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! Questo racconto tratta anche di tematiche omossesuali,
se siete contrari all'argomento o se vi offende non procedete nella lettura !



Il Vento Fantasma

Autori Vari

A causa del clima, mantenutosi insolitamente caldo per i primi mesi invernali, la popolazione della valli dei Kilghard e degli Hellers cominciano a temere l'arrivo del vento fantasma e anche molti dei telepati di Elvas dotati dei doni di precognizione prevedono l'arrivo del vento fantasma... cosa che si verifica puntualmente!




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Giorno Uno

Daenerys e Kasentlaya (1)
Damon e Fiona
Kelan (1)
I telepati della Torre
Mikhail
Kelan (2)
Damon
Daenerys e Kasentlaya (2)
Shonnach
Aliciana
Dana e Illa



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La valle, poco fuori Elvas - mattina molto presto
     • Daenerys e Kasentlaya

Rys cavalcava a testa bassa, riflettendo sulla decisione presa. A cinquecento metri dalla Torre aveva iniziato a sentirsi in colpa. Avevano davvero fatto la cosa giusta? Non ne era più tanto sicura. Sentiva che stavano anteponendo i loro desideri alle necessità del Cerchio.
Quando Fiona avesse scoperto che erano partite senza avvertire si sarebbe sicuramente infuriata. Non voleva nemmeno pensarci.
Kas, che la seguiva, fece accostare il cavallo al suo. Il morello nero sbuffò con disapprovazione all'indirizzo della giumenta, che sembrava piuttosto eccitata per l'uscita fuori programma. Per tutta risposta Alita agitò le orecchie facendo finta di non sentire.
Per un buon quarto d'ora Kas restò a fissare Rys, incerta sui motivi del suo silenzio. L'unico suono era il battito ritmico degli zoccoli dei cavalli sulla pietra che si accordava al loro respiro creando una bizzarra melodia.
Alla fine chiamò la compagna. «Rys? Cosa c'è che non va?» l'altra si accasciò di più sulla sella, senza rispondere.
E se gli altri non si fossero più fidati di loro? Lei non voleva deludere nessuno. Ad Elvas aveva trovato una nuova casa, una nuova vita. Non voleva essere costretta a cambiare tutto di nuovo.
Kas la chiamò un'altra volta, spazientita. «Rys? Mi stai a sentire o no?»
In realtà la giovane sapeva perfettamente a cosa stesse pensando la compagna, ma voleva che fosse lei a dirglielo. Rys però continuava a non badarle, come se lei non fosse nemmeno lì. Seguendo un impulso improvviso Kas diede una manata sul posteriore della giumenta bigia facendola partire al galoppo su per il sentiero. Rys venne violentemente strappata alle sue meditazioni e con un grido allarmato cercò di fermare Alita.
La cavalla però sembrava gradire quel diversivo e non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Kas osservò divertita Rys che cercava di stringere il morso per far rallentare la giumenta. Restò un poco stupita nello scoprire quante imprecazioni la compagna conoscesse, persino più di lei che pure aveva udito spesso i soldati del padre discutere animatamente.
Alla fine Rys riuscì a fermare Alita proprio sulla cima della collina che dominava Elvas. Si voltò giusto in tempo per scorgere Kas che si aggrappava alle redini con decisione mentre il morello si lanciava su per il pendio. Avrebbe voluto dirgliene quattro, ma fu impegnata per alcuni secondi a litigare con la sua cavalcatura.
Alita, visibilmente contrariata per la fine del divertimento, cercava in tutti i modi di liberarsi della cavallerizza recalcitrante, scuotendo nel contempo la testa con fare minaccioso.
Vedendo l'amica in difficoltà Kas fece accostare di nuovo il cavallo che avvicinò il muso a quello della giumenta sbuffando per calmarla. La cavalla sembrò chetarsi di fronte all'autorità dello stallone, di poco più vecchio, che ora la fissava come un padre potrebbe guardare una figlia scapestrata che gli da un mucchio di grattacapi (in realtà era tutta una finta... in quel momento avrebbe voluto esser solo in una stalla con lei...).
Quando Rys tornò padrona della situazione si voltò verso Kas... e qualsiasi rimprovero le morì sulle labbra. Restò a fissarla per alcuni secondi. Riusciva solo a pensare all'espressione maliziosa di Kas ed a quanto fosse giunta ad amarla e sentiva il cuore battere all'impazzata. Quando infine, traendo alcuni profondi respiri, riprese il controllo dei suoi sentimenti poté solo tirar fuori un fiacco e poco efficace: «Non avresti dovuto farlo!»
Il sorriso della sua compagna di avventure si allargò, se possibile, ancora di più: «Conosci il detto: 'cavalca che ti passa?'» poi tornò per un attimo seria e con aria di rimprovero proseguì, «e dove avrebbe imparato una tale volgarità una siffatta figlia di comyn?» Rys arrossì e abbassò lo sguardo fissando vergognosamente il terreno. Provava una strana voglia di giustificarsi.
Kas avvertendo il suo disagio le prese il mento tra le dita e le fece sollevare lo sguardo fino a che i loro occhi non si incontrarono.
«Non preoccuparti, scherzavo... sono solo invidiosa perché conosci più imprecazioni di me!» Le strizzò l'occhio scoppiando a ridere e presto la sua allegria contagiò anche Rys.
«Per un attimo ho pensato che ti fossi offesa...» le confidò Kas mentre riprendevano il cammino.
«Per un attimo,» rispose Rys, «avrei voluto sprofondare... avevi un tono così serio! Ma adesso sbrighiamoci, va bene che il rifugio non è distante ma non voglio arrivarci a notte fonda!»


