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[torna a Racconti][E.S.T. dE +2, maggio (29)] [Credits & Disclaimers]



L'incontro

Tristam Elhalyn Alton & Rael McKihan

Era al negozio di spezie a prendere alcuni aromi che nelle cucine erano del tutto assenti, una figurina piccola che arrancava a raggiungere gli scaffali più alti.
L'uomo dietro al bancone lo osservava cogitabondo, lisciando di tanto in tanto un pezzo di stoffa ruvida che utilizzava per raccogliere alcuni tipi di prodotti che si polverizzavano facilmente, creando una patina fastidiosa sul legno.
Un tonfo sordo sulla superficie del bancone indicò all'uomo che il ragazzino aveva deciso per un ulteriore acquisto.
Il pacchettino con le sue compere si stava gonfiando pian piano e, quando si girò per vedere ancora qualcosa, l'uomo lo vide spalancare gli occhi e prendere la direzione della porta a tutta velocità.
Il proprietario del negozio voltò placidamente il capo, incuriosito da quella precipitosa fuga, ma l'unica cosa che poté vedere fu un uomo dall'incedere altezzoso e dai lunghi capelli dai riflessi mogano.
Alzò le spalle e tornò a dedicarsi alle altre merci della piccola bottega, senza prestare ulteriormente attenzione alla scena che si svolgeva fuori.
Dopo poco le stanghette di legno appese sulla porta sbatterono fra loro con un suono cavo, annunciando un nuovo cliente. L'uomo si voltò, per nulla sorpreso di ritrovarsi nuovamente il ragazzino davanti, con ancora i vasetti in mano che, rosso in volto per l'imbarazzo gli mormorava qualcosa di inizialmente incomprensibile.
Ma di qualche parola dovette venirne a capo perché, dopo alcuni minuti, il ragazzino usciva di nuovo dal negozio, ancora con le gote arrossate dall'imbarazzo, e si avvicinava all'uomo che l'aveva distratto tanto da dimenticarsi ogni regola di buon'educazione.
Sorrise e fece un profondo inchino stringendo il sacchetto dei suoi acquisti.
«Vi trovo in buona salute, Signore.»
Il comyn lo guardò, scostando con una mano una ciocca di capelli ribelle che splendette sotto il sole accendendosi di un riflesso sanguigno.
«Sono felice di poter dire lo stesso di te... Rael,» rispose il Nobile Tristam, mentre un sorriso si apriva sul volto, un sorriso umano che nulla aveva a che fare col modo borioso che aveva poc'anzi.
Il giovane accanto a lui sembrava avesse deciso di fingersi una trottola perché si muoveva spostando il peso da un piede all'altro senza tregua e senza distogliere gli occhi dalla figura dell'uomo che aveva ritrovato.
«Oh... sto davvero benissimo.»
Forse un vago ricordo passò su quel giovane viso ma il sole era troppo caldo perché ricordi lugubri ristagnassero.
«E Voi? Come mai siete qui?»
L'idea che quelle domande forse fossero fuori luogo sembrò farsi avanti nella mente del giovane Rael, perché sembrò improvvisamente fermare il suo movimento perpetuo.
«Non sapevo potessi già uscire dalla Torre... e in ogni modo sto andando a vedere un luogo...» la frase sfumò in un tono misterioso e un imprevedibile sorriso birichino comparve sul volto del comyn, facendogli definitivamente perdere quell'aura di maestosità che pareva gravitargli attorno, «anzi, ti va di venire con me?» chiese chinandosi leggermente per guardare negli occhi Rael, molto più basso di lui.
Un sorriso che il sole si divertì ad illuminare comparve sul volto del ragazzo; era una buona risposta, a cui non servivano altre parole tranne quelle dettate da una naturale curiosità.
«Dove mi volete condurre?»
E già i loro passi si muovevano sull'acciottolato e Rael aveva ripreso a muoversi come se il solo camminare non potesse assolutamente accontentarlo.
«Segreto,» rispose misteriosamente il nobile superandolo, senza controllare che lo seguisse.
Camminarono a lungo, passando in mezzo a case in uno stato perfetto. Tristam camminava muovendo le lunghe gambe, canticchiando una canzone che Rael riconosceva ma non capiva, mentre il piccolo servo gli arrancava dietro tentando di stare al passo.
Finché Tristam non si fermò indicando quella che sembrava una casa, per quanto le condizioni non fossero del tutto buone. Il primo piano in muratura aveva visto tempi migliori ma nonostante le apparenze, anche al suo occhio inesperto, appariva solido e ben strutturato e avrebbe potuto reggere ancora moltissimo tempo.
