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Tutto per un sogno

Shaya Alton Aillard

Shaya si risvegliò tremando, madida di sudore.
No, non era più nel Sopramondo, era nella sua camera della Torre di Arilinn... Respirò a fondo, la mano premuta sulla matrice, cercando di liberare la mente dalle ultime tracce del sonno. Non era la prima volta che le accadeva: almeno la terza, solo nell'ultima settimana.
"Basta! Cosa mi sta succedendo?" Pensò debolmente.
La verità era che lei... voleva fare quel sogno, lo andava a cercare ogni notte nei grandi spazi dove volere e potere erano una cosa sola.
Ogni notte volava come un falco verrin nel cielo grigio del Sopramondo e all'improvviso vedeva ergersi davanti a lei una Torre fatta di luce verde smeraldo, e accanto a questa una donna con le vesti cremisi delle Custodi, una Rinunciataria e un uomo con le fattezze tipiche degli Aldaran: la chiamavano e lei cercava di raggiungerli, ma ogni volta si svegliava quando le loro mani stavano per stringersi. "Tra di loro starò bene, hanno bisogno di me, forse mi accetteranno... o lo dico solo perché voglio andarmene di qui?"
Si alzò dal letto e andò a lavarsi il viso. Dallo specchio la fissò lo sguardo stanco di una ragazza di diciotto anni, con lunghi capelli ondulati rosso-castani e occhi color dell'ambra scura, venati da pagliuzze dorate.
"Shaya Miralys Alton y Aillard, Comyn con il diritto di sedere al Consiglio, tecnico della Torre più importante dei Sette Domini, credi ai sogni?"
"In verità crederei a qualsiasi sogno mi potesse far uscire da qui."


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Era entrata nella Torre a poco meno di dieci anni, dopo una crisi di Mal della Soglia che l'aveva costretta a letto per tre mesi. Poi c'era stato un tremendo litigio (non il primo, e neanche l'ultimo) tra sua madre e suo padre per decidere se mandarla a Neskaya o a Dalereuth. Alla fine era intervenuta la Dama di Aillard, sorella di sua madre Janelle, ed era partita per Arilinn.
Aveva passato il Velo senza problemi, e alla fine era stata presentata a Marelie Hastur, Custode di Arilinn, una delle donne più potenti dei Sette Domini. Non si ricordava molto le sue prime impressioni su di lei - quel giorno, dopo il lungo viaggio in carrozza, aveva avuto un altro attacco di febbre - ma ricordava fin troppo chiaramente le sue parole:
«Mi dispiace, ma la piccola ha appena il laran sufficiente ad avere una matrice. Penso che possiate cominciare a pensare ad un buon matrimonio per lei: sicuramente non la tratterremo alla Torre molto a lungo.»
A quel punto Shaya si era arrabbiata come mai in vita sua. Per tutta la vita aveva sognato di entrare in una Torre, di diventare una leronis e imparare a lavorare con il proprio donas e le pietre delle stelle... e ora, dopo un esame in cui quella donna non l'aveva neanche toccata (quante cose aveva ancora da imparare!) la buttavano fuori?
Era talmente arrabbiata che... svenne. Al suo risveglio, la grande vetrata istoriata accanto a lei era diventata una massa informe di vetri colorati e piombo fuso, come se fosse stata colpita da un fulmine, e una delle donne che accompagnavano la Custode era svenuta tra le braccia delle altre, che stavano urlando tutte come ossesse. Altro che poco laran! Quello che si era risvegliato dopo pochi minuti dal controllo della Custode era il vecchio Dono dei Rockraven, la capacità di controllare i fulmini e il vento... probabilmente, come dedusse molto tempo dopo, risvegliato dal Dono degli Ardais del suo fratello adottivo Stephen che l'aveva scortata fino alla Torre.
Bene, Domna Marelie l'aveva accettata ed era cominciato il suo lungo tirocinio per diventare tecnico. Il suo lavoro le piaceva, amava stare lunghe ore a progettare nuove griglie di matrici e a realizzarle... quando non era in biblioteca a studiare i testi sul laran e sulle famigerate Ere del Caos, dove con una sola matrice si poteva cambiare l'orbita delle quattro lune: ma la cosa che le rendeva insopportabile lo stare lì era l'atteggiamento di tutto il resto della Torre.
Una volta Marelie, in uno dei suoi rari momenti di confidenza, le aveva detto: «Chi ha troppo laran non è meno sfortunato di chi ne ha troppo poco: hanno paura che tu li possa uccidere, anche se quando hai rotto la finestra eri solo una bambina.»
Lunghi mesi, anni di gelido riserbo. Nessuno voleva parlare con lei, giusto il tempo di formare un Cerchio e poi via ognuno per la sua strada, ognuno a pensare solo al fatto che, solo perché lei aveva un laran potente, era un nemico, un ostacolo da superare. La competizione all'interno di Arilinn c'era sempre stata, purtroppo. Poi se solo avesse osato parlare dei suoi sogni di riportare la scienza delle matrici all'antico splendore con ogni probabilità l'avrebbero spedita a casa senza pensarci due volte.
L'unica a capire la sua sofferenza era proprio Marelie, anche se era molto difficile che la Custode le rivolgesse una parola di quel suo ruvido, impersonale conforto... Shaya le ricordava una per una.
E ora quel sogno, una Torre in cui nessuno l'avrebbe trattata così, in cui avrebbe veramente potuto usare il suo laran per qualcosa che non erano le solite lampade o l'estrazione dei minerali! Era vero, era un messaggio o solo un frutto delle sue speranze e dei suoi sogni?
"Devo parlarne con Marelie. Lei sa, forse mi potrà aiutare..."
Sorrise e tornò a letto, addormentandosi sul colpo.


