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Tra le pagine di Nevarsin

Kelan MacAran

Kelan uscì dalla Torre in una fredda alba, attraversò la piazza e raggiunse le scuderie di Shann McKee. Giunto alla porta stava per bussare quando, notando tutte le imposte ancora sbarrate, si rese conto dell'ora.
"Che sciocco, non sono mica tutti come me! Pazienza, aspetterò!"
Girò sui tacchi e si avvicinò alla fontana accarezzando con lo sguardo le figure di Evanda ed Avarra, lo scultore aveva fatto proprio uno splendido lavoro, nonostante il tempo trascorso, i tratti delle due divinità erano ancora integri. Schiena contro schiena, le due dee avevano le braccia alzate e le mani unite a coppa.
Si sedette sul bordo e stette a guardarsi un po' in giro per quasi una mezz'ora, ma era comunque troppo presto, così rientrò nella Torre e senza togliersi il mantello salì gli innumerevoli gradini che portavano alla sommità.
Quella mattina aveva già fatto un giro di controllo, ma farne un altro non avrebbe guastato, per sua fortuna il gheppio, che aveva scelto, decise di sorvolare l'ingresso della valle, sul sentiero che si univa alla strada che da Caer Donn portava a Nevarsin non c'era nessuno. Decise che era stato fuori anche troppo a lungo e tornò in sé.
Non aveva voglia di ridiscendere e si sedette comodamente, avvolgendosi per bene nel mantello, ad osservare il passaggio delle nuvole in cielo e ad ascoltare le chicchere dei volatili che abitavano la sommità della Torre. Dopo un po' non riuscì a resistere alla tentazione, si concentrò ed entrò in contatto con un pulcino di tortora in un nido pochi metri sopra di lui. Era da tanto tempo che non entrava in contatto con la mente di un cucciolo, con nessun altro pensiero che non fosse il cibo o la madre che lo porta. Il pulcino stava ancora dormendo e Kelan si lasciò trascinare nel torpore, era una sensazione così calda e avvolgente.
Una mano vigorosa che lo scuoteva con decisione lo riportò in sé, sbatté gli occhi più volte, poi riconobbe la figura davanti a sé.
«Manolo... che cosa?»
«Lo dico io che cosa stavi facendo, per Zandru!»
Kelan spalancò gli occhi, Manolo non poteva parlare. Poi si accorse che controluce c'era una seconda figura, ancora intontito dal sonno che il pulcino gli aveva trasmesso non riuscì a riconoscere chi fosse.
«Avremmo dovuto lavorare nel Cerchio questa mattina, anche se non so quanto potrai fare dopo questa bella idea!»
«Non ti preoccupare Damon, sono stato qui solo pochi minuti, adesso vado in cuc...»
«Pochi minuti un corno! È quasi un'ora che ti cerchiamo!»
«Ma dai non è possibile,» mentre lo aiutavano ad alzarsi diede un'occhiata alla posizione del sole e si rese conto del tempo che era effettivamente trascorso, «non mi sono reso conto che fosse trascorso così tanto tempo. Volevo solo aspettare che Shann McKee aprisse la bottega per parlare con Madre Gwennis.»
Si sentiva le gambe molli, ma era sicuro di riuscire a muoversi. I primi passi gli diedero ragione, ma non appena tentò di scendere il terzo gradino i suoi muscoli cedettero e se non fosse stato per Damon che lo prese al volo, si sarebbe fatto tutta la rampa a ruzzoloni.
«Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere?» sulle spalle di Manolo, Kelan ascoltava pazientemente lo sfogo di Damon. «A parte svegliarmi e trovare camera tua vuota, il letto come se non ci avessi dormito,» mentre riprendeva fiato Kelan riuscì a parlare guardando il pavimento.
«L'ho sistemato dopo aver fatto colazione.»