Il secondo piano invece era pressoché distrutto e il tetto quasi del tutto crollato lasciava solo alcune parti in vista.
Rael forse si aspettava qualcos'altro o, semplicemente, non riusciva a comprendere cosa volesse dire per il Nobile Tristam quel luogo.
Lo osservò a lungo, avanzando nel giardino incolto. Osservò intensamente cercando forse di penetrare nel segreto che celava quel rudere ma che non voleva mostrarsi. Almeno così sembrò, quando si voltò sconfitto verso il comyn e sospirò sonoramente.
«Credo, di non comprendo appieno... forse per nulla...»
«Questo...» esordì l'altro, avvicinandoglisi a grandi passi per poi posare le mani sulle sue spalle facendolo ruotare verso la casa, «sarà il luogo in cui vivrò. La mia dimora insomma. So che non ha un bell'aspetto, ma ti posso assicurare che ha fondamenta solidissime e dopo una ripulita e una ricostruzione sembrerà un'altra casa,» il tono del nobile era venato d'orgoglio e felicità mentre gli spiegava le particolarità di quella pietra.
Ora sembrava che il più giovane valutasse quella struttura in un modo più selettivo... e non sembrava pensarla come il comyn. Sul suo volto gravavano pesanti dubbi che non volle esprimere perché, sopra tutto, sembrò prendere a cuore una questione sulle altre.
«Vivrete da solo?»
«No, ci saranno con me il mio falcone e Manto di Stelle...» rispose candido. «O... oh! Tu intendevi persone?»
«Beh... sì... ovviamente non potete vivere da solo. Chi preparerà per voi i pasti, terrà la casa, chi si prenderà... cura di voi?»
Mentre il tono allarmato come solo quello di un servo che non concepisce come un padrone possa servirsi da solo si affievoliva, compariva sul volto di Rael una certa espressione che gli aprì un sorriso.
«Oh sì, su questo hai ragione, ma tu servi la Torre e qui... beh, credo di aver abbandonato il mio titolo all'inizio di questo viaggio. Suppongo dovrò arrangiarmi. In fondo al monastero succedeva...» disse pensieroso il comyn grattandosi pensierosamente il mento ispido.
Le braccia di Rael sembrarono scattare all'unisono aprendosi, facendo cadere il pacchettino che con un tonfo morbido cadde sull'erba.
«Ma è una casa cosi grande, pensate di mantenerla da solo? L'erba! Lì l'orto, lo stabbio per gli animali! Dovrete tenerne: come farete a curarli? E poi siete giovane dovete nutrirvi bene; no non potete vivere da solo. Io sono ancora in debito con voi non potete!»
Sembrò, dopo quella valanga di parole concitate, che il ragazzino avesse finito tutto il fiato che aveva in corpo.
Tristam si limitò a guardarlo con un'espressione perplessa, inarcando un sopracciglio.
«Certo, se tu non fossi a servizio della Torre e se...» Ma non fece in tempo a finire che il piccoletto, quasi avesse avuto una molla dentro, si drizzò in tutta la sua (misera) altezza fissandolo con gli enormi occhi verdi, resi ancora più chiari dal riverbero della neve.
«Non c'è nessun ma: io posso lavorare in entrambi i luoghi. Vivevo pur aiutando in casa e lavorando al castello eppure nessuno si è mai lamentato del mio servizio.»
La sua voce ancora immatura cercava di sembrare così imponente che il tentativo era quasi comico.
Si era piantato ora di fronte al comyn con uno sguardo deciso che inaspriva i suoi lineamenti rendendoli, forse, un'ombra dell'uomo che si sarebbe affacciato nel mondo.
Il nobile Tristam lo fissò a lungo, inespressivo, sentendo la pelle pizzicare sotto la sferzata d'energia che Rael emanava.
«E sia, Rael, io ti prendo a mio servizio secondo la paga e le condizioni che tu detterai,» iniziò in tono grave e formale, posando una mano sul capo del McKihan ma, non riuscendo a portare a termine quella sceneggiata scoppiò in una risata argentina e pulita, reclinando leggermente il capo in avanti, così che il volto fu parzialmente coperto dalla chioma mogano.
«Sei forte ragazzino,» ammise, battendogli sulle spalle una manata cui forse infuse troppa forza.
Così, il pacchettino di spezie già bistrattato fu schiacciato sotto un piede di Rael che prese la cosa con la dovuta filosofia e si mise a ridere seguendo a ruota il nobile Tristam.









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Disclaimers

Rael estorce a Tristam la promessa di farsi aiutare da lui quando si trasferirà fuori dalla Torre.

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008