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Il giorno dopo

Shaya Alton Aillard

Shaya si era svegliata tardi e sebbene fosse contro le sue abitudini, era una persona maledettamente mattiniera come la definivano i suoi bredin, la cosa non la stupiva affatto. L'incidente accaduto il giorno prima durante il contatto mentale con la Custode l'aveva stancata molto, senza aggiungere il peso emotivo di scoprire che quella creduta una cicatrice in realtà fosse una ferita ancora aperta.
Al risveglio aveva trovato le sue sacche da viaggio in camera, sembrava che qualcuno avesse provveduto a ritirare le sue cose dalla locanda. Shaya sorrise alla premura. Uscì dalla propria camera per andare in cerca della cucina. Vagò per qualche minuto fra i vari piani di scale e le stanze della Torre prima di riuscire ad orientarsi. Il giorno prima si era fatta spiegare dove si trovassero più o meno le varie stanze, ma da lì ad arrivarci...


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Quando si era resa conto che gli altri telepati sarebbero stati tutti impegnati nel lavoro con le matrici ancora per diverse ore, Shaya aveva lasciato la Torre, perché doveva fare alcune commissioni nel villaggio e voleva un po' di tempo per pensare.
Così, dopo essere passata alla locanda per saldare il suo conto, era andata alle stalle per vedere se Koliso era abbastanza in forma per una cavalcata. Due giorni di riposo dopo il lungo viaggio che aveva fatto per arrivare alla valle erano pochi, lo sapeva, ma voleva provare ugualmente.
Era da quando era arrivata che non seguiva il suo cavallo e si sentiva in colpa, nonostante tutti le avessero confermato la bravura dello stalliere. Ma non poteva evitarlo, ormai era nella sua natura. Del resto durante la sua educazione le era stato ripetuto infinite volte di aver sempre cura dei propri animali e, in genere, di tutto ciò verso cui era responsabile.
Anche durante la sua permanenza ad Arilinn aveva sempre seguito il suo cavallo, nonostante le possibilità di lasciare il suo lavoro per andare a fare una cavalcata nei dintorni della Torre fossero relativamente rare. Era una questione di abitudine.
Inoltre cavalcare l'aveva sempre aiutata a pensare.
Così, mentre usciva dal villaggio, ben decisa a non lasciare il sentiero per evitare di perdersi nei boschi circostanti, non poté fare a meno di ripensare a tutto quello che era accaduto.
Per giorni interi forti emozioni contrastanti si erano succedute senza sosta, lasciandola ora stranamente vuota e riflessiva. C'erano state la paura di non trovare quello che stava cercando, di essere scoperta e riportata a casa, ma soprattutto quella di non essere accettata ed essere semplicemente additata come il mostro, l'eccitazione ed il sollievo per essere arrivata dove voleva grazie alle sue forze, e la scoperta di persone gentili e comprensive che non l'avevano giudicata per un solo errore commesso. Che era molto più di quanto avessero fatto ad Arilinn.
Shaya tirò le briglie facendo girare il cavallo per tornare indietro. In effetti quanto era accaduto il giorno precedente durante il controllo era un problema sgradevole che aveva deciso di affrontare immediatamente appena tornata alla Torre.
Quello che era successo l'aveva spaventata non poco, credeva di aver superato la cosa. Non era da lei perdere il controllo del suo potere in quel modo. Non era mai successo, almeno fino all'incidente accaduto tre anni prima. Da allora nulla era stato più uguale.