«Questo lo so adesso, ma se non fossi passato ieri sera in camera tua per trovarti bell'e che addormentato meno di cinque minuti dopo che ci eravamo augurati la buona notte mi sarebbero venuti i capelli bianchi per lo spavento! Scendo a fare colazione e parlo con tutti, nessuno escluso, e nessuno ti ha visto questa mattina,» non gli diede il tempo di replicare, «ma tanto si sa che ti svegli prima delle galline tu! Allora mi faccio tutte le scale fino alla biblioteca convinto di trovarti in quello che sembra essere diventato il tuo nido e non ci sei! Ma va beh avresti potuto essere uscito anche se non riuscivo a pensare dove avresti potuto volere andare così presto! Ti mando un richiamo telepatico e non mi rispondi. Sondo tutta la Torre e non percepisco la tua presenza! Allora sì che mi sono davvero spaventato. Sono andato da Fiona e insieme abbiamo sondato i dintorni del villaggio e di nuovo nulla! Ho cominciato a pensare che ti fosse successo qualcosa, o peggio che avessi fatto qualche sciocchezza. Per fortuna a quel punto Kas mi chiede se ho guardato sul tetto, in qualche nido. Ho fatto le scale di corsa e tu eri lì, come se niente fosse a dormire all'aperto. Ti rendi conto che ho temuto di averti perso per sempre?»
Nel frattempo erano giunti davanti alla porta dei loro appartamenti e, sempre portato a braccia da Manolo, Kelan era stato deposto nel proprio letto e coperto con una montagna di pellicce.
«Mi sembra strano che non ti abbia sentito. Non stavo dormendo, ero solo in contatto con un pulcino di tortora.»
Damon alzò gli occhi al cielo e con un'espressione inarticolata se ne andò sbattendo la porta.


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«Pazzo incosciente di un MacAran!» Fiona era entrata come una furia nella stanza aprendo la porta con il solo potere della sua mente amplificato dalla rabbia. «Ma ti rendi conto dell'imperdonabile sciocchezza che hai compiuto? Avventurarti nel Sopramondo senza che nessuno ti controllasse! Ma non ti abbiamo insegnato proprio nulla?» Rimasta senza fiato la Custode fissò il monitore come se avesse voluto incenerirlo. Dietro di lei comparve Damon, anche lui intimidito dalla reazione della donna; da quando al conosceva Fiona non aveva mai mostrato quel alto del suo carattere.
«Non mi sono avventurato nel Sopramondo, Fiona. Non ho corso nessun rischio.»
«Nessun rischio? Salvo quello che il tuo cuore si fermasse, che i tuoi polmoni smettessero di respirare? Non si abbandona il proprio corpo!» L'aria intorno alla donna crepitava per l'energia che si irradiava dal suo corpo.
«Non ho abbandonato il mio corpo. Solo una parte della mia coscienza era con quel pulcino.»
«Solo una parte? E allora perché non abbiamo avvertito la tua presenza?»
«Forse Damon mi ha cercato nella Torre quando ero fuori ed insieme mi avete cercato fuori dalla Torre quando ero rientrato, o forse ero fuori con il gheppio, non lo so...»
«Sei stato con un gheppio e poi col pulcino?»
«Beh sì, ma non ho consumato troppa energia, mi sarebbe bastato mangiare qualcosa per poter monitorare il Cerchio.»
La Custode alzò gli occhi al cielo e se ne andò.
«Infatti quando ti ho trovato stavi dormendo! E poi cosa perché volevi parlare con Madre Gwennis?»
«Volevo chiederle dei dettagli su una cosa.»
«Ovvero?»
«A Nevarsin ci sono delle Rinunciatarie che copiano i manoscritti, pensavo che potremmo chiedere delle copie per la biblioteca, e volevo chiedere a Madre Gwennis se sia possibile mandare delle Rinunciatarie della nostra Gilda.»


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Nel pomeriggio Kelan, approfittando dell'assenza di Damon si alzò e vestì. Damon lo trovò seduto al tavolo nel vano della finestra, intento a sfogliare un libro. Quando l'Aldaran entrò nel salottino comune del loro appartamento Kelan alzò la testa e, riconoscendolo, si alzò e si inchinò, e guardandolo da sotto in su, con un mezzo sorriso sulle labbra e una luce birichina negli occhi gli disse.
«Bentornato Vai Dom. Vorreste essere così gentile da accompagnare il vostro scudiero alla Gilda delle Rinunciatarie?»
Damon assecondando lo scherzo del suo bredhu, chinò graziosamente il capo, e con tono altezzoso rispose:
«Noi, Dom Damon Aldaran y Aldaran, acconsentiamo alla vostra richiesta, e vi concediamo di godere della nostra compagnia, nel tragitto tra la Torre, nostra residenza, e la Gilda delle Rinunciatarie.»
Poi si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere fino alle lacrime.
