto guardando per terra, cos'erano quei segni sulla neve? Sembravano impronte di zoccoli, ma la sera prima aveva nevicato...
"Non per tutta la notte! Dopo mezzanotte la tempesta è cessata..."
Kasentlaya sobbalzò e si girò verso Aliciana. «Sul serio?»
L'altra sbuffò esasperata. «Ma sì! Che c'è? Non mi credi forse?»
«No! No! Non dicevo questo... Senti ti va di seguire questa pista e vedere cosa troviamo? In fondo, se è un animale ferito forse possiamo fare qualcosa...»
Aliciana scrollò le spalle. «Sono curiosa... e fortunata anche! Stamani, quando siamo partite, non mi aspettavo certo di incappare in un mistero!»
Avanzarono cautamente nel fitto sottobosco per paura che i cavalli potessero scivolare e rompersi un garretto ma, dopo una decina di metri, furono costrette a smontare dalle loro cavalcature e procedettero a piedi fino ad un piccolo torrente.
Nonostante la bassa temperatura l'acqua scorreva impetuosa formando gorghi e mulinelli nella sua corsa folle verso valle, quel torrente sarebbe ghiacciato solo dopo il Solstizio e non completamente.
«Le tracce si interrompono qui,» osservò Aliciana. «A quanto pare non siamo arrivate a nulla.»
«Forse no... guarda là nel torrente,» Kasentlaya indicava una massa scura impigliata ad alcuni sterpi in una piccola ansa del corso d'acqua, dove la forza dell'acqua era meno forte.
Raccolse un ramo caduto e sporgendosi dall'argine tirò lentamente il pezzo di stoffa verso il punto in cui si trovavano; Aliciana lo afferrò prima che la corrente lo portasse via e lo esaminò.
«Sembra un mantello da viaggio... e di ottima fattura anche!»
«Se c'è un mantello forse troveremo anche chi lo indossava... non credo che con la bufera di ieri sia andato lontano.»
Di nuovo quel suono lugubre echeggiò per la valle.
«Veniva da est,» disse Aliciana, «ci basterà seguire il corso del fiume.»
Ripresero ad avanzare, le orecchie tese per captare qualsiasi suono estraneo ai rumori della foresta.
"Speriamo di non perderci..."
"Non preoccuparti... adesso ho capito dove siamo... vicino alla Gola del Lupo... ci sono venuta con Mikhail."
"Non è che mi senta più tranquilla sai?" rispose l'altra dubbiosa.
"Fortuna che non ti sente... e comunque questo è il torrente che passa vicino al villaggio e le polle delle terme probabilmente hanno la stessa sorgente... il terreno è molto poroso e l'acqua si insinua facilmente nel sottosuolo."
«E questo come lo sai?»
«Semplice... ho frequentato la Vedova!»
"Dalla padella nella brace..." pensò sconsolata Ali.
Parlando a quel modo erano giunte in un'ampia radura; non immaginavano ancora però come sarebbero riuscite a mettersi nei guai entro breve.
Un chervine stava riverso sulla neve, morente. Cercava invano di rimettersi in piedi con le ultime forze rimastegli, i suoi occhi roteavano follemente e la schiuma ricopriva il pelo incrostato di ghiaccio.
Kasentlaya lo guardò sconsolata. «Non c'è molto da fare per lui,» mormorò estraendo il pugnale, «siamo arrivate troppo tardi e non possiamo salvarlo.»
Aliciana osservava mestamente l'animale che si contorceva. «Sei sicura che non ci sia un'altra soluzione?»
«Il mastro falconiere di mio padre diceva sempre che non bisogna far soffrire un animale inutilmente né è lecito fargli promesse che non si possono mantenere accampando il pretesto che non può capire. Non me la sento di illuderlo anche se non può comprendere... sarebbe come mentire ad un bambino e poi anche se morirà la sua fine non sarà inutile.»
Stese la mano ad accarezzare la testa dell'animale e quello fiutando un odore familiare si chetò. Con un gesto del braccio gli tagliò rapidamente la gola e restò pensosa ad osservare la macchia rossastra che sporcava il manto della creatura e si spandeva intorno colorando la neve. Il chervine portava ancora la sella perciò il suo padrone doveva essere lì intorno.
