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[torna a Racconti][E.S.T. dE +1, dicembre (18)] [Credits & Disclaimers]



Tempeste

Shaya Alton Aillard

Madre Gwennis passò accanto alla fontana e si fermò per ammirare la Torre, che scintillava debolmente nella luce del mattino. Era passato poco tempo dall'alba, e lei era appena uscita dalla casa di Shann: Aengus stava mettendo i denti, e nonostante tutta la sua buona volontà il povero Shann non ce la faceva a restare solo tutta la notte con un bimbo urlante. Non che a lei dispiacesse fargli compagnia, anzi... sorrise, mentre i suoi pensieri ritornavano alla Torre.
Lì era ancora tutto tranquillo, ma probabilmente solo perché i componenti del Cerchio avevano lavorato tutta la giornata precedente ed erano a dormire, esausti. Lei non era mai stata in una Torre, ma sentiva che lì c'era qualcosa sotto, una forza che permeava tutti quelli che ci lavoravano e, di riflesso, l'intero villaggio. "Chissà se oggi arriverà qualcun altro..." quasi rispondendo ai suoi pensieri sentì uno scalpitio di zoccoli e dei passi avvicinarsi a lei.
«Scusatemi, vai mestra...» Gwennis si girò. A parlare era stata una ragazza... o almeno lo capì dagli occhi, che erano l'unica cosa che si vedeva spuntare dal pesante mantello da viaggio. La sconosciuta abbassò la sciarpa che le copriva il resto del volto e disse: «Il mio nome è Shaya, sono appena arrivata qui... sapreste indicarmi una locanda?»
«Sì, certo. Di là c'è il Northern Scoundrel, è la migliore locanda di Elvas... beh, l'unica. E se avete bisogno di lasciare il vostro cavallo al caldo,» accanto alla ragazza infatti c'era un cavallo grigio dall'aria stanca, «entrate in quel portone e dite che vi mando io: mi chiamo Gwennis n'ha Hannah. Vi fermerete a lungo?»
Shaya sorrise. «Sì... almeno spero.»
"Così questa è Elvas..."