La Custode, nella sua stanza, sentendo le loro risate, sollevò gli occhi, e non solo quelli, al cielo. "Oh Onnipotente Aldones." Poi scuotendo la testa, tornò a dedicare la propria attenzione al volume che giaceva sulle sue gambe.
I due bredin si avvolsero nei mantelli ed uscirono in strada.
«Volevo chiederti scusa Damon, questa mattina, non volevo spaventarti.»
«Non preoccuparti, Kelan, adesso è passata, tu stai bene e non è successo niente.»
«Sono stato imprudente, lo ammetto, ma ero sicuro che non sarebbe successo nulla, solo il sonno di quel pulcino... non me l'aspettavo, avrei giurato di non essermi addormentato.»
«Non pensiamoci più Kelan. Adesso parliamo con Madre Gwennis e vediamo di realizzare il tuo sogno.»
"E quale sarebbe?"
"Far crollare la Torre per il peso di tutti i libri che stiperai nella biblioteca."
Kelan si piegò all'improvviso, come colto da un malore. Damon che sul momento non se n'era accorto fece ancora uno o due passi, ma resosi improvvisamente conto del vuoto accanto a sé, preoccupato che il suo bredhu stesse male si girò, giusto in tempo per ricevere una grossa palla di neve in pieno petto, accompagnata da un bak'ha! che lo lasciò interdetto, quasi più che la palla di neve, ma si riprese al più presto e rispose al fuoco. Dopo poco erano bagnati dalla testa ai piedi, coperti dai resti delle palle di neve e in preda al riso. All'improvviso Damon vide, dietro le spalle di Kelan, Alar che, appoggiato allo stipite della porta del Northern Scoundrel, li guardava con uno strano sorrisetto sulle labbra.
"Kelan, forse è il caso che ci comportiamo da persone serie... Alar ci sta guardando con l'aria di chi potrebbe ricattarci per il resto della nostra vita per questo..."
Nessuno dei due credeva allo scherzo di Damon che tese la mano a Kelan per aiutarlo ad alzarsi, si scossero la neve dai mantelli e, senza dar segno di aver notato Alar, ripresero la strada verso la Gilda.
Aprì la porta una ragazza molto giovane.
«Buona giornata, mestra, siamo Damon Aldaran,» Kelan fece un cenno indicando l'altro, «e Kelan MacAran e vorremmo chiedere un colloquio a Madre Gwennis.»
«Buona giornata a voi. Se avete la pazienza di attendere, vado a chiedere se la Madre è disponibile ad incontrarvi.»
«Va bene, attendiamo qui fuori.»
«No no, accomodatevi pure.»
Damon e Kelan si sentirono vagamente intimoriti dall'idea di varcare quella soglia che era considerata un limite invalicabile per gli uomini.
Oltrepassarono la soglia e si trovarono in un piccolo ingresso, una porta a destra e dei mantelli appesi alla parete sinistra e sotto alcune paia di scarpe da esterno. Appesero i mantelli ai ganci mentre la Rinunciataria apriva la porta sulla destra, e li fece accomodare in una stanza scaldata ed illuminata da vivace fuoco che ardeva nel camino, alcune panche erano disposte abilmente in modo che tutti quelli sedutici ricevessero calore.
«Abbiamo ordinato alcune sedie a mastro Coryn, ma per ora dovremo accontentarci delle panche.» La donna sorrise loro. «Buona giornata. Doria mi ha detto che volevate parlare con me.»
I due uomini si voltarono trovandosi davanti una donna alta e magra, in avanzato stato di gravidanza, i capelli castani raccolti in una treccia che lasciava comunque il collo scoperto, e chinarono il capo, poi Kelan prese la parola.
«Buona giornata a voi, Madre Gwennis. Sono Kelan MacAran. Grazie per il tempo che ci concedete, trascurando i molti altri impegni che sicuramente avrete.» Kelan prese fiato un paio di volte, arrivato a questo punto non sapeva come incominciare il discorso, poi, pregando di non offendere involontariamente la donna davanti a sé cominciò a parlare. «Dunque, io vorrei incrementare la biblioteca della Torre. Per ora abbiamo solo i testi che io e Damon abbiamo portato con noi. E a Nevarsin ci sono delle vostre Consorelle?» Madre Gwennis accennò un mezzo sorriso, stupita dall'appropriatezza del termine, «che copiano i manoscritti, e io mi chiedevo se fosse possibile mandare anche delle Rinunciatarie della vostra Gilda che copino manoscritti per conto della Torre, e li portino qui,» scambiò un'occhiata con Damon, «pagando, ovviamente.»