Aliciana intanto si era addentrata nello spiazzo scrutando tra la boscaglia in cerca di qualsiasi cosa che potesse aiutarle in quella che oramai si era tramutata in una cerca.
D'improvviso lanciò un grido. «Kas corri presto! C'è qualcuno qui!»
La giovane si voltò di scatto incespicando per la fretta. In una sorta di nicchia naturale stava raggomitolata una donna; teneva il viso premuto contro una sacca ma dal cappuccio della tunica spuntava una ciocca di capelli rosso fiamma.
Si chinò velocemente su di lei, la voltò con cautela... e sentì la gola stringersi dal terrore.
La sua compagna la guardò sorpresa. «Che hai, stai male? Sei sbiancata improvvisamente.»
"Per il nono inferno di Zandru! Elayna! Oh, Dei santissimi..." un misto di emozioni giungeva dalla giovane Ridenow; spavento, confusione ma soprattutto amore, quel tipo d'amore che si prova per una sorella o una madre.
Aliciana la guardò confusa. "La conosce? Ma chi può essere? Kas è sconvolta..."


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Aveva lasciato Arilinn da pochi giorni e fino a quel momento il tempo era stato decente; facendo brevi soste nei piccoli villaggi e nei rifugi sulla via per Nevarsin era riuscita a viaggiare in modo spedito e senza intoppi di alcun genere. Non aveva paura che qualche malintenzionato potesse aggredirla, certo era una figlia di comyn ma aveva imparato a difendersi.
Poco tempo dopo la triste partenza dalla dimora di Rakhal Ridenow era ritornata dalla sua vecchia Custode ad Arilinn, sfuggendo per un soffio alle grinfie della Dama di Aillard che aveva tentato in tutte le maniere di farla sposare ad uno dei numerosi parenti di Lorill Hastur, riducendola così alla disperazione visto che ora oltre Fiona e Shaya aveva perso un'altra appetibile candidata a far figli per la vita delle Torri.
Quando, quasi per caso, aveva raccolto il messaggio della cugina ex Custode di Neskaya aveva deciso di raggiungerla. Marelie l'aveva lasciata a andare a malincuore ma non le aveva vietato di partire; sapeva infatti che la donna era animata dalla speranza di ritrovare sua cugina a cui si era affezionata quando aveva soggiornato dallo zio come Sapiente.
Dopo che era venuta a sapere che la ragazza era fuggita di casa era stato impossibile trattenerla e per questo motivo adesso si trovava nel bel mezzo di quella dannata tormenta. "Avrei dovuto fermarmi all'ultimo rifugio! Maledizione alla mia fretta!" Seguitava a ripetersi mentre avanzava a fatica contro il vento gelido.
La sua cavalcatura intanto aveva iniziato ad agitarsi udendo un lupo in lontananza: il sentiero non si scorgeva più e Elayna non sapeva dove stava andando.
Il chervine scivolò su una lastra di ghiaccio e cadde stremato, con incredibile presenza di spirito la donna riuscì a rotolare via prima che l'animale le crollasse addosso.
Sapeva con certezza che non si sarebbe più rialzato e provò una fitta di pietà per la bestia stremata; in fondo era stato un buon animale e l'aveva sempre portata fedelmente. Con le ultime forze che le rimanevano raccolse la sua sacca e si portò al riparo dal vento, sistemandosi in una piccola conca naturale vicino ad un vecchio albero. Fece per avvolgersi nel mantello e si accorse di averlo perduto, non sentiva già più le mani ed i piedi ma sapeva che non poteva non doveva addormentarsi.
Ma c'erano voci nella tormenta, voci che la chiamavano... avrebbe chiuso gli occhi solo per pochi minuti... solo un attimo. Tutto divenne buio ed Elayna sprofondò lentamente senza accorgersene verso la morte.


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Per un istante il mondo le era crollato addosso, dopo tutti quegli anni in cui aveva cercato senza successo la cugina rischiava nuovamente di perderla.
La mano corse automaticamente al sacchetto di cuoio che tutti i telepati addestrati portavano al collo: non le sarebbe servita per contattare uno dei membri del Cerchio ma il semplice sentire la solidità della pietra sotto la sua mano le dava forza e contribuiva a calmarla.
Esplorò la valle con la mente e finalmente stabilì il contatto con Mikhail. "Mikh! Aiuto!"