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La Torre Verde, Elvas - mattina
     • Damon e Fiona

La notte era trascorsa abbastanza tranquilla, anche se Damon era restato sveglio a lungo, nella speranza che Kelan rientrasse dai suoi giri notturni. Poco dopo l'alba si era svegliato di soprassalto, convinto di aver percepito qualcuno sgattaiolare silenziosamente lungo il corridoio. Aveva perlustrato la stanza del MacAran, restando deluso nel trovarla vuota. Con cautela aveva esteso il controllo all'intero primo piano e, non trovando nulla, al pian terreno.
Tutto era silenzioso e, più tranquillo, si era rimesso a dormire. Mancavano poche ore alla sveglia e lo attendeva un duro lavoro con il Cerchio.
Quando sentì bussare con violenza alla sua porta, a Damon sembrarono passati solo pochi minuti. Mentre si alzava, brontolando tra i denti, si rese conto dell'intensità della luce che filtrava dalle tende e, quando aprì la porta ad un Manolo preoccupatamente serio, non poté fare nulla se non dargli il buongiorno.
L'umanoide attese pazientemente che si vestisse, poi lo condusse da Fiona, dove lei e Dana lo stavano aspettando.
«Buongiorno a voi,» sbadigliò il comyn. «Cosa è successo?» chiese poi, preoccupato dal silenzio e dalle espressioni delle due donne.
«Damon, abbiamo un problema,» esordì Fiona.
«Non il vento, spero...»
Dana scosse la testa. «Aliciana ti ha detto nulla a proposito di Kasentlaya o Daenerys?» gli chiese senza troppi preamboli.
Damon scosse la testa, negativamente. «No. È accaduto loro qualcosa?»
«Sono sparite,» rispose Fiona, il tono sembrava più deluso che preoccupato. «Sapevano che oggi c'era un lavoro difficile da fare, che il Cerchio era stato organizzato in modo da poter ricevere dei cambi in caso di necessità... e loro hanno deciso di andarsene in giro per la valle.»
«Potrebbe essere accaduto qualcosa,» cercò di giustificarle Damon, «non ci avranno pensato.»
«Appunto,» fu il laconico commento di Dana. «Chi verrà inserito nel Cerchio?» chiese poi, rivolta alla Custode.
«Kelan monitorerà, tu starai dentro.»
L'Amazzone si alzò, dirigendosi verso l'uscita. «Allora vado a mangiare qualcosa di più consistente,» disse, scendendo verso le cucine.
«Quando inizieremo a cercarle?» chiese Damon.
Fiona si alzò a sua volta, subito imitata dall'Aldaran. «Dopo il lavoro del Cerchio,» rispose. «Non è necessario mettere in agitazione anche gli altri, non riusciremmo più a fare nulla.»
Damon si inchinò leggermente, prima di uscire dalla stanza sulle orme di Dana. «Allora ci vediamo di sotto,» disse. "E cerca di calmarti..." aggiunse con tono scherzoso, non appena fu certo di essere fuori dalla portata della donna.
Fiona gli inviò uno sberleffo mentale, mentre pregava gli Dei di proteggere le due fuggiasche, soprattutto se avevano deciso di restarsene lontane per tutta la durata del prossimo vento fantasma.


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La Torre Verde, Elvas - tarda mattina
     • Kelan

Kelan vide lo stormo di gabbiani invertire la direzione del volo e cominciare a guidare verso la Torre le aquile reali di Damon, i corvi di Dana, i fringuelli di Shonnach, le gazze di Aliciana e le colombe di Loreena. Kelan si era assicurato che i loro cuori non perdessero un battito, aveva sciolto i loro muscoli contratti. Ed ora che le loro menti stavano tornando nei loro corpi, era il momento più difficile, doveva lasciar andare il controllo solo gradualmente, senza strappi. Quando li vide aprire gli occhi si permise un sospiro di sollievo, anche questa volta era andato tutto bene. Avevano fame, ma come sempre Manolo era lì, con vassoi pieni di barrette al miele e frutta secca per tutti. Kelan ne mangiò un paio mentre Dana chiedeva se c'erano stati problemi.
«No, anche questa volta è andato tutto bene, qualche muscolo contratto e niente più. Ma adesso scusami,» si diresse da Fiona che, seduta sulla sua poltrona di velluto rosso, sorbiva da una tazza di fine porcellana, del jaco bollente.
«Fiona, pensavo di uscire per andare a cercare Kasentlaya e Daenerys,» le disse sottovoce, visto che non era stata ancora comunicata la notizia della fuga agli altri.
«Va bene, se le trovi portale qui immediatamente, non essere duro con loro.»
«Sarò impassibile, ma poi neanche tu sii troppo dura, sono giovani, forse avevano bisogno di solitudine per capire cosa fare di loro stesse, soprattutto Daenerys.»
Fiona lo guardò con uno sguardo fintamente severo.
«Va bene, Kelan, se trovi anche solo una lieve traccia informaci.»