La donne stette in silenzio per qualche istante, osservando le fiamme nel camino, poi tornò a volgere la propria attenzione ai due telepati.
«La cosa potrebbe essere fattibile. Ne parlerò alle Anziane e poi vi faremo sapere.»
I due uomini si sentirono congedati da queste parole, così si inchinarono nuovamente e si avviarono alla porta.
Fuori dalla porta li attendeva Doria che li scortò alla porta d'ingresso.
Mentre uscivano Kelan si rivolse a lei.
«Potresti, mestra, porgere i miei saluti a Marelie n'ha Elorie?»


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Durante il pomeriggio Madre Gwennis fece in modo di far pervenire a Dana e Shonnach un invito per un colloquio nello studio della Madre della Gilda per quella sera.
Così, prima di unirsi alle loro consorelle, le tre donne si riunirono nello studio della Madre della Gilda. Madre Gwennis saltò tutta la fase dei convenevoli e delle domande sulle rispettive giornate che sarebbero state ben sviscerate nella riunione con le loro consorelle.
«Oggi ho ricevuto la visita di Dom Damon e Kelan MacAran. Ha parlato solo Kelan. Mi ha chiesto delle Rinunciatarie da mandare a Nevarsin a copiare manoscritti che poi vengano riportati qui ad Elvas per essere conservati nella biblioteca della Torre.»
«Direi che quell'uccellaccio ha avuto una buona idea!»
«Shonnach!»
«Scusa, Dana, ma visto che lui stesso si e ci paragona a dei volatili perché non possiamo farlo anche noi?»
Dana sospirò, per l'ennesima dimostrazione del carattere della Consorella, e disse di essere d'accordo con Shonnach sulla validità dell'idea proposta da Kelan.
«Anche secondo me è una buona idea, se va bene anche a te, Gwennis, ci resta solo da decidere chi siano le prime due.»
«Già mentre me la proponeva, mi è parsa subito una buona idea e visto che mi confermate la validità della cosa, possiamo confermare alla Torre la nostra disponibilità. Domani cercherò di parlare con il MacAran e gli darò la buona notizia.»


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La mattina seguente, di buon ora, Madre Gwennis mandò Doria alla Torre per comunicare a Kelan che era stata presa una decisione riguardo la sua proposta. La ragazza tornò a riferire di non aver trovato il telepate, ma di aver lasciato detto che la Madre della Gilda voleva parlargli.
"Probabilmente Dana è nella serra, forse sa dove trovare il MacAran."
Nella serra Madre Gwennis, non trovò solo Dana, ma anche Damon e Kelan, i tre telepati stavano discutendo dell'allargamento del locale.
«Buon giorno signori.»
I due uomini, voltatisi verso la donna, s'inchinarono leggermente.
«Questa mattina ho mandato una delle ragazze a cercarvi Kelan, per comunicarvi che abbiamo deciso di accettare la vostra proposta.»
Il volto dell'uomo, concentrato nel seguire il discorso della donna, si aprì in un sorriso molto ampio e gli occhi gli brillarono di gioia.
«È splendido, Madre Gwennis, non so come ringraziarvi.»
«Cominciamo a sancire il contratto, Dana e Dom Damon saranno i testimoni,» Gwennis tese la mano, che Kelan strinse vigorosamente. «Ecco fatto. Tra qualche giorno Margali n'ha Anya e Sherna n'ha Nella partiranno per Nevarsin e copieranno per la Torre i volumi là conservati.»
«Posso fornirvi un elenco di testi da copiare?»
«Ovviamente dobbiamo accordarci per il pagamento.»
«Per quello, mestra, dovrete parlare con Damon, è lui che tiene i cordoni della borsa,» rispose Kelan indicando l'altro uomo.
«Se per voi, Dom Damon, va bene, potremo incontrarci questo pomeriggio per discutere della cosa.»
«Non ci sono problemi, Madre Gwennis. Ditemi l'orario che preferite.»


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«Kelan!» "Vuoi startene fermo?"
Kelan volse le spalle alla finestra e sorrise al suo signore, per poi dirigersi all'altra finestra.
"Non ci riesco, Damon. Sono passate quattro decadi da quando le Rinunciatarie sono partite per Nevarsin. In questi giorni dovrebbero essere di ritorno."
"Lo so, lo so, sono giorni che non dici altro."