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Era partita da Arilinn più di una settimana prima, di nascosto, aggregandosi ad un gruppo di Rinunciatarie che per fortuna non avevano fatto molte domande. Purtroppo non era riuscita a partire quando avrebbe voluto, circa tre mesi prima, ma aveva dovuto rifornirsi di abiti adatti al gelo degli Hellers e di tutto quello che le serviva, e soprattutto riuscire a non farsi scoprire.
Bene o male, finalmente era arrivata. Aveva ancora in mente le ultime parole della sua Custode, la formidabile Marelie Hastur: "Ad Elvas splende il nuovo cuore di Darkover." Cosa voleva dire?
Ma per il momento le interessava solo un letto comodo e un po' di foraggio per il suo cavallo. Portò Koliso nella stalla che le aveva indicato la Rinunciataria, e venne accolta da un uomo alto e magro che aveva tutta l'aria del soldato mercenario, ma che dovette fermarsi più volte per calmare un bambino che piangeva in una cesta.
«Scusatemi, ma sta mettendo i denti e non so più come calmarlo!» Per fortuna il piccolo si mostrò entusiasta delle frange che ornavano la sua sciarpa, così Shann (era questo il nome dell'uomo) riuscì a controllare che il cavallo non avesse piaghe o dolori da gelo.
«Una bella bestia... avete fatto bene a fasciargli le zampe, con questi sentieri avrebbe potuto rompersele. Purtroppo i cavalli delle pianure non sono molto adatti a questi terreni.»
«Non avevo scelta,» disse Shaya, «o così o a piedi!»
Seguendo le indicazioni di Shann, che si era offerto di accompagnarla, ma era stato bloccato da una nuova serie di strilli, Shaya si ritrovò alla locanda.
L'aria profumava di legno, di birra fresca e di cibo, cosa che le ricordò prepotentemente di avere una fame da lupo. "Insomma! Sono venuta qui per la Torre e non faccio che pensare ad altro!" pensò sorridendo. Al bancone c'era un uomo dai capelli lunghi come gli abitanti delle Terre Aride, intento a pulire i pesanti boccali con cura. Sentendo aprirsi la porta, girò lo sguardo e le rivolse un sorriso cordiale. «Benvenuta al Northern Scoundrel, mestra. Posso esservi utile?»
«Una camera con un buon letto, per cominciare, e poi un bagno bollente... sono in viaggio da più di una settimana.» Posò per terra le borse e si tolse il cappuccio e la sciarpa che aveva avvolto intorno alla testa per proteggersi dal vento freddo. L'uomo puntò lo sguardo sui suoi capelli e immediatamente la ragazza sentì la mente dell'uomo rabbuiarsi.
"Comyn! Possibile che non se ne possa fare a meno?"
La rabbia e la violenza di quel pensiero la colpirono come una secchiata d'acqua fredda e ammutolì, incerta sul da farsi. Lui tornò a rilassarsi, sospirando. «Seguitemi, damisela... prendo io i vostri bagagli. Qual è il vostro nome?»
«Mi chiamo Shaya. Shaya Aillard.» "Tecnico di Arilinn, primo cerchio," pensò, ma preferì non dirglielo.
«Alar Montrel, per servirvi. Ecco, questa è la vostra camera: il bagno è la stanza in fondo a destra. Posso portarvi qualcosa dopo il bagno?»
Shaya rifletté un attimo, poi disse: «Una tazza di tè del viandante, se potete.»
Fece per entrare in camera, ma Alar la guardò negli occhi in un modo che rasentava il limite della decenza. «Siete qui per la Torre, vero?»
"Come fa a saperlo?" Per un attimo fu colta dal tremendo dubbio che i suoi genitori avessero scoperto la fuga e avessero diramato la notizia in tutti i Sette Domini, naturalmente con l'obbligo di riportarla a casa volente o nolente. Sfiorò impercettibilmente il piccolo pugnale che portava sotto la tunica, e disse in modo disinvolto: «Sì, perché?»
Alar alzò le spalle. «Tutti vengono qui per la Torre... anche se nessuno sa cosa stanno combinando la Custode e tutti gli altri.»
Shaya si tranquillizzò. Si era già vista legata come un salame sulla via di Castel Aillard...
Diede una piccola mancia al locandiere, poi entrò in camera e si guardò intorno. La stanza era piccola e arredata in modo semplice, ma pulita e ben tenuta... anche se, stanca com'era, avrebbe dormito anche in un fienile!
Disfece i bagagli e si concesse un lungo bagno nell'ampia vasca della locanda, massaggiandosi le membra irrigidite dal freddo e dalla lunga cavalcata. Non cavalcava così tanto da prima che avesse il Mal della Soglia, quando ancora scorrazzava a cavallo per le campagne con i suoi fratelli adottivi e la nutrice che le gridava dietro... e ora eccola lì, in una valle sconosciuta tra i monti più freddi di Darkover, in fuga da Arilinn e dalla sua famiglia... per cosa?
Si sentì un tuono rimbombare lontano e si riscosse immediatamente. "Devo controllarmi." Non voleva partire con il piede sbagliato anche lì, magari fulminando qualcuno.
"Non voglio che abbiano paura di me, non voglio che mi trattino come un matrice trappola sul punto di esplodere, non voglio, non voglio..."
"Chiya, smettila! Lo sai che non è da te comportarsi così!"
Era la voce di Marelie! Un contatto brevissimo, ma che bastò a rinfrancarla.
"Coraggio. Se questo è il posto per me, penso che lo scoprirò molto presto," si disse, e si chiese da dove veniva quella premonizione.