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Quando entrò nella sala comune sentì voci allegre provenire dalle cucine, piene di persone intente a mangiare e a chiacchierare del più e del meno. Sembrava che il lavoro con le matrici della giornata fosse finito. In quel momento dalle scale scese Damon che salutò Shaya con un sorriso.
«Buongiorno.»
«Salve anche a te Damon. Sai dove sia Fiona? Vorrei parlarle.»
Si sentiva leggermente in imbarazzo, ancora un'estranea. Damon dovette percepirlo.
«Vieni, ti presento a tutti gli altri, sono di là a mangiare. Ormai sei dei nostri. Poi potrai raggiungere Fiona, è nel suo salotto privato.»
Shaya lo seguì, e appena entrata nelle cucine si trovò accolta da un senso di serenità e appagamento generale. Attorno al tavolo c'erano alcune persone che non conosceva. Tutti si girarono a guardarla incuriositi e Damon cominciò a fare le presentazioni.
«Vi presento la nuova arrivata, che sembra abbia tutta l'intenzione di rimanere con noi. Shaya Alton y Aillard, questi sono, in ordine,» li indicò uno ad uno mentre li presentava, «Loreena, Kasentlaya Ridenow,» due ragazze di qualche anno più giovani di lei, «Aliciana Alton,» che doveva avere la sua stessa età, «Anndra Castamir, Mikhail Ardais, e conosci già Dana e Kelan.»
Salutò i due monitori con un cenno della mano, mentre Damon si metteva a sedere e cominciava a mangiare assieme a loro. Shaya rimase in cucina per qualche minuto ancora, limitandosi ad ascoltare per la maggior parte del tempo la discussione che era stata intavolata, intervenendo raramente e rispondendo cortesemente alle domande che le venivano posto. Poi si congedò per andare a parlare con Fiona.


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Si fermò davanti alla porta dello studio incerta sul da farsi, la mano già alzata per bussare. Damon non le aveva detto esattamente se la Custode era disposta a parlarle dopo il lavoro con le matrici, si era limitato a dirle dove si trovava. Così Shaya si era fermata, rendendosi conto che conosceva Fiona da troppo poco tempo per sapere cosa la potesse disturbare. Un leggero contatto telepatico le assicurò che la Custode era disposta ad incontrarla.
Le sembrava ancora strana l'informalità che vigeva ad Elvas e vide Fiona quasi sorridere di fronte al suo sguardo perplesso una volta che, entrata nella stanza, si trovò a non sapere come salutarla.
«Volevo parlarti Fiona.»
Strano usare solo il nome per rivolgersi ad una Custode. Si soffermò a riflettere che sarebbe potuta essere la sua Custode già da anni, se soltanto le cose fossero andate differentemente. Forse se l'avessero portata nella Torre di Neskaya invece che ad Arilinn avrebbe passato anni felici. Ma quello che era successo non era colpa di nessuno, né dei suoi genitori che avevano deciso dove portarla, né sua. Nessuno poteva immaginare.
«Vieni, siediti pure.»
Shaya fece come le era stato detto. Appena seduta sulla sedia cominciò a rilassarsi. Si sentiva a suo agio con la parente, tanto da instaurare un leggero contatto mentale, quando il tocco di Fiona, piacevole, saldo e sicuro, come quello di ogni Custode, le sfiorò di nuovo la mente.
«Sono venuta a parlare dell'incidente di ieri.»
Fiona si limitò ad annuire. Sapeva che c'era ancora da discutere ed era felice che Shaya fosse venuta di sua volontà per farlo.
«Mi dispiace per quello che è successo. Immagino che l'esperienza di tre anni fa mi abbia cambiato più di quanto credessi.»
Era così, e se ne rendeva conto solo ora, visto che era un argomento al quale preferiva non pensare. Quanto era accaduto su quel bastione l'aveva traumatizzata più di quanto credesse, di quanto volesse ammettere. Quelle persone ad Arillin l'avevano trasformata in una bambola di pezza, priva di ragione, imprigionata nel proprio corpo. Qualche volta Shaya si era chiesta come avesse fatto a non impazzire. Chiusa in una prigione nella sua stessa mente.
Al risveglio qualcosa si era spezzato in lei. Era diventata una solitaria, e le ore trascorse sola in biblioteca a fare ricerche si erano presto trasformate nelle migliori della sua giornata, mentre contemporaneamente i suoi rapporti con gli altri telepati della Torre diminuivano.
«La mia reazione al tuo controllo di ieri ha sorpreso anche me. Questa mattina ho analizzato di nuovo tutto quello che è successo durante il collegamento e sinceramente faccio fatica a trovare una ragione a quello che è accaduto. Tu non hai fatto niente di sbagliato, il tuo contatto non era minaccioso o altro. Non riesco proprio a capire. Sono preoccupata Fiona.»
«Ti è mai successo quando lavoravi con il Cerchio di Marelie dopo l'incidente?»
«No, non è capitato nulla del genere. Ho ricominciato a collegarmi ad un Cerchio alcune settimane dopo essermi svegliata, Marelie non voleva rischiare una ricaduta. Ho ripreso a lavorare gradualmente con le matrici e abbiamo parlato spesso dei problemi che si presentavano durante le operazioni. Mi ha detto che all'inizio il mio tocco era leggermente... come dire, vacillante, ma che con il passare del tempo era tornato ad essere forte e preciso.»
«Ti ha mai detto che era tornato ad essere quello di prima?»
Shaya rimase qualche secondo a pensare alle conversazioni.
«No, mai, ma non ha mai neanche accennato ad un cambiamento.»
Fiona rimase qualche istante a riflettere.
«Tu ti fidi di Marelie?»
La risposta fu immediata, istintiva.
«Completamente, è...» Shaya si corresse dopo un attimo, «... era la mia Custode.»