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Ma dovette passare un giorno intero, prima che potesse parlare con la Custode. Dormì fino a mezzogiorno, poi dopo pranzo dovette sorbirsi la visita di una vecchia amica di sua madre che non perse occasione per ribadirle che se non stava bene alla Torre poteva sempre sposarsi - in fondo non era troppo vecchia - e avere dei bellissimi bambini... "come se questa fosse l'unica cosa che una donna può fare! Benedetta Cassilda, spero che almeno per Voi sia stato diverso..." pensò ironicamente. Già, sua madre non faceva altro che aspettarla al varco per farle mettere i bracciali! "Ma finché ho il mio lavoro, questo non accadrà."
Alla sera era di turno al Cerchio, dovevano ricaricare le lampade per Castel Elhalyn. Come al solito, la ragazza si stupì del fatto che tutte quelle menti, di solito in discordia, indifferenza, o addirittura invidia aperta tra di loro, riuscissero a mantenersi in quel contatto forte e continuo necessario per lavorare col laran! Strinse le mani a quelle degli altri e la sua mente si tuffò nel flusso di energon, lasciandosi trasportare dalla corrente come una foglia sul Valeron.
Alla fine, mentre il Monitore distribuiva a tutti la frutta candita per ripristinare le energie perdute, riuscì ad avvicinarla.
«Vai leronis...» Marelie era una donna abbastanza alta, robusta, che avrebbe emanato un'aura d'autorità anche senza le vesti che denotavano il suo ruolo.
«Dimmi, chiya
«Vorrei parlarvi in privato, se non vi dispiace.» La Custode la guardò come se si fosse aspettata una cosa del genere, poi sospirò e disse: «Va bene... facciamo presto però, sono piuttosto stanca. Seguimi.»
Dopo pochi minuti, erano nel salottino privato della Custode, che si sedette subito su un divano ornato da fiori di kireseth ricamati. Shaya si accomodò su di un basso sgabello ai piedi della donna, e si trovò a corto di parole. Come poteva cominciare?
«Avanti, Shaya. Cosa volevi dirmi?»
La ragazza cominciò a raccontare del sogno che la tormentava, prima esitando, poi con sempre più sicurezza. «... ora non so neanche più se è un sogno, o mi sono inventata tutto.» Concluse. Si sentiva una sciocca, ma si consolò vedendo che Marelie non rideva. Anzi, era seria. Terribilmente seria, anche per essere una Custode.
«Non è un sogno, almeno su questo puoi starne certa.» Sospirò la donna. «È un messaggio mandato da un'altra Custode che ha bisogno di gente capace per la sua Torre.»
«Ma... non avrebbe potuto reclutarli nel modo normale? Voglio dire, da Dalereuth a Tramontana ci saranno abbastanza telepati per...»