Le giunse la risposta allarmata del suo mentore. "Che succede chiya?" Senza sprecare tempo in parole lasciò che lui potesse vedere la scena attraverso i suoi occhi "Avverti Fiona e Dana... ma fa in fretta!"
"Perché non le hai chiamate tu scusa?"
Kasentlaya si mosse spazientita. "Tu sei quello che conosce meglio questo bosco! E adesso ti vuoi muovere o devo mandarti un invito scritto?"
"Vado, vado non c'è bisogno di sbraitare!... certo che voi donne siete tutte uguali!" aggiunse per ripicca.
La ragazza tornò alla realtà e si accostò alla cugina, pose la mano a pochi centimetri dal suo corpo e subito comparve la fitta rete dei canali del laran. La luce azzurra era fioca e intermittente, il flusso del sangue inoltre stava rallentando. La donna stava entrando in ipotermia.
«È come se non fosse qui,» bisbigliò Aliciana, «probabilmente si è rifugiata nel Sopramondo...»
«Non resisterà a lungo lontana dal suo corpo... e se non la aiutiamo passerà dal sonno alla morte,» la voce le tremò e tacque sconcertata.
«Allora dobbiamo andare a cercarla: prima però accendiamo un fuoco... vado a raccogliere la legna e prendo anche le coperte che ci sono nelle borse della sella.»
«Prendi anche le mie, più ne abbiamo meglio è,» si alzò e cominciò a ripercorrere la strada da dove erano venute.
"Torno subito... vado a segnare la strada per gli altri."
Dopo pochi minuti fu di ritorno; un bel fuoco scoppiettava rischiarando la radura, Aliciana aveva avvolto Elayna in un'altra coperta e ne aveva stesa una sulla neve in modo che le isolasse dal gelo del terreno.
Kasentlaya si sedette accanto alla cugina appoggiando la schiena ad un vecchio pino carico di neve e si avvolse più strettamente nel mantello.
Allentò il laccio che chiudeva il sacchetto della matrice e si fece scivolare la pietra sulla mano. Guardò la compagna e le rivolse un cenno d'assenso: si concentrò poi sul fuoco che le stava di fronte, strinse la matrice nel pugno e si trovò altrove.


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Il Sopramondo si stendeva davanti a lei grigio e piatto a perdita d'occhio. Le Torri splendevano lattiginose in lontananza.
Si guardò intorno, dov'era Kasentlaya?
Percepì una sorta di spostamento d'aria e una cosa indefinibile le saettò vicino; quando poté vederla meglio si accorse che era un uccello di fuoco... una fenice per la precisione.
"Kas! Sei davvero carina così..."
"Grazie... anche se sinceramente avrei desiderato tanto planarti sulla testa!" rispose il volatile posandosi sulla sua spalla e strusciando la testa contro la guancia della ragazza.
"Non so come l'avrei presa... credo che ti avrei fatto al forno..."
"Difficile cucinare una fenice... anche perché rinascono dalle loro ceneri... e poi sai che sono indigesta! Meglio un bel pollo arrosto!"
"Non farmi venir fame disgraziata! Mettiamoci a cercare Elayna piuttosto!"
"Giusto... però non saprei da dove cominciare... qualche idea?"
Aliciana propose di cercare lì attorno anche se nel Sopramondo l'idea del cercare è in se stessa ridicola e non ha un significato preciso. Non trovarono nulla: nemmeno estendendo la mente al massimo delle loro capacità riuscivano a captare la presenza della donna.
"Magari è su un altro piano..." opinò la giovane Alton.
"Ma possiamo fidarci a tentare di raggiungerla da sole?" replicò Kasentlaya "...forse mi è venuto in mente qualcuno che ci può aiutare però!"
"Potremmo contattare Fiona!" esclamò Aliciana.
"Io veramente pensavo a Marelie di Arilinn... sai è stata per molto tempo la sua Custode e forse ci potrà dare un qualche indizio da cui partire."
Aliciana sorrise. "Buona idea! E sono curiosa di conoscerla; da quello che ho sentito dire dai miei consanguinei è una donna davvero particolare!"
Si concentrarono profondamente e aprirono la loro mente l'una all'altra, le loro coscienze e la diversa percezione del Sopramondo si fusero in un'unica parola Arilinn.