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Shaya aprì gli occhi lentamente per trovarsi immersa in un mondo con troppa luce. Li serrò nuovamente.
Anche qui non c'era il sollievo che bramava.
I demoni e gli incubi che l'avevano inseguita nel suo sonno erano scomparsi. Sapeva che non era stato un sonno quanto piuttosto una particolare forma di incoscienza, durante la quale non aveva potuto svegliarsi neanche volendo, e Shaya lo aveva desiderato così intensamente per liberarsi dal terrore che la attanagliava, quell'infinita paura che aveva provato. Ricordava a tratti quello che aveva sognato: bestie immonde, dai volti deformi, appena uscite dall'inferno di Zandru, contro le quali non aveva potuto combattere, impotente di fronte ai loro attacchi.
La testa le faceva male, pulsando dolorosamente ad ogni battito del cuore,tanto da sembrare volersi spaccare a metà. Anche il resto del corpo non era in condizioni migliori, ogni singolo muscolo era indolenzito ed ondate di nausea l'assalivano.
Gemette di dolore mentre tentava di alzarsi senza successo, ricadde pesantemente sul letto. Sentì muoversi qualcuno nella stanza, non riusciva ancora a mettere a fuoco niente, e poi una voce gentile.
«Shaya, come ti senti?»
Tentò di rispondere, ma sentiva la bocca impastata. Rinunciando a spiegarsi si limitò a chiedere dell'acqua. L'aiutarono a bere mentre finalmente i suoi occhi si decidevano a mettere a fuoco l'ambiente circostante. Era nella sua stanza della Torre ed i raggi di sole che entravano dalla finestra erano quelli rossi del tramonto.
Si sentiva stordita. L'ultima cosa che ricordava era la notte, le stelle luminose sopra di sé, poi il dolore, un immenso dolore che non sembrava finire mai, poi l'oscurità che aveva accolto con sollievo. Shaya sentiva la sua mente ancora avvolta come da una nebbia.
«Che è successo?»
«Sei rimasta svenuta per due settimane. Hai rischiato di morire. Mi hai fatto preoccupare, chiya.»
«Mi dispiace, vai leronis.»
«Non ti dispiacere. Tu non hai fatto niente di sbagliato.»
Era rassicurante sentire la voce della Custode, sempre così calma ed eterea. Shaya era sempre stata sola, talmente tanto da considerare una Custode come sua migliore amica. Un essere che non poteva neanche essere sfiorato. Ma almeno con lei aveva potuto parlare.
I suoi pensieri erano confusi, ricordi si accavallavano, brevi flash, e si mischiavano assieme ad immagini degli incubi, e a riflessioni personali. Le risultava difficile riuscire a concentrarsi a sufficienza da seguire un unico filo di pensieri abbastanza a lungo da poter sostenere una conversazione:, le poche parole che aveva detto l'avevano già stremata.
Probabilmente la Custode aveva sentito la sua stanchezza. La vide alzarsi dalla sedia ed allontanarsi verso la porta, dove si fermò a salutarla.
«Devo andare,» sorrideva dolcemente. «Prenditi tutto il tempo che ti serva per rimetterti, non c'è fretta, sei sollevata temporaneamente da ogni dovere. Riposa ora, chiya.»
Era stato il momento migliore.
Nei giorni successivi i dolori erano scomparsi assieme alle nausee e alla fine Shaya aveva potuto alzarsi dal letto ed uscire dalla propria camera.
Aveva appena superato la porta che già rimpiangeva di averlo fatto.
Uno dei controllori stava passando in quel momento nel corridoio. La guardò pieno di disprezzo, senza curarsi di schermare i suoi pensieri di odio nei suoi confronti.
Quelle emozioni la assalirono violentemente tanto da riflettersi sul piano fisico, Shaya dovette appoggiarsi contro la porta a causa del tremito alle gambe. Dopo quanto era successo le sue barriere mentali non erano ancora a livello normale. Cercò di ritrarsi senza molto successo, ma era troppo tardi per evitare di essere ferita da pensieri simili.
L'uomo la ignorò proseguendo per la sua strada.


