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[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, luglio (29)] [Credits & Disclaimers]



La prima riunione

Liane & Aurora MacColin

Aurora trattenne Liane per una manica, mentre l'altra si voltava stupita a guardarla.
«Siediti vicino a me, vuoi?» Le disse a bassa voce, e poi spiegò: «Ti metteranno in difficoltà, fanno sempre così. Almeno io so un po' cosa ci dobbiamo aspettare.»
La girovaga fece spallucce: non si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa da nessuno, qualsiasi cosa Aurora ne pensasse. Ma se l'altra gradiva la sua compagnia, tanto meglio: sicuramente non le avrebbe fatto male avere un appoggio fra le Rinunciatarie. Entrarono insieme nella sala comune della Gilda, dove i tavoli erano stati spostati contro le pareti e le panche disposte in cerchio. Le Rinunciatarie di Elvas non erano molte: alcune abitanti del villaggio, varie erboriste, delle scorte di nobili o carovane, sorelle di passaggio per affari... ma coloro che ritenevano Elvas la propria casa non erano più di una decina.
Le due ragazze trovarono facilmente due posti vicini e, una volta che le ultime donne si furono sedute, la riunione poté iniziare.
Nessuna delle due seguì con particolare attenzione la prima parte, riguardante il pagamento a rate di alcuni mobili acquistati durante la stagione precedente, ma si riscossero quando Gwennis alzò il tono di voce, dicendo: «Bene, come tutte abbiamo visto, abbiamo una nuova sorella che desidera prestare Giuramento fra di noi. Liane, tu ed io abbiamo già parlato, ma ti dispiacerebbe spiegare a tutte quante perché desideri diventare una Rinunciataria?»
Gli sguardi delle Rinunciatarie seguirono gli occhi di Gwennis verso di lei e Liane sorrise, pensando che ad una persona non abituata a stare al centro dell'attenzione tutto ciò avrebbe potuto creare problemi. Ma a lei no.
Si alzò in piedi istintivamente, con aria sicura.
«Certo Madre. Voglio diventare Rinunciataria perché voglio essere libera. Tutti cercano di costringermi a diventare ciò che non sono, hanno già deciso quale deve essere la mia vita. Ma io sola so cosa voglio.»
Era fiera della sua recitazione altisonante, ma da quel momento in poi le cose si fecero più difficili.
Una dopo l'altra le donne presenti nella sala presero a incalzarla con le loro domande e le loro insinuazioni: volti sconosciuti e altri già noti cominciarono a farsi avanti senza lasciarle il tempo di pensare.
«Credi che una Rinunciataria sia libera di fare ciò che vuole?» le chiese qualcuna con aria insinuante.
«Beh, è libera di cavalcare, di viaggiare, di fare le cose che le piacciono insomma...»
Dalla sala si levò un borbottio contrariato.
Gwennis intervenne per riportare un po' d'ordine, sospirando.
«Liane... ho già cercato di spiegartelo: la vita da Rinunciataria non è così semplice come può sembrarti. Ognuna di noi ha i suoi doveri, le sue responsabilità e delle leggi da rispettare.»
«Sì...certo. Ma voi potete fare tante cose che alle altre donne sono vietate no? Come combattere per esempio.»
Altre Rinunciatarie ricominciarono a inserirsi con l'aria sicura di chi sa quello che dice.
«Sì. Ma tutto è fatto per il bene della nostra comunità, non solo per noi stesse. Spesso bisogna fare ciò che ci viene richiesto anche se non siamo d'accordo.» Le venne risposto da una voce di cui non ricordava il volto.
«E qual è il prezzo da pagare...? Questo lo sai Liane?»
Liane guardò stupita Shonnach, che le aveva fatto la domanda. Quella donna non le piaceva, non aveva fatto altro che guardarla di traverso, con sospetto, da quando era arrivata. Aurora le aveva detto di non preoccuparsi, che lei era fatta così.
«La considerazione che hanno di noi non è certo delle migliori. E bisogna faticare per non rispondere alle provocazioni e creare problemi in ogni momento.»
«Oh, in quanto a questo... ci si può sempre vendicare. Sono famose le storie delle vostre vendette.» Liane strinse i denti.
«Non so cosa ti abbiano raccontato, ma non credere che sia così facile. Quando entri nella Loggia devi lasciare alle spalle il passato e guardare avanti: è questo che cerchiamo di insegnare.»
Aurora intervenne.