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Quel giorno Marelie aveva sentito il bisogno di estraniarsi ancor più del solito dalla vita della Torre e si era rintanata nel luogo del Sopramondo che rispecchiava perfettamente il giardino privato della Custode di Arilinn, nella pace e nel silenzio mentale di quel rifugio nascosto e solitario era libera di esaminare meglio le sue emozioni.
Nel regno mentale dei telepati di Darkover aveva la possibilità di essere meno Custode e più umana, poteva meditare senza pensare alle preoccupazioni quotidiane che assillavano ogni Guardiana dei Domini.
I suoi pensieri vagavano senza una meta apparente e si ritrovò con sua sorpresa a pensare ad Elayna. Aveva la sensazione che presto avrebbe ricevuto visite che la riguardavano in qualche modo. Possedeva un pizzico della premonizione del casato degli Aldaran ma non le si presentava mai quando serviva o meglio, si presentava ma la lasciava sempre confusa e dubbiosa.
Sapeva però di doversi aspettare qualcosa e perciò non si stupì quando si vide comparire davanti una ragazza vestita dei colori degli Alton.
La giovane si guardò per un attimo attorno come se cercasse qualcosa e poi si inchinò davanti alla donna; Marelie però stava ancora aspettando, d'un tratto alzò il braccio e come per magia su di esso andò a posarsi una fenice.
"Sapevo che avrei avuto visite... ma non credevo sarebbero state così strane!"sfiorò con la mano libera la testa della creatura di fuoco. "Che ci fanno una comynara e una fenice, che è in realtà una ragazza, sole nel Sopramondo senza controllo?" nella sua voce c'era una certa freddezza.
"Una gita!" fu il primo pensiero di Kasentlaya. Cercò di trattenerlo ma l'Hastur aveva compreso ugualmente e sorrise.
"Sei la cugina di Elayna vero? E immagino che veniate da Elvas." Nel sentir menzionare la donna, la fenice saltò giù dal braccio della Custode e riprese forma umana.
"Siamo qui per lei," cominciò, spiegando poi brevemente l'accaduto.
"Non sappiamo dove cercare... secondo me potrebbe essersi smarrita su un livello differente... ma non sappiamo come passare da un livello all'altro e Kasentlaya teme che ci possa essere qualche pericolo," concluse Aliciana.
"Avete fatto bene a venire da me," la Custode allungò una mano e mise un braccio attorno alle spalle di Kasentlaya le sollevò il volto e la fissò negli occhi. "Bambina... comprendo le tue paure, dopo ciò che hai passato," la ragazza si stupì che la donna sapesse ma dopo un attimo scrollò mentalmente le spalle: era una Custode no?
"Vi aiuterò... Elayna mi è cara e ora capisco perché si sia affezionata a te... credimi se ti dico che ti ama più di quanto tu possa immaginare, è sempre stata una donna riservata e donava il suo affetto e la sua fiducia a pochi. In te deve aver visto molto se ha deciso di rischiare la collera di tuo padre per aiutarti."
"Solo ora che ho scoperto la verità capisco che cosa mi ha donato... se non l'avessi incontrata ora non sarei quello che voglio ma un giocattolo nelle mani dei miei parenti." Si rivolse poi ad Aliciana. "Mi spiace di averti tenuto all'oscuro di tutto chiya, ora capisco anche quanto tu ti sia preoccupata... ti prego perdonami sono stata... egoista nei tuoi confronti. Ho solo pensato a proteggermi senza dar peso al fatto che tu potessi essere in ansia per me... prometto che ti chiarirò ogni cosa... ma ora dobbiamo aiutare Elayna. Non posso perdere nessuna delle due."
La sua compagna annuì sorridendo e aspettò con lei che Marelie parlasse di nuovo.
"Penso di sapere dove potrebbe essersi rifugiata la sua mente, non è un piano molto distante da dove siamo ora ma non per questo meno facile da raggiungere per chi non hai completato l'addestramento..." rivolse uno sguardo penetrante a Kasentlaya che arrossì e abbassò gli occhi e poi fece loro cenno d seguirla.
Si mossero con rapidità inaspettata tanto che quando Kasentlaya si voltò la Torre non era altro che un puntino evanescente sulla linea dell'orizzonte.