"I primi libri della Torre, ci pensi, Damon?"
"Sì, ci penso e anche io sono convinto che sia una cosa magnifica. Ma non credo che il fatto che tu stia di vedetta, distraendomi e togliendomi un sacco di luce tra l'altro, affretti il viaggio di quelle donne."
Kelan, sospirando, si sedette di fronte all'altro uomo.
"Hai ragione, scusami, ma l'idea che arrivino dei libri che possano aiutarci a progredire nel progetto, mi fa venire i brividi. Ma adesso sto zitto che stavi cercando di leggere."
Damon scosse la testa sorridendo. "Certe cose non cambiano mai," cercò di rimettersi a leggere, ma gli sovvenne un ricordo, "ti ricordi? la prima volta che hai visto lo scaffale dei libri di Larissa?" al cenno affermativo di Kelan, Damon continuò, "ecco, adesso hai la stessa espressione di quella volta."
"Ma avevo undici anni!"
"E adesso ne hai ventisei, e in questo non sei cambiato per niente."
"Ti lascio leggere." E con queste parole Kelan si alzò e salì alla biblioteca.
Il giorno dopo Doria bussò alla porta della Torre, chiedendo di Damon e Kelan.
I due uomini raggiunsero la Gilda nel giro di una mezzora. La Rinunciataria alla porta li fece accomodare nella stanza per le visite e li lasciò soli.
"Hai portato i soldi?"
"Sì, li ho presi. E se ci avessero chiamato non per i libri, ma per qualcosa di diverso?"
"Non dirlo neanche per scherzo! Devono essere per forza i libri!" Pochi minuti dopo furono raggiunti da Madre Gwennis, accompagnata da un'altra donna che reggeva tre volumi rilegati con una bella pelle.
I due uomini s'inchinarono.
«Buona giornata, mestre
«Buona giornata a voi, ieri le mie Consorelle sono tornate da Nevarsin, con i vostri primi libri.» Fece un cenno alla Rinunciataria che si era fermata un passo indietro. «Sherna, per favore.»
La donna si avvicinò a Kelan che prese i libri accarezzandoli con lo sguardo.
«Voi siete Kelan MacAran?»
«Sì, mestra
La donna sfiorò il volume sopra gli altri.
«Questo ve lo manda Aemon, il bibliotecario di Nevarsin. Quando gli ho porto la lista che ci avete dato, mi ha chiesto se l'aveste scritta voi; Madre Gwennis mi aveva fatto il vostro nome, come contraente dell'impegno, e così gli ho detto che pensavo che sì, l'aveste scritta voi. Ha sorriso e annuito. Poi, il giorno prima della partenza un ragazzino è venuto a cercarmi alla Gilda chiedendomi di recarmi al Monastero. Sulla soglia dello scrittorio Aemon mi ha dato questo per voi, ha detto che è un regalo e che vi sarebbe piaciuto.»
Kelan aveva le lacrime agli occhi, accarezzò il volume senza riuscire a dir nulla, poi scosse la testa e fece un mezzo sorriso.
«E così mastro Aemon è ancora vivo, e si ricorda di me.»
«Sì, ha detto di dirvi che vi ricorda sempre nelle sue preghiere.»
«Grazie, mestra, siete stata molto gentile a portarmi il libro e il messaggio.»
«È stato un piacere. Adesso devo congedarmi, altri doveri mi attendono.»
«Grazie anche da parte mia, mestra
Sia Damon che Kelan fecero un breve inchino alla donna che, ad un cenno affermativo di Madre Gwennis, si diresse alla porta. Mentre Sherna n'ha Nella chiudeva il battente alle proprie spalle Madre Gwennis riprese il discorso.
«Vi abbiamo fatto avere i primi due libri. Avevamo pattuito cinquanta reis a volume...»
«Sì, fanno cento reis.» Mentre Damon apriva i cordoni del borsellino che gli pendeva dalla cintura, pensò che anche se erano un po' cari quei volumi avrebbero portato un grande aiuto al progetto di Fiona.
Mentre Damon pagava la somma pattuita, Kelan avvolse i libri in uno spesso panno e poi li infilò in una borsa di cuoio, in modo che fossero riparati dalle intemperie.
Durante il tragitto, breve, tra la Gilda e la Torre Kelan strinse la borsa al petto, lasciandola solo lo stretto necessario per togliersi il mantello e le scarpe da esterno.