«Però a volte non è giusto! Siamo sorelle e dovrebbe essere interesse di tutte che le ingiustizie che abbiamo subito siano pagate dai colpevoli.»
«Oh, Aurora... Conosciamo anche noi la sofferenza. Ma tutte le Rinunciatarie hanno un storia e quasi tutte le loro storie sono tragedie. Cosa diventeremmo se ci mettessimo a punire chiunque abbia fatto del male a una di noi?»
Un'altra rincarò la dose: «No, questa non è la strada giusta. È dentro di noi e nell'amore delle nostre sorelle che possiamo trovare la forza per affrontare una nuova vita.»
«E allora perché a volte fate pagare care le offese che vi vengono fatte? O negate forse anche questo?» Ormai Liane aveva perso il controllo e la sua frase suonò troppo aggressiva. Non le sfuggirono le occhiate stupite che alcune si lanciarono tra loro, ma Dana le rispose in tono calmo e perentorio.
«Ogni persona ha diritto di essere rispettata nella sua dignità. E a volte è necessario reagire. Ma non è mai piacevole, credimi, e porta sempre conseguenze per l'intera comunità delle Rinunciatarie.»
Doveva tacere, lo sapeva bene: non aveva più l'autocontrollo e la freddezza necessarie. Sentiva il suo cuore accelerare i battiti e pensieri di vendetta le passavano per la testa.
"Non avete nemmeno idea delle conseguenze che vi porterà stavolta!" pensò con rabbia, ma si morse il labbro per non parlare.
Ma Shonnach la colpì nel vivo: «Mi sembra che tu parli per esperienza... Hai forse qualcosa di cui vendicarti? È per questo che sei qui?»
L'altra sbiancò in volto e la sua agitazione provocò nella sala un silenzio carico di tensione. Aurora le strinse la mano cercando di darle coraggio, consapevole che anche Liane nascondeva qualcosa dentro di sé... qualcosa di brutto, di cui non riusciva a liberarsi: poteva riconoscere sul viso della girovaga l'espressione di qualcuno che è stato ferito nell'animo, la tensione dei lineamenti e delle spalle di chi non si sente al sicuro. La capiva e non aveva intenzione di chiedergliene il motivo prima che l'altra si sentisse pronta a parlarne: anche lei era stata così alcune decadi prima.
Liane avrebbe voluto reagire, ma sembrava che le parole le morissero in bocca; continuava a rivedere la scena di suo padre che veniva ucciso...
«Liane,» riprese Gwennis, spezzando il silenzio. «Io credo che tu abbia bisogno di riflettere bene prima di fare una scelta così importante. Non credi?»
Lei si riscosse, cercando di calmare il battito del cuore che le martellava il petto.
«Sì, certo.» Le rispose piano, mentre nella sua testa si affollavano pensieri di ogni genere.
"Che sia Shonnach? Che sia stata lei a...?"
«Bene, allora siamo d'accordo. Starai qui tra noi per il tempo necessario, ti renderai utile e alla fine valuteremo insieme se questa è la tua strada.»
"Questo spiegherebbe la sua domanda sicura e insinuante. Lei sapeva?"
Aurora le mise una mano sulla spalla, come per farle forza. Ma poi si irrigidì di colpo.
«Aurora, sei incinta?» le chiese qualcuna di colpo.
L'interpellata alzò improvvisamente la testa, stupita per la domanda. Soprattutto dopo il suo tentativo di abortire, non aveva fatto un segreto del suo stato: come si diceva, le gravidanze e le faide non diminuiscono a tenerle nascoste. Però, per suo carattere, non ne aveva parlato molto in modo diretto, a meno che non avesse ricevuto domande più o meno dirette sull'argomento. Dopotutto, tutte le donne erano in grado di avere dei figli e non ci trovava niente di cui vantarsi.
«Perché me lo chiedi?»
«Abbiamo visto tutte come ogni mattina, al tuo risveglio, scappi in bagno. Ed oggi non hai mangiato l'arrosto di interiora ed arricciavi il naso al suo odore.»
"Per Aldones, ma controllano proprio tutto?"
«Sì, sono incinta,» rispose ad alta voce, imbarazzata davanti alle altre donne. In genere aspettare un figlio era un motivo di gioia, ma non era sicura che per lei fosse davvero così. Si era abituata all'idea, e non detestava più il feto innocente, però non poteva realmente dire di desiderare un figlio o una figlia, soprattutto dopo il modo in cui era stato concepito. Essendo stata una figlia minore, la più piccola della famiglia, ne sapeva di più sull'addestramento di cavalli che sull'educazione dei bambini, e non avrebbe saputo da dove cominciare nemmeno per le cose più elementari come fasciature e bagnetti. Tuttavia, si era ritrovata un paio di volte ad immaginare il viso di un bambino o una bambina che le somigliasse ed aveva provato a vedersi allattare, cullare, cambiare un pannolino...
