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[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, marzo (11)] [Credits & Disclaimers]



La rivelazione

Rafael Rakhal Ridenow

Rafael sospirò, decisamente poco convinto su quello che doveva fare. Aveva lasciato passare una settimana, senza avere il coraggio di seguire il consiglio di Dana. Poi due...
Ormai la sua autostima stava certamente calando. Ma naturalmente, cercava di scusarsi per questo suo prender tempo. Non era stata codardia, la sua, ma prudenza.
Infatti, nel frattempo, aveva conosciuto meglio quella ragazza che, da sola, era riuscita a metterlo in crisi: Amyra. Forse per tatto, non aveva fatto caso che quando erano nella stessa stanza lui alzava le sue barriere al massimo. Avevano stretto una strana amicizia, loro due... a distanza, era l'unica parola che gli veniva in mente. Ma grazie ad uno strano sesto senso, riuscivano sempre a capirsi. All'inizio aveva esitato per curiosità, per vedere l'evolversi di questo strano rapporto, poi per paura di rovinarlo. Sentiva che sarebbe potuta diventare una bella amicizia... e forse qualcosa di più?
Comunque, non poteva andare avanti così. Si stava logorando i nervi.
Così, finalmente aveva deciso. Le avrebbe parlato.
L'occasione gli giunse il giorno dopo.
Aveva appena terminato uno sfibrante turno ai relè, quando incrociò Amyra di ritorno dalla biblioteca. Dall'espressione non doveva aver passato un pomeriggio dei migliori nemmeno lei.
«Kelan ti ha fatto estrarre da sola tutti i metalli da qui a Caer Donn?» Chiese, a mo di saluto. Già dal primo giorno erano passati dal voi al tu, e da quel momento sembrava che non riuscissero a fare a meno di punzecchiarsi, come aveva fatto notare Aliciana. Strano modo di proteggersi, pensò Rafael. Che fosse reciproco?
«Spiritoso. Kelan ha tenuto una lezione piuttosto pesante sulla teoria dell'utilizzo delle matrici. E a dir la verità, quello che sembra aver estratto tutti i metalli da qui a Caer Donn sembri tu.»
«Ero di turno ai relè,» disse Rafael con una smorfia, a cui Amyra rispose sorridendo. Gli faceva uno strano effetto vedere Amyra sorridere. Rischiava di perdersi in quei pensieri, che decisamente non voleva affrontare, perciò arrivò subito al dunque: «Ti posso parlare?»
«Sei sicuro di riuscire a reggerti in piedi per il tempo necessario?» gli disse in maniera irriverente lei.
«Ma certo. Dove possiamo andare?»
«Nella biblioteca c'è Kelan, e la sala comune è sempre occupata. Che ne dici delle cucine? Sono passata prima a prendere qualcosa per me e il mio tutore e non c'era nessuno. Così puoi mangiare qualcosa anche tu.» Disse, osservandolo con occhio critico.
«Ottima idea. Andiamo.»


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Mentre Rafael si sedeva, Amyra si mise a frugare con mano esperta le varie mensole. Alla fine posò sul tavolo pane nero e miele, scuotendo la testa.
«È tutto quello che ho trovato.»
Rafael annuì, iniziando a tagliare a fette il pane, che Amyra spalmava di miele. Quando ebbe finito, il ragazzo addentò con voracità la fetta che l'amica le porgeva. Per Zandru, quel turno ai relè lo aveva davvero sfinito!
Amyra mangiucchiava paziente una fetta di pane, quando finalmente chiese: «Allora? Io vorrei andare a riposare!»
Rafael la guardò scusandosi con gli occhi, ma dicendo: «No, chiya, quello che ti devo dire è importante. È da un po' che rimando ma...» Uffa, stava ancora girando intorno all'argomento! I Ridenow non sono proprio capaci di affrontare un discorso!
«Insomma, cosa mi vuoi dire?» gli venne in aiuto Amyra, con uno strano miscuglio di stanchezza e curiosità.
E così Rafael cominciò: «Ti devo raccontare una cosa che mi riguarda. Anzi, a dir la verità, che ci riguarda! Vedi, tutto iniziò lo scorso autunno, quando mio padre venne a Neskaya per informarmi che dovevo sposarmi...»