Si trovavano apparentemente in mezzo al nulla assoluto, poi ad un gesto di Marelie comparve una diafana scala a chiocciola.
"Non ha l'aria stabile..." pensò Kasentlaya allibita.
"Perché non le abbiamo ancora dato una solidità... ricorda ciò che hai imparato, nel Sopramondo puoi creare ogni cosa e questa diviene sempre più reale mano a mano che la utilizzi, di solito per accedere ai piani superiori immagino una scala... vi avverto già però: salire diverrà sempre più difficoltoso."
Cominciarono la lunga ascesa: gradualmente il piano su cui stavano le Torri svaniva in una nebbiolina perlacea, Kasentlaya sentì che le gambe cedevano inaspettatamente e ogni respiro si tramutava in una stilettata dolorosa al costato, Marelie le afferrò una mano e le infuse un po' d'energia. Anche Aliciana faceva fatica a proseguire ma stringeva coraggiosamente i denti nel tentativo di vincere la debolezza.
Kasentlaya venne colta da un pensiero improvviso: e se fosse stata la sua impressione di fatica a condizionare la difficoltà della salita? Con uno sforzo si concentrò su qualcosa di diverso e il suo passo si fece deciso, il respiro meno affannoso.
Aliciana le si era affiancata e d'improvviso si rese conto di non essere più sulla scala ma su una pianura aperta coperta di neve.
"Sarebbe questo il livello di cui parlavi?"
Marelie annuì. "Considera che lo stai osservando attraverso gli occhi di Elayna," indicò una figura seduta su un masso poco distante.
La ragazza avanzò lentamente ostacolata dal vento che le turbinava attorno, Aliciana fece per seguirla ma la Custode la bloccò con un cenno del capo. "Lascia che le parli lei... è l'unica che può convincerla a tornare indietro."
L'altra assentì e attese.
Kasentlaya si avvicinò dolcemente alla cugina rabbrividendo di freddo: le si inginocchiò accanto ed immaginò con il suo laran che il fuoco le avvolgesse entrambe per scaldarle.
Per un solo istante si abbandonò all'estasi che quella sensazione le donava: essendo una pirocinetica, anche se lo aveva scoperto da poco, riusciva a controllare quell'elemento che era per lei come l'abbraccio di un'amante.
"Elayna... breda, sono Kasentlaya torna a casa con me..."
"No! Lei non può essere qui... io non l' ho aiutata abbastanza... quanto ha sofferto perché non ho tenuto testa a suo padre?"
La giovane che percepiva chiaramente le emozioni della donna con l'empatia capì che, esausta e preda del delirio, l'altra non la riconosceva.
"Non dire così... tu mi hai spronata a cambiare, a fuggire; è per merito tuo se sono quello che sono... io ti amo! Ti prego lascia che ti porti via."
Si sentiva svuotata di ogni forza ma anche la donna che le stava di fronte era vicina al collasso mentale e quando la abbracciò trasmettendole i suoi sentimenti si abbandonò con la tesa sulla sua spalla.
Fu solo un attimo però poi la figura si staccò da lei con rabbia e la colpì mentalmente facendola arretrare. "Vattene! Sei solo un'illusione venuta per tormentarmi!"
Per la forza dell'altra Kasentlaya era caduta sulla neve e subito Aliciana si era avvicinata per sostenerla.
Ad un tratto si sentirono tirare verso il basso da una forza sconosciuta... no! Erano Fiona e gli altri che cercavano di recuperarle. Kasentlaya respinse rabbiosamente quell'intervento. "Non posso tornare! Devo... devo resistere." Abbassando lo sguardo sul suo corpo astrale percepì una sorta di legame invisibile che la legava al corpo fisico e al momento le impediva di procedere.
Guardò Aliciana con tenerezza. "Ascolta... adesso devi tornare indietro... avverti gli altri che sono con Marelie ... siamo troppo distanti da loro per contattarli mentalmente."
"Non voglio lasciarti! Sono tua amica!" Aliciana scuoteva la testa cocciutamente.
La Ridenow la fissò negli occhi implorandola in silenzio e alla fine lei annuì anche se controvoglia. "Hai vinto... ma se ti succede qualche cosa io... stai attenta!" la abbracciò un'ultima volta e spari.