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Dopo il bagno e il tè, rimase sveglia giusto il tempo che bastava a cercare la camicia da notte, poi cadde in un lungo sonno ristoratore. Si svegliò solo molte ore dopo, risvegliata dai brontolii del suo stomaco. A parte quello però si sentiva in forma e decise di chiedere ad Alar come poteva contattare qualcuno della Torre. "Non posso certo precipitarmi lì ed entrare come una carica di chervine impazziti!"
In quelle poche ore la locanda si era trasformata: nonostante fossero passate almeno due ore dall'ora di cena la locanda era affollata di mercanti e gente del villaggio e Rinunciatarie... queste ultime erano solo due, una di loro era Gwennis, accompagnata da Shann, e un'altra dai capelli rossi che stava parlando con Alar. Al suo arrivo quest'ultimo si voltò verso di lei e fece un segno impercettibile alla donna.
«Ben trovata, damisela. Se volete cenare, c'è ancora del pesce arrosto o del coniglio allo spiedo, se preferite.»
Shaya scelse il coniglio «... e un boccale di sidro. Dove posso sedermi?»
Alar le indicò un tavolo piuttosto appartato, ma lei non ci fece caso e si sedette, osservando le persone accanto a lei. Si era quasi riassopita quando sentì il contatto mentale di un telepate, un cenno cortese di saluto... si riscosse immediatamente e davanti a sé vide la Rinunciataria che aveva parlato con Alar.
Con un sussulto, la riconobbe.
L'aveva già vista, era uno dei volti che le erano apparsi in sogno...
«Buonasera, damisela. Alar mi ha detto che siete qui per la Torre di Elvas...»
Shaya pensò che era piuttosto strano che quelli della Torre si servissero di un locandiere per rintracciare i telepati, e l'altra rise. «Sono stata io a chiederglielo. Arrivano tante persone qui, e non sempre sanno come rintracciare quelli del Cerchio. Il mio nome è Dana n'ha Angela, primo monitore del Cerchio di Elvas.»
«Piacere di conoscervi, mestra. Sono Shaya Alton y Aillard, tecnico del primo Cerchio di Arilinn.»
Dana si illuminò in volto. «Finalmente siete arrivata! Marelie di Arilinn ci aveva comunicato che sarebbe arrivato uno dei suoi.»
Shaya la trovò subito simpatica. Per la prima parte della conversazione e durante la cena non accennarono alla Torre: parlarono del villaggio di Elvas e della sua ricostruzione, poi Dana le chiese come mai aveva deciso di lasciare Arilinn.
«Non mi trovavo bene lì, ci sono troppe gelosie e rancori tra chi possiede il laran per lavorare tutti uniti sia dentro il Cerchio che fuori. Quella Torre, nonostante gli sforzi di Marelie, sembra un covo di avari gelosi dei propri tesori e invidiosi di chi ne ha più di loro,» disse con una voce strana, inespressiva. Dana intuì che quelli che stava usando erano degli eufemismi: che laran poteva possedere per attirarsi l'inimicizia di tutta Arilinn? Fece per chiederglielo, ma poi decise di lasciar perdere. Shaya era appena arrivata lì, c'era tempo... "e comunque devo ancora parlarne con Fiona."
Contattò brevemente la Custode e dopo qualche secondo chiese: «Pensate di essere abbastanza riposata per venire alla Torre domani mattina? Potrete parlarne a Fiona, è la nostra Custode e se volete essere dei nostri dovete passare sotto le sue grinfie!»
La ragazza sorrise e sospirò platealmente. «Spero di sopravvivere... e dammi del tu!»
«D'accordo, allora domani mattina verso le dieci presentati davanti al portone della Torre, ti aspetterò lì.»


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Era fatta, finalmente era entrata nella Torre di Elvas. Lei e Dana avevano attraversato alcuni corridoi silenziosi fino ad arrivare ad una piccola porta di legno scuro. La Rinunciataria bussò, e una voce bassa ma risonante come una nota del suo rryl disse loro di entrare.
«Benvenuta alla Torre di Elvas, cugina.»
Se prima Shaya avesse avuto dubbi sul fatto che quello potesse essere il luogo che le era apparso in sogno, in quel momento si sarebbero volatilizzati. Fiona di Elvas era proprio la donna dalle vesti cremisi che aveva visto con Dana!
«Su serva, vai leronis... sono Shaya Alton y Aillard, tecnico del primo Cerchio di Arilinn.»
«... figlia di Darren Lanart-Alton e Janelle Aillard. Ti ho riconosciuta, sai? Somigli molto a tuo padre. Ho ancora il cavallo che ha addestrato per me, e ricordo che tua madre voleva mandarti a Neskaya perché la Custode era una Aillard... ovvero, la sottoscritta.»
Shaya rimase senza parole. Non era proprio così che si era immaginata il suo primo incontro con la Custode, aveva appena detto che erano parenti ma nessuno lo aveva mai fatto con quel tono, senza la pretesa di accampare diritti su di lei solo in virtù di un legame di sangue!Questo le scaldò il cuore.
«A quanto pare ne sapete più di me...» rispose sorridendo.
«Dammi del tu! Qui non badiamo al rango o alle parentele, dunque siediti e raccontami. Marelie mi ha detto che eri uno dei suoi migliori tecnici: perché hai lasciato Arilinn?»
Sempre quella domanda! Comunque c'era curiosità sincera nelle parole di Fiona, e cominciò a raccontare delle piccole ripicche, degli sguardi gelidi e dei commenti aspri su chi voleva mettersi in mostra davanti a Marelie Hastur. «Non ce la facevo più... avevo persino paura di perdere il controllo, avrei voluto che smettessero ma cosa potevo fare? Gli dei non ci interpellano prima di darci il laran
La Custode annuì, comprensiva, poi sfiorò la propria matrice.
«Ho bisogno di sapere qual è il tuo. Avanti, ti ascolto.»
«Possiedo il Dono dei Rockraven, probabilmente l'ho ereditato da una mia bisnonna degli Storn. Controllo i venti e le tempeste, so usare la pirocinesi anche se mi è un po' più difficile... in caso di pericolo riesco a sfruttare le correnti d'energia della terra, ma preferisco non farlo: mi lascia stremata, altrimenti avrei fatto il meccanico anziché il tecnico.»
Fiona rimase sbigottita. "Il vecchio Dono dei Rockraven? Pensavo fosse scomparso da secoli! Strano che Marelie l'abbia lasciata andare così facilmente, di solito cerca di tenere accanto a sé tutti i laran più potenti!"
«Benissimo. Ti senti abbastanza riposata per un controllo?»
Per tutta risposta Shaya sorrise e lasciò cadere la matrice nel palmo della mano. La luce azzurra quieta e vivida delle due matrici illuminò i loro volti, quello quieto e determinato di Fiona e quello sereno di Shaya, ed entrambe si ritrovarono... altrove.