«Credi forse che una Gilda sia un ricovero per donne in stato interessante?» Le chiese allora Marelie.
«Ma cosa dici, Marelie? Mi sembra che anche tu abbia avuto un figlio. E nessuno qui mi ha detto che bisogna rinunciare alle funzioni naturali del proprio corpo.»
«No, certo, ma io ho avuto mio figlio dopo esser diventata una Rinunciataria. Non vorrei - e nessuna qui vorrebbe - che tu pensassi che facciamo beneficenza per giovani madri nubili.» Sembrava un eufemismo per dire prostituta ed Aurora sentì la rabbia montarle dentro. Conosceva già il gioco e le sue regole: cercavano di stuzzicarla per indurla a riflettere su quel che pensava ed esprimere con convinzione le proprie idee, ma non era bello avere mezza Gilda apparentemente contro di lei, e Rinunciatarie più anziane che la prendevano in giro per la sua ignoranza dei loro usi.
«Non ho mai pensato niente di simile,» rispose, cercando di mantenersi fredda, «e se non ho fatto un pubblico annuncio del mio stato è anche per questo. Non voglio un trattamento di favore solo perché sono incinta. Come tutte le donne della mia famiglia,» proseguì alzando il mento, «sarò in grado di lavorare fino a poche decadi dal parto.» Spostò lo sguardo su tutte le donne. «Non mi sono mai sottratta al lavoro fino ad ora, lo sapete bene: non voglio elemosinare niente.»
Vide la maggior parte delle donne annuire con approvazione, ed una commentò: «È vero, non è una scansafatiche e non si lamenta quasi mai anche quando c'è il letame da spalare.»
Shonnach aveva però soppesato ogni sua parola.
«Le donne della tua famiglia? Io non so niente dei tuoi e non mi interessa. Dovresti ricordare che qui ci lasciamo dietro le spalle parenti e signori. Sei entrata con i vestiti che avevi addosso e non devi aspettarti di avere meriti per la tua famiglia e i suoi usi.»
Beh, diamine, lei era quella che era, perché era stata educata in un certo modo! Glielo disse, ed aggiunse maliziosamente che allora tanto valeva che le Rinunciatarie non portassero nemmeno il nome della madre!
Le donne si misero a ridere, ed Aurora pensò che forse aveva segnato un punto.
«Bene, per ora il tuo lavoro l'hai fatto, è vero. Vedremo in futuro.» Concluse Shonnach e, nonostante il tono rude, le sembrò che la Rinunciataria più anziana fosse d'accordo con lei. Tanto per precisare che non era felice di essere trattata con tanta sfiducia, Aurora aggiunse: «Farò in modo di non crearti problemi, Sorella, anche se so che non sarà semplice...» e l'intera Gilda riprese con le risate.
Ormai il momento peggiore era passato e si continuò a parlare di problemi più generali e a scherzare ogni tanto, con risate che univano tutte le Rinunciatarie e facevano sentire Liane ancora peggio.
Aurora vide il suo volto buio e si ricordò di come era rimasta male anche lei dopo la prima riunione a cui aveva partecipato, con tutte quelle donne ancora estranee che facevano di tutto per metterla alla prova.
«Ehi Liane.» le disse sottovoce. «Non darci troppo peso: capita a tutte.»
Ma l'altra non le rispose e pensò che avesse bisogno di non essere disturbata.
"Non avrei dovuto lasciarmi andare!" Il fatto che Aurora fosse riuscita molto meglio di lei a tirarsi fuori da quella situazione la feriva nel suo orgoglio. "Lei ci tiene davvero, eppure non si è lasciata mettere in difficoltà nonostante quello che le hanno detto..."
Cominciava a dubitare di se stessa e delle sue capacità, ma forse doveva solo imparare a conoscere quell'ambiente così diverso da quello che aveva sempre conosciuto.
Guardò ancora verso Shonnach, come se nel suo volto potesse leggere qualcosa, ma ritrasse lo sguardo quando incontrò i suoi occhi.
Una buona dormita le avrebbe fatto bene e il giorno dopo avrebbe pensato il da farsi.










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Disclaimers

Liane sembra ben decisa a portare avanti il suo piano, partecipando anche ad una delle riunioni della Gilda.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008