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[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, agosto (2)] [Credits & Disclaimers]



Duelli interiori

Liane & Chya

Nonostante i suoi propositi Liane aveva dovuto cedere...
Il ricordo della riunione e di come le altre erano riuscite a metterla in difficoltà le bruciava ancora dentro. Era stata troppo convinta di sé, troppo fiduciosa nella distanza tra il suo vero essere e il ruolo che aveva deciso di interpretare; ma non aveva fatto i conti con la ferita fresca che ancora portava dentro, non aveva considerato che nonostante fingesse sicurezza, si sentiva spaesata e fragile, senza un punto fermo su cui contare. Suo padre era sempre stato per lei una certezza: la amava, la proteggeva, le insegnava a vivere... Tutto questo era dentro di lei ed era bastato toccare i tasti giusti per farlo emergere.
Così avevano vinto loro per questa volta... ed ora invece di entrare in fretta e furia nel ruolo di Rinunciataria come avrebbe voluto, aveva deciso di prendersi del tempo. Proprio quello che Gwennis e Dana le avevano suggerito da subito. Che rabbia! Erano riuscite a ottenere ciò che volevano e lei era caduta nella trappola come una stupida.
Mentre camminava, tutti i pensieri che le passavano per la testa le conferivano un'aria torva e corrucciata. Ora doveva trovarsi qualcosa da fare, ma prima di tutto voleva dare un occhiata ad Elvas: quel paesino dall'aria felice che non aveva mai visto prima.
«Guarda, guarda... ci sono anche delle terme pubbliche. Vediamo che aria tira là dentro.»
Mentre si dirigeva dentro a grandi passi si accorse di una Rinunciataria che prendeva la stessa direzione in tutta fretta. L'aveva già notata in realtà: aveva la strana, inquietante sensazione di averla già vista. Ma no... non poteva essere.
«Salve!» La salutò.
«Liane... vero? Scusa ma sono molto di fretta: lavoro qui e la Vedova non sarà contenta del mio ritardo.»
«Va bene, capisco. Volevo dare un occhiata per trovare qualcosa da fare. Magari ne parliamo dopo nella Loggia...»
«Sì, è meglio. A dopo Liane.»
«A dopo...»
«Chya. Io mi chiamo Chya.»
Scappò via e Liane restò a ripetersi quel nomignolo. Chi poteva usarlo come nome? Di colpo le tornò in mente un'immagine e si sentì raggelare.
Una ragazza coi capelli rossi che aveva visto danzare con grande abilità mentre preparavano uno spettacolo. Ne era rimasta affascinata e la aveva osservata fin quando non l'avevano richiamata: «Chya! Andiamo, sei bravissima: non c'è bisogno di allenarsi ancora.»
Cercò di ricordarsi in quale città si trovavano, quanto tempo era passato, ma era come se la sua mente fosse annebbiata e più si sforzava più i ricordi si allontanavano inconsistenti e sfuggenti.
Si sedette per terra, poggiandosi ad una parete perché la paura non la facesse vacillare. Chya si ricordava di lei? Forse aveva già detto tutto a Madre Gwennis ed era per questo che non si fidavano di lei: sapevano che era una Girovaga e le Rinunciatarie, si sa, odiano i Girovaghi! Però in effetti anche Chya era stata una Girovaga... non poteva parlare! Altrimenti avrebbe dovuto confessare anche lei la sua vera identità e di certo non l'avrebbero accettata dentro la Loggia.
Doveva parlarci... ora!
Le corse dietro.


