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[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, aprile (30)] [Credits & Disclaimers]



L'eco dei ricordi e delle speranze

Tristam Elhalyn Alton & Dana n'ha Angela

Quasi nascosto dietro al bancone della taverna, Will prestava poco interesse agli avventori. Non era ancora arrivato l'orario della cena e lo Scoundrel sembrava deserto. I pochi clienti erano disseminati nei piccoli tavoli laterali mentre, lungo i tavoli centrali, solo un paio avevano davanti a loro del cibo. I più parlavano distrattamente tra loro, raccontandosi la pesante giornata di lavoro, in attesa di altri amici con cui condividere il pasto. Alar faceva avanti e indietro dalle cucine, lanciandosi improperi con Alyson e Miranda riguardo le cose più disparate, lasciando del tutto indifferente Will.
Tristam aprì la porta della locanda, lasciata chiusa per non permettere che il freddo esterno abbassasse la temperatura del locale. Entrò con aria disinvolta nell'anticamera, togliendosi come d'abitudine il mantello e scrollandolo dalla neve sull'uscio.
«Dana, siete da molto qui ad Elvas?» chiese alla donna che lo seguiva.
L'Amazzone ridacchiò, salutando con un cenno Will. «In pratica da quando esiste questa Elvas.»
Entrarono nel locale vero e proprio. Visto l'affollamento non ci sarebbero stati problemi per trovare un tavolo libero.
«A voi la scelta, mestra,» disse Tristam con tono giocoso, facendo un leggero inchino rivolto a Dana.
«Non abbiamo bisogno di scegliere,» rispose lei, dirigendosi verso un tavolo d'angolo che aveva tutta l'aria di essere riservato. Prima ancora che si accomodassero, Will aveva già portato un bricco colmo di sidro e due boccali. «Come vedete...»
«Fatemi capire, li frustate la notte o cosa?» chiese stupito Tristam seguendo la donna.
Dana si sedette, versandosi il sidro. «Nulla di tutto questo. Ho solo vinto metà della Locanda ad Alar con una scommessa,» rispose, guardandosi in giro, «se lo chiedete a lui sarà pronto a giurare che è stato biecamente ingannato.» Dopo pochi istanti, il suo sguardo si fece cupo.
«Qualcosa non va?» la voce del comyn aveva un sottofondo di leggera apprensione, «avete di colpo cambiato espressione.»
«Nulla di preoccupante,» la donna svuotò con un solo sorso il sidro che aveva versato nel bicchiere, tornando a riempirlo immediatamente. «Solo fastidio per me,» indicò un tavolo dall'altro lato del locale, «mio fratello.»
Tristam seguì la direzione dello sguardo di Dana e incontrò un volto che in sé aveva qualcosa di particolarmente famigliare. I tratti si confusero e riassemblarono nella sua memoria, fino a comporre un volto di un ragazzino con indosso l'uniforme della Guardia Cittadina di Thendara e sul viso un'espressione strafottente.
«TU?!» esclamò e nel medesimo tempo una voce gli fece eco. «Per tutti gli inferni di Zandru!» escalmò Brydar di rimando, avvicinandosi al tavolo della sorella. «Come diavolo ci sei finito in questo posto dimenticato dagli Dei?»
Tutti gli avventori dello Scoundrel si erano voltati verso di loro, incuriositi dal tono di sorpresa nella voce dei due uomini, tornando ben presto ai loro affari, quando si resero conto che l'incontro non era interessante come speravano.
«Una lunga storia Bry, molto lunga,» fu la risposta di Tristam, continuando poi in un canale privato indirizzato all'antico amico, "e non posso che raccontartene meno di un quarto."
Brydar fece cenno di aver capito, senza chiedere altro per il momento. Si voltò verso il giovane che era con lui e che li stava fissando con evidente disagio.
«Questo è mio cugino,» gli disse, prendendo due sedie dal tavolo vicino e costringendolo a sedersi. «Il Nobile Tristam Elhalyn y Alton... stranamente l'Accademia sembra essere riuscita a sopravvivere al nostro anno da Cadetti trascorso assieme!»
«Tristam Rafael Elhalyn y Alton ovvero uno dei gemelli della disgrazia, dom,» disse al compagno di Brydar, di cui ancora non conosceva il nome. «E sì, Bry, pare che siano tutti sopravvissuti! È quasi incredibile...»