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La spiaggia bianca e fredda del mare di Dalereuth, sferzata dal vento... Shaya si stiracchiò alla luce del sole, rassicurata dall'ambiente familiare alle loro menti.
C'erano dei gabbiani che volteggiavano lassù in alto: uno di loro cominciò a scendere abilmente, usando il vento, e la ragazza sentì avvicinarsi con esso la presenza di Fiona. Abbassò le barriere e attese.
Il gabbiano volò pian piano intorno a lei, tracciando con il becco i principali canali del laran, poi la mente della Custode si protese ancora un po', dolcemente, ma Shaya sentì come se le stessero frugando dentro... di nuovo...
Il cielo si oscurò in meno di un battito di ciglia. Cosa stava succedendo? Fiona guardò allarmata la giovane inarcarsi contro il cielo, con le lacrime agli occhi... «Shaya!» Riprese forma umana e tentò di riprendere il collegamento con la sua mente, ma non ci riuscì! Solo paura, dolore, rabbia, tristezza, vergogna...
Due fulmini scesero implacabili verso di loro: Fiona eresse in fretta tutte le barriere, ma non riuscì a raggiungere lei... i fulmini invece di colpirla si avvinghiarono a Shaya come serpenti, come catene di energia contro il cielo nero.
«Dana! Kelan! È un'emergenza!» Cos'era? Un ricordo, un incubo?
All'improvviso Shaya gridò, mentre due grandi ali bianche - le sue barriere? - le uscivano dalla schiena e la avvolgevano, spezzando i fulmini. Appena in tempo: Dana e Kelan si stavano già preparando a tirarle fuori.