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Liane si precipitò dentro l'edificio e scorse Chya che, con un gran mucchio di teli in mano, si dirigeva verso una stanza di servizio. Decise di aspettare pazientemente in quella stanza, anche se si sentiva a disagio: non aveva mai avuto un buon rapporto con i luoghi chiusi. Per ingannare l'attesa osservò le decorazioni della stanza, davvero magnifiche: chiunque l'avesse arredata aveva buon gusto e classe da vendere.
Finalmente Chya uscì dal ripostiglio e, nello scorgerla, esclamò gentilmente:
«Ehi, hai bisogno di qualcosa? Per caso devi parlare con la Vedova?»
«Io... No, no, volevo parlare con te...» Accidenti, ora che se la trovava davanti era difficile parlarle, in realtà non sapeva proprio cosa dirle.
Chya, corrugando un sopracciglio perplessa, disse: «Sei una Girovaga, non è vero?» Liane era sconvolta, ma l'altra disse: «Noi Girovaghi abbiamo un modo di muoverci inconfondibile, non te ne eri mai accorta? E poi, io ti avevo riconosciuta, anche se l'ultima volta che ti ho vista eri alta la metà di quello che sei adesso.»
«Tu ti ricordi di me? Quando mi hai visto?»
«È stato circa sei-sette anni fa, durante i festeggiamenti per il matrimonio di una delle figlie di un nobiluccio dalle parti di Serrais. È stata una festa memorabile. Tuo padre è perfino riuscito a battermi nei giochi di abilità, spillandomi anche un bel po' di soldi. È davvero un mago con le mani.»
«Cosa? Conoscevi mio padre?»
«Sì certo, è un uomo forte e gentile con tutti, molto rispettato e conosciuto... Conoscevi? Gli è successo qualcosa?»
Liane si sentì sbiancare.
«No... no... Anzi sì. Ma ora lasciamo perdere. Hai detto a Gwennis che sono una Girovaga non è così?»
L'altra la guardò in silenzio con uno sguardo indecifrabile.
«Liane... a me non interessa nulla dei tuoi fatti personali. Ho altri problemi per la testa e di certo non vado in giro a raccontare la vita degli altri. Ora lasciami lavorare.»
«Non devi dirlo a nessuno! Se sapessero che sono una Girovaga...»
«Ma a chi pensi possa interessare che tu vivevi tra i Girovaghi?»
«Le Rinunciatarie... loro... insomma non devi dirlo e basta. Anche perché ci rimetteresti anche tu no? Non ti vorrebbero nella Loggia se sapessero chi eri.»
«Ma che vai raccontando? Sono stata accolta qui con affetto quando ero in difficoltà e a nessuno importa da dove vengo! Forse hai sentito troppe storie da altri e ascoltato troppo poco con le tue orecchie.»
Le voltò le spalle.
«... Quindi il mio segreto è al sicuro?» le gridò dietro Liane, come se non avesse udito le sue ultime parole.
Chya alzò gli occhi al cielo.
«Non dirò nulla.»
«Che cosa non dirai?!» Una donna dal fare autorevole le interruppe.
«Sei già in ritardo oggi, Chya, e ora perdi altro tempo. E chi è questa giovane? Non l'avevo mai vista ad Elvas.»
«Perdonate la mia intrusione, domna.» I modi altezzosi della donna, dovuti certamente all'educazione da comynara, spingevano istintivamente Liane ad un certo rispetto nei suoi confronti. «Sono arrivata da poco e alloggio presso le Rinunciatarie.»
«E come mai sei arrivata qui da noi?» C'era un che di stonato in lei, un qualcosa che mise sulla difensiva Liane.
«Oh, beh... vorrei diventare Rinunciataria e mi sono messa in viaggio per questo.»
«Quindi come tutte le Rinunciatarie avrai una storia alle spalle, che il più delle volte è anche una tragedia. Qual è la tua storia?» chiese con aria fintamente disinteressata.
Improvvisamente Chya cercò di intromettersi per cambiare discorso.
«Liane cercava qualcosa da fare qui ad Elvas. Forse potreste aiutarla così come avete fatto con me.»
«Ah... quindi non inizierai il noviziato subito? Altrimenti non potresti lasciare la Loggia...»
«Sì, in effetti preferisco passare un po' di tempo con le Rinunciatarie prima di fare un passo così importante.»
«In tal caso vedrò se posso trovarti qualcosa da fare qui alle Terme. Ma spero che tu sia più loquace di Chya...» Rise divertita e Liane notò il fastidio dell'amica che cercava di non prestare attenzione alla Vedova.
«Lo vedi? È sempre così taciturna... Ed io che pensavo di tenermi aggiornata sulle vicende della Loggia grazie a lei.»
«Non mi piace raccontare i fatti degli altri. Cerco solo di vivere in pace... quantomeno di sopravvivere.»
«Ma sì, ma sì. A me piace scherzare.»
«Scusate... Io vi lascio al vostro lavoro. Ho già disturbato abbastanza.»
«Quanta fretta. Torna domani allora e vedrò se posso trovarti qualcosa da fare.»
Liane sgattaiolò via e tirò un sospiro di sollievo decisa a trovare un lavoro in qualsiasi altro posto.
"Spero solo che quella donna non abbia sentito la nostra conversazione..." pensò.