«Una bella rimpatriata,» la voce di Alar li fece sobbalzare. Era comparso in silenzio alle spalle dei due comyn e si era fermato ad ascoltare con evidente interesse.
«Piantala Alar,» borbottò Dana. «Mi sta già venendo mal di testa. Almeno adesso capisco perché non vi sopportavo.»
Brydar passò lo sguardo dalla sorella a Tristam, poi si sedette accanto al compagno.
«Noto con piacere che non sono il solo che odia cordialmente,» un calcio da sotto il tavolo gli mancò la gamba per un soffio. «Vedi, Tristam, non è facile stare simpatici a Dana, soprattutto se si è dei comyn giovani e affascinanti.»
Tristam sogghignò. «Brydar, bisogna ammettere che tu non fai nulla per essere simpatico alla gente... Il nome Hastur ti ricorda nulla?»
«Quando ho lasciato Thendara era ancora al suo posto, ma parlavano di una promozione... a capo di una guarnigione da qualche parte lungo il Valeron.»
Duane si voltò a fissare Brydar. «Il sottoufficiale Hastur? Quello che sembrava essere sempre sull'orlo di una crisi isterica?»
«Alar, ci porteresti del firi?» disse Brydar, annuendo in risposta al compagno. «Vedi, Trissy, Duane ha fatto solo un anno nei Cadetti, il primo mentre io ero al secondo, ed ha conosciuto alcuni dei nostri compagni e dei superiori.»
«Oh... dovrei dire che è stato un peccato allora non conoscerci prima. Avrete conosciuto anche l'ufficiale Syrtis allora?» sorrise e mandò mentalmente l'immagine dell'uomo, in alcuni momenti particolarmente divertenti, a Dana.
L'Amazzone scosse la testa. «Spero non vogliate emulare le vostre gesta anche qui,» commentò, più divertita che altro.
Il fratello rise di gusto. «Non credo,» rispose. «Adesso siamo molto più posati... e Elvas non fornisce tutte le attrattive di Thendara.»
Nel frattempo Alar era ritornato, con la bottiglia di firi richiesta, quattro bicchieri e una seconda bottiglia con dentro un liquido dal colore indefinibile.
«Vorrete festeggiare adeguatamente questa rimpatriata,» mormorò, versando poche dita di liquore nei bicchieri e posandoli davanti ai quattro commensali, evitando di guardare l'Amazzone per evitare domante sulla natura dello strano liquido.
Fu Duane il primo a sollevare il bicchiere. «La tua ultima creazione, Alar?» chiese, con tono poco convinto.
Il locandiere lo guardò con espressione offesa. «Non capisco perché nessuno si fidi dei miei liquori...» borbottò tra i denti, allontanandosi verso il bancone, la bottiglia stretta nelle mani.
La voce di Tristam rispose sussurrando: «Forse perchè non dichiara gli elementi di cui sono composti?» scoppiando in una risata, trattenuta e composta.
«Sfortunatamente è vero il contrario,» sospirò Dana, «molto spesso sono gli ingredienti che decanta che fanno passare la voglia di berli.» Nonostante il tono sarcastico delle sue parole, la donna bevve il liquore senza manifestare particolari reazioni, cosa che sembrò deludere il locandiere che, da dietro il bancone, la fissava ancora con interesse.
Fissando lo strano liquido nel bicchiere, Tristam considerò che la locanda, nonostante il proprietario, sembrava molto calda ed accogliente, e si ritrovò a pensare alle brande del dormitorio. Chissà se sulle casse poste ai piedi del letto c'era ancora la scritta che aveva inciso, o se era stata nascosta da mille altre?
«Dana, ogni volta che parlo con voi mi riservate delle sorprese. Suppongo allora che anche voi siate mia parente,» commentò poi.
La Rinunciataria sospirò. «Mi spiace deludervi,» rispose, fissando il fratello con un'espressione indecifrabile. «Mia madre è stata la prima moglie di nostro padre, la sua fu la terza.»
«Già,» confermò Brydar. «Dovrai sopportare solo me come parente del ramo Elhalyn... e quell'esiguo numero di Alton che girano per la Torre.»
«Beh, direi che da solo fai per dieci, anche se penso che la maturità ti abbia portato un minimo di giudizio in più,» ribatté sorridendo. «Secondo voi che ci ha messo dentro?» chiese, osservando con circospezione in controluce il liquido di cui li aveva serviti il padrone della locanda.