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«Fiona! Avarra misericordiosa, non si riprende...» La Custode riaprì gli occhi e tentò di rimettersi a sedere, ostacolata in tutti i modi da Manolo e da Dana. «Non preoccupatevi, sto bene... è passato.»
Sull'altro divano vide Kelan che si curvava su Shaya e le stava facendo inghiottire a forza un po' di raivannin. La ragazza sembrava distrutta: gli occhi erano cerchiati di nero come se avesse passato venti notti di fila ai relè e respirava affannosamente. "Fiona, cos'è successo? Sta malissimo..."
"Non lo so, Kelan. Non sono andata troppo a fondo, ma forse ho fatto qualcosa che non dovevo fare..." In quel momento Shaya aprì gli occhi di scatto, come dopo un incubo. Cercò di dire qualcosa ma non ci riuscì, allora Kelan le dette un po' d'acqua mescolata con il miele.
«Le...leronis...mi dispiace...credevo di averlo superato...»
Fiona annuì, cupa in volto, poi ordinò agli altri di uscire.
«Sei ancora debole...»
«Dana, lasciaci sole, per favore.»
Quando tutti se ne furono andati ci fu un lungo silenzio e alla fine la Custode disse: «Non posso costringerti a parlare... ma se hai qualche idea di cosa sia successo ti prego di dirmela subito. Lo so che può essere doloroso, però se capitasse di nuovo al mio posto potrebbe esserci qualcuno che non può difendersi. Lo capisci, vero?»
«Sì... non mi era mai successo di reagire così prima, ma so cosa... Ti ricordi l'estate di tre anni fa? Quella era stata l'estate più arida e secca di cui si avesse memoria. La neve e persino la pioggia erano state scarsissime, anche se a Neskaya non si era sentito tanto come nelle pianure.
«Ad Arilinn la situazione era gravissima. I campi e i pascoli erano aridi e gli animali cominciavano a morire... abbiamo cominciato a razionare l'acqua, e con il permesso di Marelie abbiamo cominciato a cercare un modo per far piovere. Molti avevano suggerito di usare il mio laran (e l'avrei fatto volentieri) ma Marelie lo aveva proibito perché era troppo pericoloso: per impedirmi di fare l'eroina, aveva persino usato la Voce di Comando. Ma una notte...» la voce di Shaya divenne fredda come il vento di Nevarsin «... Marelie era andata a Thendara per il Consiglio... entrarono nella mia camera e uno di loro entrò a forza nella mia mente, usò la Voce per spezzare l'imposizione della Custode e mi portarono sulla terrazza più alta della Torre. Fai piovere, mi dicevano, fai piovere, o per l'egoismo tuo e di Marelie moriremo tutti... mi sono opposta con tutta la forza che avevo ma era inutile e i tuoni cominciarono a riempire l'aria. Stetti là tre giorni e tre notti, poi crollai.
«Quando rinvenni erano passate due settimane. Per tutto quel tempo ero stata controllata costantemente da un monitore, ero tra la vita e la morte... non so cosa sia successo a quelli che mi hanno... usata... ma non li ho mai più visti. Marelie era furibonda. Dopo questo mi sono accorta di controllare meglio il mio potere, però ho sempre paura che qualcuno possa rifarlo.» Guardò Fiona e mormorò: «Non l'ho fatto apposta, credimi, e non credo che dipenda da qualcosa che hai fatto. Spero che non succeda mai più, ma se dovesse accadere... immagino che dovrò tornare ad Arilinn.» Concluse tristemente.
«Neanche per sogno.» Ribatté Fiona, scuotendo i lunghi capelli rossi. Com'era possibile che in una delle Torri più antiche e onorate dei Sette Domini venisse dimenticata una delle leggi fondamentali della loro scienza, il divieto assoluto di entrare in una mente altrui e usarla per i propri fini?
Aveva deciso di fondare una Torre dove tutti i pregiudizi sulla scienza delle matrici e tutte le paure e i misteri che nascondevano il vero significato del laran non sarebbero mai esistiti, dove ogni telepate avrebbe usato il proprio potere senza pericolo per gli altri e senza fini di gloria e casato, e ora che Shaya l'aveva messa al corrente della sua storia aveva capito una volta di più che la sua, la loro, non era una missione senza senso.
«Non tornerai ad Arilinn se non sarai tu stessa a volerlo, cugina. Mi dispiace che ti abbiano fatto questo, ma qui non ti succederà, te lo prometto. Abbiamo un grande bisogno del tuo potere qui: sei pronta ad entrare nel Cerchio di Elvas?»
La ragazza abbozzò un sorriso. «Non subito, spero... mi sento come se fossi passata attraverso tutti i nove inferni di Zandru!»
Anche Fiona rise e chiamò di nuovo Dana, chiedendole di accompagnarla nella sua nuova stanza.
«Più tardi manderemo qualcuno a prendere la tua roba alla locanda, ma per adesso devi riposare. Dana, per favore, stai con lei finché non si addormenta.»
"Mi vuoi spiegare cos'è successo?"
"La situazione è più grave di quel che pensassimo. Ha passato dei brutti momenti, ma forse per lei presto tornerà il sereno."









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Disclaimers

Shaya arriva a Elvas e viene subito incontrata da Fiona.

Credits

La canzone scelta come accompagnamento al racconto è Anywhere is di Enya. Seguendo il link, che vi porterà alle pagine della sezione musicale, avrete ulteriori informazioni sulla canzone e sugli autori.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008