Fu di nuovo costretto a separarsi dal prezioso pacchetto nel salotto della Custode, davanti agli altri telepati del Primo Cerchio e Mikhail.
Shonnach sfogliò i testi.
«Di cosa trattano?»
«Sono compilazioni genealogiche, Shonnach.»
«Bene, e dove li terrete?»
La Custode guardò Kelan, che, totalmente assorto dalla contemplazione dei volumi poggiati sul tavolino accanto alla donna, non aveva sentito la domanda. Damon rispose per lui.
«Coryn dovrebbe consegnarci in questi giorni gli stipi e le librerie che gli abbiamo ordinato. Pensavo di suddividere i testi della Torre per argomento.»
«Mi sembra una buona idea.» Cercò di attirare l'attenzione di Kelan, ma senza ottenere risultati.
«Posso provare io, Fiona?»
«Certo, Mikhail.»
Mikh allungò una mano e prese uno dei volumi che Kelan stava ammirando, vedendo uno dei libri sottratto alla sua vista Kelan si riscosse, Fiona lo guardò e poi prese la parola.
«Bene, grazie, Mikh. Kelan, adesso che sei tornato tra noi, avrei bisogno di parlarti.»
«Sì, scusatemi. Dimmi, Fiona.»
«Tu hai avuto l'idea di far copiare per la Torre i volumi di Nevarsin, e noi l'abbiamo approvata e paghiamo i libri e i mobili in cui verranno conservati, ma adesso tocca a te. Dovrai prenderti cura della biblioteca e dei testi che vi verranno conservati.»
«Sì, va bene. In questo periodo Damon ed io ne abbiamo parlato e siamo giunti alla conclusione che la disposizione migliore sia dividere i volumi per soggetto trattato.»
«Sì ce lo ha già detto Damon, mentre eri distratto,» tutti sogghignarono.
«Allora se Damon vi ha già detto tutto, io andrei a riporre questi volumi, per ora nel nostro appartamento, dove saranno disponibili per tutti. Poi quando la biblioteca sarà utilizzabile li trasferirò lì. E con questo, signore e signori, vi saluto.» Detto questo, Kelan con aria fintamente offesa si alzò raccolse i tre libri, compreso quello che ancora era tra le mani di Mikhail, e uscì. Nel momento in cui la porta si chiuse alle spalle di Kelan, la Custode e gli altri telepati rimasti nel salotto vennero gratificati dall'equivalente mentale di una linguaccia.


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Due giorni dopo davanti alla Torre si fermarono, trainati da cavalli da tiro, due carri carichi di assi di legno e antine e pianali, a cassetta del primo sedeva Coryn, a cassetta del secondo Elorie con Piedro. Coryn scese dal carro e si avvicinò al secondo mentre Piedro ne saltava giù agilmente.
«Piedro, vai a bussare alla porta della Torre.» Tese le braccia alla moglie per aiutarla a scendere.
Mentre la porta si apriva Piedro chiamò il padre e alla vista dell'uomo molto alto e muscoloso che apparve dietro al battente si rifugiò dietro la gonna della madre.
«Vai Dom, sono Coryn MacAran, ho portato le librerie.»
L'uomo gli rispose con un verso gutturale, lasciando Coryn abbastanza perplesso. Gli venne in aiuto una ragazzina che dal ripostiglio, avendo sentito l'aria fredda, si era sporta nella sala d'attesa.
«Cosa succede Manolo?»
L'umanoide si tolse dalla porta permettendo alla fanciulla di vedere chi fosse alla porta. Coryn, vedendo i capelli rossi della ragazza, si profuse in un inchino.
«Buona giornata, damisela, forse voi potete aiutarmi. Sono Coryn MacAran e ho con me i mobili che mi erano stati ordinati.»
La ragazza chinò leggermente la testa.
«Buona giornata a voi, mastro MacAran, purtroppo io non posso aiutarvi, ma magari posso chiamare qualcuno che sia in grado di farlo.»
La ragazza scomparve nelle stanze interne della Torre e poco dopo apparve Damon.
«Buon giorno, Coryn, come state?» poi vedendo Elorie rimasta vicino al carro s'inchinò lievemente. «Buon giorno anche a voi Elorie.»
Entrambi i MacAran s'inchinarono.
«Buon giorno, Damon, ho portato i mobili per la biblioteca, sono sul carro.»
«Sì, Kasentlaya me l'ha detto. I mobili sono già montati?»