Marelie accennò un gesto per farla tacere. «No, la faccenda è diversa. Ti basti sapere questo: la chiamata è rivolta a tutti i telepati che la ricevono, dunque... non che voglia mandarti via, chiya, però... so che qui non sei mai stata felice.»
«Dunque il vostro consiglio è... andare a questa Torre?» disse Shaya con un filo di voce.
«Te lo consiglierei, ma...» Marelie esitò, e Shaya intuì che c'era qualcosa sotto, qualcosa di molto più grosso di quanto lei potesse pensare, «... se te ne vai, dovrai tagliare i ponti con la tua vita di qui. Non è una Torre riconosciuta... perciò sarebbe una vera e propria fuga! D'accordo che ci sei abituata...» Shaya arrossì al ricordo di quando, un anno prima, era scappata per portare l'ultimo rimedio preparato alla Torre alla sua cuginetta colpita dalla Febbre dei Battitori.
«...però sarebbe una cosa definitiva.» Concluse la ragazza.
«Esattamente. Non ti potrò aiutare, al massimo... se arrivata là scoprissi che non è il posto per te, tornerai qui e dirò che eri impegnata in una missione per conto mio: sono la Signora di Arilinn, e non devo fornire le spiegazioni di quello che faccio. Ma se decidessi di rimanere là, sai bene cosa ti aspetta.»
"Mia madre per l'ennesima volta sull'orlo di una crisi di nervi, mio padre forse approverebbe ma dopo una fuga simile non so, penso che i miei fratelli mi aiuterebbero... magra consolazione."
«Comunque... se decidessi di andare, ipoteticamente parlando, come potrei fare?»
Il viso della Custode tornò ad essere sereno, come se si fosse tolta un grosso peso.
«Potresti, ipoteticamente parlando s'intende, chiedere aiuto alle Rinunciatarie: sono le uniche a mantenere il collegamento tra Elvas e il mondo esterno. So che tra pochi giorni partirà una comitiva che potrebbe accompagnarti in quella direzione. Decidi in fretta, ma... nessuno deve saperlo. Quello che ti ho detto dovrà rimanere un segreto: se deciderai di partire non dovrai dirlo a nessuno.»
«Neanche a...» «No, neanche ai tuoi bredhini, né a tuo padre, né a tua madre, né a qualsiasi altra persona. "Non lo devi dire a nessuno, chiaro?"
Shaya sentì la sua mente tremare sotto l'effetto della Voce di Comando di Marelie.
"Stavolta sono proprio sola."
«Ora però lasciami dormire, ed è meglio che anche tu vada a letto. Ci vediamo più tardi, Shaya.»
«Su serva, vai leronis.» La ragazza chiuse dietro di sé la pesante porta intagliata, poi si avviò di corsa verso i piani inferiori della Torre. Non verso la sua stanza però, ma verso la Casa della Gilda di Arilinn.









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Disclaimers

Durante la permanenza alla Torre di Arilinn, Shaya inizia a sognare Elvas e Fiona. Dopo una lunga ponderazione, decide di partire e raggiungere la nuova Torre.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008