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La voce di Fiona la riportò al presente. Senza rendersene conto Shaya aveva inviato le immagini del ricordo alla Custode, permettendole di capire un po' di più il rapporto che si era instaurato tra lei e Marelie.
«Pensi sia possibile che si tratti solo di un problema di fiducia? Ho parlato con Marelie, mi ha detto che il vostro rapporto era profondo. E tu non mi conosci ancora. Può darsi che sia una reazione inconscia ad un estraneo nella tua mente.»
Shaya si prese un momento per pensare. L'ipotesi non era da scartare a priori.
«Sì, è possibile. Anche quando lavoravo nel cerchio di Arilinn focalizzavo la mia attenzione principalmente su Marelie, gli altri erano semplicemente lì, uno scomodo fardello di cui non avevo particolare considerazione.»
«Quindi il tuo unico problema potrebbe essere costruire un rapporto basato sulla fiducia con gli altri.»
«Sì, immagino di sì.»
Fiona sorrise, rilassata per la prima volta dall'inizio della conversazione.
«Va bene, allora abbiamo la soluzione. Basterà instaurare rapporti mentali gradualmente più profondi in maniera da creare fiducia nel collegamento. Così si dovrebbero evitare ulteriori reazioni. Inizialmente saremo solo io e te, controllate da un monitore, chiederò a Dana o Kelan di aiutarci, poi aggiungeremo altri componenti al collegamento. Che ne pensi?»
Anche Shaya sorrise, sollevata che il suo problema non la costringesse a tornare ad Arilinn.
«Una splendida idea. Quando cominciamo?»
«Oh, abbiamo già cominciato cugina, per tutto la durate della chiacchierata siamo rimaste in contatto.» Shaya se ne era dimenticata tanto era naturale il collegamento. Arrossì leggermente per l'imbarazzo. «Ma dovrai aspettare ancora qualche tempo prima di essere in grado di collegarti con il Cerchio completo. Spero che la cosa non ti crei problemi.»
«No, affatto.»
«Allora, benvenuta cugina.»









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Disclaimers

Dopo il drammatico controllo, Shaya si incontra nuovamente con Fiona e inizia la sua vita a Elvas.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008