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Era appena uscita quando, voltandosi, udì Chya che appoggiata allo stipite dell'entrata, la stava chiamando. Lasciò che la raggiungesse, e ciò che la riservata Girovaga le disse la sorprese parecchio: non le sembrava una persona abituata a fraternizzare con le altre.
«Liane, stasera sei libera? Vedi, ogni sera mi alleno in un boschetto poco distante, se vuoi puoi venire con me. Sempre se non hai niente da fare, sia chiaro.»
«Oh, sarebbe magnifico, ma... Perché?»
«Semplicemente credo che tu ti stia per mettere in un mare di guai. Non credo che tu abbia molta chiarezza nella tua testa, e probabilmente non hai capito chiaramente come funzionano le cose qui.»
«Sei davvero gentile, però non ho bisogno di una balia, sono abituata a cavarmela da sola.» Liane si interruppe un attimo, scrutò il volto impassibile di Chya e poi esclamò: «Beh, suppongo che domani la Vedova riceverà una mia visita. Dovrei ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me...»
«Chi ti ha detto che lo sto facendo per te?» sogghignò Chya e, con un lieve cenno del capo, ritornò sui suoi passi verso le Terme.
«In che razza di guaio mi sto cacciando?» pensò Liane. «Accidenti papà cosa devo fare?»


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Dopo aver combattuto contro il suo orgoglio, che si accendeva ogni volta che ripensava all'ironico atteggiamento di Chya, "ma chi credeva di essere?Lei poteva cavarsela benissimo da sola!", Liane decise tutto sommato di recarsi al boschetto degli allenamenti.
Prima di uscire incontrò Aurora.
«Liane... Hai poi trovato il lavoro che cercavi?»
«Mi hanno offerto un lavoro alle Terme. Ci lavora già un'altra Rinunciataria...»
«Sì, Chya. Ma non la invidio: la Vedova a volte è proprio insopportabile. Sei sicura di voler frequentare quel posto?»
«Vedremo, se non trovo niente di meglio mi adatterò. Ma che mi dici di Chya?»
«Una ragazza riservata, non ho un grande rapporto con lei. Sta sempre sulle sue.»
«Era una Girovaga non è così?»
«Mi pare di sì.» Non sembrava che Aurora desse grande importanza alla cosa. «Spero che la riunione non ti abbia sconvolto troppo Liane: succede con tutte. Arriviamo qua ancora cariche di tutti gli schemi e i pregiudizi con cui siamo cresciute. E nemmeno ce ne rendiamo conto.»
«Non ti preoccupare. Mi sono lasciata andare è vero, ma so quello che voglio.»
Aurora le sorrise. «Allora spero che tu riesca davvero a realizzarlo.»