«No, ma ho portato un paranco. Se lo fissiamo sul tetto, con quello potremo sollevare i pezzi senza troppa fatica.» «Bene, seguitemi pure.»
Coryn prese dal carro il paranco e la corda e seguì Damon all'interno della Torre. Dal primo locale dietro il portone attraversarono un guardaroba ed entrarono in un'anticamera. Attraverso una porta Damon condusse il MacAran ad uno scalone centrale e da lì al primo piano, che oltrepassò diretto ad una scala a chiocciola che saliva al secondo piano dove, attraversando il salotto centrale, raggiunsero un'altra scala a chiocciola posta a ridosso di uno dei muri esterni. Ai piani successivi si accedeva salendo delle scale poste a coppie a due angoli della Torre, attraversando il salotto centrale che si ripeteva identico ad ognuno dei piani. Giunsero finalmente all'ultimo piano dove dei gradini portavano al tetto.
Coryn saggiò buona parte del muro perimetrale e quando trovò un punto che gli parve sufficientemente robusto vi fissò il paranco, gettò la corda oltre il bordo, si portò nel tratto di muro sopra la porta e si sporse, facendo segno alla moglie di portare i carri fino alla corda. In quel momento Manolo comparve in cima alla Torre.
«Scusate la domanda, mastro Coryn, il paranco, come funziona?» chiese interessato Damon.
«È semplice, si lega all'estremità a terra della corda il carico da sollevare e si tira quest'altra estremità. Così il carico sale, e chi tira la corda non fa fatica.»
«Quindi se voi legate le assi di legno a terra, vi serve qualcuno qui in cima, che tiri la corda.»
«Beh sì, ma pensavo di farmi aiutare da mia moglie.»
«Forse non è necessario. Può occuparsene Manolo.» Si rivolse all'umanoide che attendeva in silenzio accanto a loro. «Manolo, adesso noi scendiamo e mastro Coryn legherà alla corda un carico da sollevare. Tu guarda giù, quando ti faccio segno tira questa corda. Hai capito?»
Manolo rispose con un verso gutturale ed un ampio sorriso.
«Poi fate girare il paranco in questo modo, e, lasciando andare piano la corda, fate poggiare il carico sul pavimento e slegate il nodo. Tutto chiaro?» Aggiunse il MacAran.
Un nuovo sorriso e due versi gli dovettero bastare come risposta.
Nel tempo in cui Coryn e Damon spiegavano a Manolo cosa fare e riscendevano le scale della Torre, Elorie e Piedro avevano portato i carri vicino alla corda e cominciato a scaricare i pezzi delle librerie.
Grazie a Manolo riuscirono a portare tutte le assi, le antine, i pianali delle librerie e gli stipi sul tetto della Torre in poco più di un'ora.
Mentre risaliva alla biblioteca Coryn chiese a Damon di Kelan.
«Oggi è fuori con Dana e un'altra Rinunciataria alla ricerca di piante selvatiche per la farmacia della Torre. È una fortuna, così quando tornerà avrà questa bella sorpresa,» girò lo sguardo intorno a sé, era quasi mezzogiorno e già due pareti erano nascoste dalle librerie montate. «Quanto pensate che vi occorrerà per finire?»
«Se riuscite a tenerlo fuori di qui fino al tramonto, per quell'ora dovrei aver finito.»
Il sorriso di Damon si ampliò.
«Kelan sarà contento, in questi giorni non stava più nella pelle all'idea di avere dei libri per la Torre e dei mobili per conservali al meglio.»
Coryn terminò il lavoro per metà pomeriggio, prima che Dana e Kelan fossero di ritorno.
Mentre si salutavano fuori dalla Torre, a Damon venne in mente un particolare.
«Quanto vi dobbiamo per le librerie, mastro Coryn?»
«Non preoccupatevi, Dom Damon. Piuttosto, salendo ho contato che ad ogni piano ci sono varie stanze. Avrete bisogno di mobili.»
«In effetti molte di quelle camere sono del tutto vuote, per fortuna adesso siamo in pochi e ci bastano i mobili che siamo riusciti a recuperare finora, ma se, come speriamo, aumenteremo di numero, allora sì avremo bisogno di mobili. Allora per le librerie quanto vi dobbiamo?»
«Allora faremo un conto unico, con gli altri mobili di cui avrete bisogno, Dom Damon. Adesso vi saluto.» E con un inchino si allontanò prima che Damon avesse il tempo di replicare.