Kasentlaya si concentrò di nuovo su quel legame che ora era diventato visibile e continuava a strattonarla verso il piano fisico afferrò con determinazione quel filo argenteo e fece per spezzarlo.
Marelie la fermò. "No bambina! Così non potresti più tornare nel tuo corpo!"
"Non mi importa... io devo riportare a casa Elayna!"
"No... lascia che mandi un messaggio a Fiona, le dirò di aspettare," disse la Custode mentre, alla Torre di Elvas, Fiona fissava sconcertata il corpo della giovane che veniva preso dagli spasimi.
Sentì una vampa di dolore misto a stanchezza espandersi dentro di lei e Marelie dovette sostenerla perché non cadesse di nuovo. "Devo resistere..." continuava a ripetersi.
Ripresasi, cercò di nuovo Elayna. "Non serve che le parli... non capirebbe..." trasmise Marelie, "Pensa ai momenti che hai passato con lei e lascia che veda quello..."
La giovane si accostò nuovamente alla cugina e le trasmise tutti i ricordi che le riguardavano; Elayna la fissò stranita, d'un tratto lucida. "Sei tu? Io non riesco a crederlo... come hai fatto ad arrivare fin qui?"
"L'ho aiutata io testona! Non è da te comportarsi così! Vogliamo tornare? Tua cugina ha rischiato tutto per venire a cercarti..." si intromise Marelie.
Elayna sorrise tornando in sé e poi, stavolta davvero esausta, lasciò che Kasentlaya la prendesse tra le braccia; Marelie si accostò alla ragazza e le posò una mano sulla fronte. "Devi fidarti di me bambina..." la ragazza si abbandonò al dolce tocco mentale della donna ed entrò in rapporto con lei.
Si sentì spingere verso il basso e provò una sofferenza lacerante come se venisse trafitta da innumerevoli pugnali; stava precipitando verso la luce delle Torri e la caduta sembrava non dover mai finire. "Mi schianterò!" fu il suo ultimo confuso pensiero.
Sentì il contatto rassicurante della mente della Custode e tutto scomparve in una nebbia sanguigna.


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Fiona osservava preoccupata Kasentlaya; le convulsioni erano cessate ma la ragazza non dava cenni di ripresa, Dana e Mikhail intanto si stavano occupando di Aliciana e della nuova arrivata nella stanza accanto. Quando Mikhail aveva ricevuto il messaggio di Kasentlaya aveva subito allertato tutti gli altri membri del Cerchio e con Damon e Dana era andato sul luogo indicatogli dalla sua protetta.
Avevano trovato le tre donne lontano dai loro corpi e le avevano subito trasportate a Elvas; dopo poco Aliciana ed Elayna si erano riprese e ora dormivano esauste.
La Custode sospirò e appoggiò la mano sulla fronte della ragazza; aveva ricevuto un messaggio di Marelie che le aveva spiegato l'accaduto ma nessuna delle due sapeva con precisione quando sarebbe rinvenuta.
Kasentlaya si mosse leggermente ed aprì gli occhi cercando inutilmente di dire qualcosa.
Manolo la sollevò e la aiutò a bere un po' d'acqua, mentre Fiona le faceva cenno di stare tranquilla.
"Sei stata un'irresponsabile lo sai?" dai pensieri della Custode trapelavano ansia e rimprovero.
"Custode io... mi spiace..." la ragazza voltò il capo senza il coraggio di guardare la donna in faccia.
"Tuttavia Marelie mi ha detto che avete avuto il buon senso di andare da lei... e in fondo mi avete disobbedito per una buona causa," aggiunse sorridendo.
"Come stanno Elayna ed Aliciana?" "Stanno bene... ma adesso pensa a riposare un poco, bruci di febbre."
Le portò una tazza alle labbra; la bevanda aveva un sapore amarognolo e Kasentlaya fece una serie di smorfie nello svuotare la tazza. "Non sarà mica una delle schifezze di Alar, vero?" domandò sospettosa mentre gli occhi le si chiudevano.
"No... questo è uno degli esperimenti di Dana!" Fiona rise.
"Odio fare la cavia!"









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Disclaimers

Anche Elayna Aillard, un tempo tutrice di Kasentlaya e cugina di Fiona e Diotima, arriva nella valle, ma condurla al villaggio sarà più pericoloso del previsto.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008