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Riflessioni

Rael McKihan

Non vi era nulla di peggio che ritrovarsi con le mani in mano, seduto in un angolo vicino al camino, dove una volta si rifugiava non appena aveva un attimo di tempo... ma questo accadeva tanto tempo fa.
Rael sospirava piano, congiungendo le dita, mani nelle mani, a guardarsi i piedi, o forse il pavimento.
Non sapeva che fare; spostò il peso della testa appoggiandosi al muro, in quei momenti rimpiangeva il tempo occupato a correre. Aveva sempre desiderato un po' di tempo per non fare nulla, e ora ne aveva anche troppo: in una casa cosi piccola per due persone, si finivano presto le cose da fare.
E restava tempo.
Un tempo ozioso che lo rendeva solo nervoso, mentre aspettava che lui tornasse; non chiedeva altro. A volte avrebbe desiderato seguirlo costantemente, ma sapeva che l'essere aiutato era spesso un peso e non un piacere.
Il suo Signore, che non voleva essere chiamato in altro modo che col nome con cui era nato.
E lui, Rael, non vi riusciva, anche se a volte ripeteva sussurrando all'aria quel nome, Tristam, e nella casa vuota gli poteva rispondere solo il silenzio.
A volte voleva semplicemente tornare a casa, ma a quanto tempo prima? Nell'attimo in cui aveva lasciato tutto, quando la stava odiando con tutte le forze, e l'unica via d'uscita gli era parsa quella di camminare lontano, più lontano possibile.
In realtà era stata una fuga senza meta alcuna, senza un porto dove giungere, e lì immerso nella sua disperazione aveva trovato il suo salvatore, Tristam Rafe Elhalyn Alton.
Eppure, il ricordo di ciò che era stato prima aveva la consistenza di una fiammella flebile, che si spegneva dopo un breve soffio. La teneva avvinta a sé però, per ricordarsi da dove veniva, cercando di pensare al buono che vi aveva lasciato.
Anche se continuava a tornargli alla memoria solo il motivo della sua fuga.
Ma, dopo quello, poteva solo guardare avanti, e vedeva i suoi giorni srotolarsi in dinnanzi a lui, pigri come sbuffi di fumo da un camino senza un alito di vento... lenti... soporiferi.
Era stanco, di una stanchezza nuova, si sentiva vecchio eppure uguale a prima, in bilico tra qualcosa che voleva lasciarsi indietro e ciò che voleva fare ora.
Sapeva che era timidezza e un misto di paura ciò che lo frenava, altrimenti gia avrebbe mosso un piede davanti all'altro per poter tornare.
Non c'era nessuno che poteva prendere la decisione per lui, nemmeno voleva chiedere consiglio al nobile Tristam, odiava l'idea che continuasse a vederlo come un ragazzino...
La Torre di Elvas, era lì che voleva tornare. All'inizio aveva avuto paura in cuor suo di non riuscire a servire nella Torre come avrebbe voluto e invece era qualcosa che ora gli mancava in un modo quasi struggente, era diventato un luogo in cui si sentiva a casa. Nemmeno lui sapeva come fosse successo. Forse, solo il fatto di poter fare ciò che sapeva meglio, per ringraziare, perchè lì poteva vedere i frutti del suo lavoro come mai era stato.
Si tirò in piedi, camminando lentamente fino alla finestra, appannò il vetro con il fiato solo per pulire subito dopo con il bordo della manica, sorrise tra sé e sé e appoggiò per un attimo la fronte alla finestra.
Il freddo gli schiariva i pensieri. Volendo essere chiari, se non mostrava convinzione non lo avrebbero mai preso di nuovo con loro.
Avrebbe saputo convincerli? Sbatté il palmo della mano aperta contro il muro.
Nulla si risolveva con semplici giri di parole e rimanere a pensarvi non avrebbe portato che a ragionarvi ancora, in una spirale inutile.
E in sé aveva solo i semi di un potere che non aveva cercato, ma che era in lui.
Non sapeva riconoscerlo, non lo controllava, ma sopra ogni altra cosa non conosceva se stesso, e di questo aveva avuto paura.
Si girò, muovendo finalmente in fretta i piedi. Il suo corpo sembrò scaldarsi in un attimo e, nella fiammata della decisione presa, arrivò a indossare il mantello per uscire.
Era un peso che aveva sperimentato titubante gia altre volte, chissà perché oggi gli sembrava più leggero.
L'aria fredda gli tagliava il viso, eppure sorrise al vento mentre percorreva la strada verso la Torre, anche se non era proprio essa la meta del suo andare.
Per prima cosa doveva tornare dalla sua maestra e, se la conosceva come pensava, l'avrebbe trovata alla serra.










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Disclaimers

Dopo un lungo periodo di riflessioni, Rael decide di tornare alla Torre per chiedere a dana di riprendere gli studi.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008