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Quando Rafael finì di raccontare, più o meno quando era arrivato alla sua conversazione con Dana, si decise infine a guardare la sua promessa sposa, per vedere che effetto avesse avuto su di lei questa rivelazione. Amyra lo guardava turbata, con un misto di curiosità e incertezza nello sguardo. Davvero disarmante.
«Così eri tu quel Rafael...» disse lentamente, come riflettendo. «Beh, pensavo che tu fossi più vecchio.» Inclinò leggermente la testa, per guardarlo meglio e, sforzandosi di mostrarsi allegra, disse: «Se lo avessi saputo prima, forse non sarei scappata.»
Rafael pensò che la stanchezza doveva averle dato alla testa. Era l'unica soluzione possibile. Eppure, mentre si sentiva incomprensibilmente arrossire, si diede dello stupido, per aver creduto, anche solo per un momento, che quella frase detta ingenuamente potesse voler dire qualcosa di più...
«Sono felice che tu l'abbia presa bene. Ero un po' agitato...»
Amyra si mise a ridere. «Allora era per questo che ti barricavi così tanto quando eri con me?»
Rafael arrossì di nuovo, questa volta per l'imbarazzo. Non sapeva cosa dire.
Ma a quanto pare la stanchezza l'aveva davvero tratto in inganno! Una parte della sua barriera mentale aveva ceduto, e forse questo aveva facilitato ad Amyra l'accettazione di quello che le aveva rivelato. Sospirando di sollievo, le trasmise un'allegra risata mentale.
"Potremo sempre essere buoni amici. E poi...si vedrà"
Chi l'aveva detto? Rafael non riuscì a capirlo.


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«Tu lo sapevi!» Amyra era indignatissima. Fissava la sorella come se volesse incenerirla con lo sguardo. «Beh, sì, qualcosa sapevo... Ma non ne ero sicura. Oh, andiamo, Amyra, tutto si è risolto per il meglio, no?»
«È vero, ma... ho vissuto due settimane sotto lo stesso tetto con il mio... promesso sposo... e tu lo sapevi... e non mi hai detto niente?!»
«Come ti ho detto, non ne ero sicura... E poi è stato lui a chiedermi di non dirtelo, perché voleva essere lui a parlarti per primo.»
Amyra si sedette, finalmente. L'adrenalina stava finendo, e adesso si sentiva terribilmente stanca.
«Scommetto che ti stai divertendo un mondo alle mie spalle.»
«Beh, un po' sì... Ma non fare quella faccia da funerale! Si può ancora rimediare alla situazione, vedrai...»
«Hai ragione... ma sai come sono fatta, vedo sempre tutto nero! E poi la cosa mi ha lasciato talmente sconvolta... pensavo di aver lasciato per sempre tutti gli intrighi di nostro padre, e invece...»
«Amyra, sei sempre così severa con lui...»
Amyra divenne improvvisamente pallida.
«Cambiamo discorso, sì? Non mi va di discutere con te... sai come la penso. Come facevi a conoscere Rafael?»
«Eravamo a Neskaya insieme, e ho fatto l'addestramento di base insieme a lui. Eravamo amici, siamo stati anche in un Cerchio assieme, ma quando ho iniziato il vero addestramento da Custode... l'isolamento e tutto il resto, sai... ho preso le distanze da tutti. Comunque, è stata una vera sorpresa rivederlo qui! Ci siamo incontrati circa tre giorni dopo il suo arrivo, nella sala grande... per fortuna non c'era nessuno, se no l'avrebbero preso in giro per un sacco di tempo! Dovevi vederlo: sembrava che avesse visto un fantasma! E in effetti, credo che lui pensasse proprio questo! E poi si è accorto che ero... diversa... e mi ha chiesto se ero una mia parente! C'è voluto un po' a spiegargli tutto - e quando sono arrivata all'operazione era parecchio arrabbiato - ma poi, come vedi, tutto si è risolto. Quando ero ancora a Neskaya, sapevo che nostro padre stava organizzando qualcosa con i Ridenow in generale e con Rafael in particolare, e ne ero felice... è simpatico, no?»
«Beh, sì, certo.... ma questo cosa c'entra?»
Fiamma si mise a ridere.
«Niente, niente chiya
«Fiamma, non chiamarmi così! Fra poco avrò sedici anni!»
«Oh, scusa,» le disse la sorella con uno sguardo malizioso di cui Amyra preferì non decifrare il significato.









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Disclaimers

Rafael rivela ad Amyra la sua vera identità.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008