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Il piccolo bosco non era molto distante. C'era una tranquillità naturale che la faceva sentire a suo agio. Quando cominciò a sentire dei rumori si nascose e restò a spiare Chya che danzava e piroettava seguendo una musica tutta sua, irraggiungibile e bella nei movimenti aggraziati.
Liane si sentiva come tanti anni prima, quando l'aveva osservata alla festa rimanendone affascinata. Ma ora anche lei sapeva fare tante cose con cui stupire il pubblico: le persone rimanevano a guardarla ammirate e lei si sentiva fiera di sé. Saltò fuori dal cespuglio dietro il quale si era nascosta e Chya si voltò verso di lei e si fermò, ansimando un poco per la stanchezza.
«Allora hai deciso di venire?»
«Già. Ma solo perché mi mancano gli allenamenti...» Abbandonato a terra il bagaglio ingombrante, Liane cominciò una serie di acrobazie.
«Niente male.» Commentò l'altra. Insieme provarono a seguire lo stesso ritmo e a muoversi in sincronia. Quanti ricordi... Quanto si sentiva libera! Si fermarono stanche e sentirono ancora una volta la magia del movimento, capace di avvicinare le persone meglio di qualunque altra cosa.
«Bene. Però come giocoliere io sono la migliore!» In aria cominciarono a roteare rametti trovati per terra, palline colorate e infine, sotto lo sguardo divertito di Chya, anche i due pugnaletti che Liane portava con sé.
«Hai visto Chya? Potrei eseguire anche la Danza delle Spade dei Comyn...»
Risero insieme di quella blasfemia e Liane perse la concentrazione e si lasciò cadere addosso i vari oggetti evitando con destrezza i pugnali. Rimase seduta tra l'erba, osservando la sua nuova compagna di avventure. Le aveva fatto bene muoversi un po'.
«Hai detto che secondo te non avevo chiara in testa la situazione. Cosa intendi?»
«Intendo proprio quello che ho detto: non sai in che guaio ti stai cacciando.» Detto questo, le lanciò una corta spada (simile a quella usata dalle Rinunciatarie) ed esclamò: «In guardia!»
«Intendi davvero combattere con me? Senti Chya non ne ho voglia, ero venuta qui solo per allenarmi un po' e capire come passare il tempo libero qui ad Elvas. Ehi! Cosa diavolo...»
Liane rotolò velocemente sulla sua sinistra per evitare un rapido affondo di Chya, per nulla amichevole. Balzò velocemente in piedi e le gridò. «Come osi? Intendi proprio passare dei guai...»
«Sai, non mi sono mai piaciute le bugiarde... Soprattutto quelle che non sanno mentire bene. Stasera sei venuta solo per sapere quello che pensavo di te, della tua situazione e della strana recita che stai svolgendo, neppure troppo bene.» Chya si dedicò ad una serie di rapidi affondi, subito parati da Liane che però si trovava in forte difficoltà per le parole rivoltele dall'altra. Decise di contrattaccare: «E tu: cosa stai facendo qui? Mi hanno raccontato che volevi diventare Rinunciataria ma che in seguito, stranamente, hai deciso di aspettare, trovando lavoro presso le Terme. Non mi dirai che tutto ciò non è frutto di un tuo preciso calcolo: di chi ti devi vendicare?»
Chya riuscì a disarmare Liane che, furiosa, non era stata in grado di reggere il ritmo del combattimento, ed esclamò: «Allora è così. Una vendetta, eh! Liane, io non so come spiegartelo: non sono come te. Grazie dell'informazione, comunque.» Chya iniziò a raccogliere le sue cose, decisa ad andarsene visto che aveva ottenuto ciò che voleva.
Liane, impallidita, gridò. «Aspetta, non capisci, non è come pensi...» e poi, in maniera più accorata, «per favore, ti supplico, ascoltami...»
Chya, le mani ingombre di palline da giocoliere, pugnaletti ed altre cose, si voltò verso la compagna, pallida e visibilmente in lotta con se stessa. «Liane, hai deciso di raccontarmi la verità?»
«Sì, ti prego, ascolta.» All'inizio le parole da trovare erano difficili, si fermavano in gola e non volevano uscire, ma poco a poco qualcosa si sciolse dentro l'anima della piccola Liane: alla fine del suo racconto si accorse di essere in lacrime.
«Ehi, mi dispiace, davvero. Ammiravo tuo padre, era un brav'uomo. Però cerca di comprendere la mia posizione: qui ad Elvas sto cercando di rifarmi una vita e trovare il mio equilibrio, e quando sei arrivata tu inizialmente ti ho considerato una minaccia. Sei uno spirito fiero ed orgoglioso, mi ricordavi il mio passato. Ecco perché inizialmente ti ho ignorata! Ma poi mi sono accorta che ti comportavi in maniera strana, probabilmente nascondevi un segreto. Scusami, ho dovuto provocarti per scoprirlo, ma dimmi: non ti senti meglio ora?»
«Non so, avrei preferito un po' più di tatto e chissà se mi posso fidare...» Liane stava facendo il broncio, ma allo sguardo ironico dell'altra scoppiò in una risata sincera, subito imitata dall'amica.
«Senti, Chya, credo davvero che verrò a lavorare con te alle Terme, almeno finché non sarò riuscita nei miei intenti.»
«Non credo tu stia facendo la cosa migliore. Ho imparato a conoscere la maggior parte delle Rinunciatarie di Elvas, e sinceramente non corrispondono alla descrizione dei mostri che hanno ucciso tuo padre. Ma non si può mai sapere. Se sentirò qualcosa ti informerò. Ora è davvero tardi: torniamo a casa?»
Liane si guardò stupita attorno: gli ultimi raggi di sole erano completamente svaniti e il boschetto stava già iniziando ad animarsi di una vita notturna intensa e rumorosa.
Con quanta disinvoltura Chya aveva paragonato Elvas ad una vera casa! Lei si sentiva ancora un'estranea, spaesata e confusa, anche se indubbiamente più serena.
Sarebbe mai riuscita a far tacere i demoni che le stavano rodendo il cuore?









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Disclaimers

Dopo aver incontrato le prime difficoltà all'interno della Gilda, Liane crede di riconoscere una possibile fonte di pericolo in Chya.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008