"Brydar, non mi presenti il tuo amico?" la voce mentale di Tristam aveva un che di ambiguo nel calcare l'ultimo termine.
Brydar sorseggiò il liquore con circospezione, scoccando un'occhiata irritata al cugino.
"Non metterti strane idee in testa," il tono non ammetteva repliche. «Mi accorgo ora di non aver terminato le presentazioni,» disse poi, ad alta voce. «Mia sorella la conosci già,» cominciò, indicando Dana con un ampio sorriso. «Questo invece è Duane Darriel McKee, mio attendente e...» fece una breve pausa, che ebbe il solo risultato di far scorrere un brivido gelato lungo la schiena del McKee, «mio bredu,» concluse, abbassando il tono e dando alla parola l'inflessione più adatta alla loro relazione.
"Se pensi questo di me non hai capito nulla, cugino," Tristam rispose acidamente al pensiero, continuando a voce alta. «z'par servu, Duane. È un vero piacere conoscere qualcuno che ha avuto il coraggio, forse dovrei dire la follia, di votare la propria esistenza a mio cugino,» concluse ridendo.
"Penso di non essere mai riuscito a comprenderti, parente," rispose Brydar, per nulla impressionato. "Ma la situazione non è quella che puoi immaginare conoscendomi."
"So di non conoscerti," il tono di Tristam si era addolcito e ora aveva una venatura inconfondibile di affetto, "sembra una brava persona... spero riesca a comprenderti... e a domarti," con uno sberleffo finale chiuse la comunicazione lasciando con un palmo di naso Brydar.
Dana aveva avvertito lo scambio di battute tra i due, ma si era tenuta educatamente in disparte. Non voleva certo sapere cosa potevano dirsi di così riservato e, ne era certa, non le sarebbe piaciuto se l'avesse appreso.
«È ora che torni verso la Gilda,» disse alzandosi. «Prima che Shonnach abbia il tempo di mandare in crisi Madre Gwennis con tutti i suoi sospetti sui nuovi arrivati di oggi.»
«Ma come?» chiese Brydar, alzandosi educatamente per salutarla, ben sapendo che la cosa l'avrebbe fatta irritare. «Ci lasci così presto?»
Tristam la guardò, realmente dispiaciuto. «Posso accompagnarvi fuori?» le chiese.
Dana passò lo sguardo prima sul fratello, evitando di soffermarsi troppo sull'espressione corrucciata di Duane, poi fissò Tristam. «Se non preferite restare,» disse, «non mi dispiacerebbe, comunque. Credo che sia anche venuto il momento di passare ai termini meno formali di cui parlavamo poco fa.»
Tristam sorrise. «Almeno permette... permettimi di accompagnarti fino alla Gilda. Credo che io e Brydar avremmo altre occasioni per parlare dei bei vecchi tempi, no?» a Tristam non era sfuggita l'espressione contrariata del McKee e, non volendo essere causa di dissapori, preferiva piuttosto defilarsi velocemente.
Dana annuì, salutando con un cenno Alar e sorridendo a Duane, avviandosi poi verso l'uscita, senza neppure considerare il fratello.
Tristam lanciò un breve saluto telepatico a Brydar, aggiungendo a voce un: «Arrivederci presto, miei nobili amici,» seguendo poi l'Amazzone verso l'esterno.
Brydar gli fece un cenno con la mano, allontanando poi il bicchierino con il liquore di Alar e finendo invece il sidro lasciato dalla sorella.
Duane seguì con attenzione l'uscita del cugino, mentre il senso di apprensione che gli aveva gravato sul petto fino ad allora stava lentamente trasformandosi in sollievo.
"Sei proprio uno stupido," si disse il McKee, non appena Tristam sparì dalla sua vista. "Anche peggio, se possibile..." e, per confermare la sua affermazione, tracannò in un sol sorso l'ultimo esperimento di Alar. "Ciò che non ci uccide ci fortifica... forse..."










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Disclaimers

Subito dopo l'incontro con Rael, Dana e Tristam hanno un dialogo chiarificatore che si conclude alla locanda, dove Tristam incontra Brydar, vecchio compagno ai tempi dei cadetti.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008