Quando Kelan tornò alla Torre, Damon lo condusse alla biblioteca. Gli mise le mani sugli occhi mentre aprivano la porta e quando furono all'interno le tolse. Kelan trattenne il fiato nel vedere la stanza arredata, una lacrima gli scivolò lungo la guancia, poi si girò verso Damon, lo abbracciò e poi sparì giù per le scale. Damon impiegò un paio di secondi a riprendersi e poi seguì il suo bredhu; lo ritrovò sulla soglia della loro stanza con i sette libri che riempivano il suo scaffale tra le braccia.
«Dove li porti?»
«Su alla biblioteca.»
"Ma anche i tuoi?" Damon era incredulo. Quei libri erano l'unica cosa che si era salvata dall'incendio della casa di Kelan quasi un anno prima, e solo perché li aveva portati con sé a Nevarsin. Erano tutte le sue ricchezze materiali e buona parte di quelle affettive, non credeva che se ne sarebbe separato.
"Sì, lì si conserveranno meglio che sullo scaffale di camera mia. E poi mi sembra giusto metterli a disposizione di tutti."
"A proposito, che libro di ha mandato, mastro Aemon da Nevarsin?"
"Un trattato di ornitologia scritto da lui. Sai, quando ero a Nevarsin abbiamo scoperto che entrambi abbiamo questa grande passione per gli animali, gli uccelli soprattutto. Ogni tanto lo diceva che avrebbe voluto scrivere un trattato in cui descriveva tutti i gli uccelli di Darkover. Sono felice che ci sia riuscito."
Nel frattempo erano giunti alla biblioteca e posati i libri su uno scaffale Kelan tese il trattato di ornitologia a Damon.
Tra le prime pagine era infilato un foglio piegato, Damon lo sfiorò.
"Posso, Kelan?"
"Certo."
La grafia era minuta e chiara, la stessa che copriva le pagine interne a spiegazione delle splendide illustrazioni che ornavano il libro.

«Mio caro Kelan,
come vedi finalmente ho scritto il trattato di ornitologia di cui parlammo così spesso. Ne ho fatta una copia per te, nel caso tu tornassi a San Valentino delle Nevi, o che riuscissi ad avere tue notizie.
Ho saputo della tua perdita, e da allora ti ricordo nelle mie preghiere al Portatore di Pesi, con maggior intensità di quanto facessi prima. Sono certo che nella tua famiglia tu abbia trovato la forza di reagire al dolore e alla perdita che ti hanno colpito, una volta di più.
Abbi cura di te, mio caro amico e coltiva la tua passione per il sapere. Come ti dicevo sempre il sapere è la più duratura delle gioie di questo mondo, e nulla potrà mai togliertelo una volta che l'avrai acquisito.
Tuo amico, nella fede, Aemon.»


Mentre Damon leggeva la lettera Kelan aveva sistemato i volumi nel primo scaffale di una delle librerie. Damon gli porse il foglio e Kelan lo mise nella tasca interna della sopravveste che indossava.
«Sai cosa facciamo, Kelan? Portiamo su anche i miei libri, e poi diremo anche a Fiona e a Mikh di fare lo stesso. Sono sicuro che non potranno essere in mani migliori delle tue.»
«È una grossa responsabilità quella che mi affidate, Damon.»
«Sono certo che tu sia la persona più giusta per questo compito. Come non affiderei mai la serra della Torre a nessuno che non fosse Dana, così non affiderei a nessun altro la biblioteca.»
Il sorriso che si aprì sul volto di Kelan confermò a Damon di aver usato le parole giuste. Era convinto di quel che aveva detto ed era sicuro che anche gli altri sarebbero stati d'accordo nell'affidare al suo bredhu i libri personali che alcuni di loro possedevano.
Sentì il pavimento ondeggiare lievemente, ma sapeva che non era reale, si sedette ed attese la visione. Le librerie vuote davanti ai suoi occhi divennero traslucide ed al loro posto comparvero file di libri e faldoni di documenti.
Con l'aiuto di mastro Aemon al monastero, la Torre di Elvas avrebbe avuto in pochi anni una biblioteca invidiabile dalle altre Torri.









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Disclaimers

Kelan, ripensando al periodo trascorso a Nevarsin, medita su una proposta da presentare a Madre Gwennis.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008