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Le cucine della Torre, Elvas - pomeriggio
     • I telepati della Torre

Il lavoro si era concluso in notevole ritardo rispetto a quanto programmato. Ma, considerando anche l'assenza ingiustificata di Kasentlaya e Daenerys, tutto era andato nel più liscio dei modi.
Il gruppo di telepati, pur essendosi rifocillato subito dopo la conclusione dei lavori, si era riunito nelle cucine per poter mettere sotto i denti qualcosa di più sostanzioso e stava dando fondo a tutte le riserve della Torre.
«Non riesco a spiegarmi perché non siano venute,» commentò Aliciana, guardando interrogativamente Damon. «Kas non mi ha detto nulla, anche se, devo ammetterlo, si stava comportando un po' stranamente.»
Shonnach batté con forza un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare le stoviglie. «Sapevi che aveva in mente qualcosa e non ci hai avvisato?»
«Ha solo detto che si comportava in maniera strana,» la interruppe Damon, cercando di proteggere la sua amata dalle ire dell'Amazzone. «Anche tu lo fai, molto più spesso di Kas, e nessuno dice mai nulla.»
«Almeno ho dei buoni motivi per farlo,» borbottò la donna. «Se qualcosa fosse andato storto, se non fossimo stati in grado di portare a termine il lavoro, tutto il villaggio ne avrebbe risentito.»
«Se non avessimo ripulito quella parte di dorsale, nessuno dei contadini sarebbe stato in grado di coltivare nulla... tranne che pietre,» confermò Loreena, forse la più ferrata in materia, avendo trascorso la prima parte della sua vita in un villaggio e non in un palazzo o rinchiusa in una Torre.
"La stagione è fin troppo favorevole," ribatté Patrick, arrivato a metà discussione con Anndra e Mikhail, ma già perfettamente informato dei problemi causati dalla sparizione di Daenerys. "Se non fossimo riusciti a fare qualcosa oggi, lo avremmo fatto domani."
Mikhail ridacchiò. «Come dici tu, la stagione è troppo mite per essere ancora inverno,» disse,«quando tornerà il freddo, le possibilità di lavorare gli strati più profondi del terreno sarà impossibile per loro, soprattutto se non frantumiamo prima tutti gli ostacoli troppo grossi per essere rimossi.»
«Grazie, Mikh,» gli sorrise Loreena. «Non ti facevo così esperto in materia.»
«Colpa di mia nonna,» sospirò l'Ardais. «Aveva una passione per i suoi mezzadri e, più di una volta, ha costretto i Cerchi della Torre di Neskaya ad eseguire lavori come quello che abbiamo fatto oggi e che, da secoli, non venivano più eseguiti.» Mikhail fece una breve pausa, scurendosi in volto e fissando lo sguardo su Damon e Shonnach. «Restano, però, due problemi,» riprese. «Scoprire cosa stanno combinando Kas e Rys e, soprattutto, decidere cosa fare se il bel tempo continuerà.»
Lo sguardo di Damon si fece cupo. «Forse è giunto il momento di parlarvi di una cosa,» disse, incerto, scrutando le espressioni dei compagni attorno a lui. «Ho avuto una premonizione, ieri,» continuò cautamente, «tra due giorni il vento fantasma spazzerà la valle, colpendo in pieno anche il villaggio.»
Un istante di silenzio seguì le sue parole, subito sostituito da una cacofonia di voci che si sovrapponevano. Tutti volevano saperne di più. Che tipo di premonizione, se ci sarebbe stato pericolo, se dovevano fare qualcosa, se sarebbero stati costretti a lasciare la valle. Solo l'intervento deciso di Shonnach, che zittì il gruppo con un potente fischio, permise all'Aldaran di riprendere la parola.
«Non ci sarà pericolo, almeno non per noi qui nella Torre,» disse, tranquillizzando le giovani comynare, mai coinvolte in eventi del genere. «Fiona e Dana prepareranno una sorta di droga che permetterà, a chi lo desidera, di evitare qualsiasi effetto il polline possa produrre.»
"Come lo impedirà?" chiese Patrick, senza riuscire a nascondere la preoccupazione. Il vento fantasma era una di quelle cose che gli avevano fatto studiare, ma non aveva capito esattamente cosa fosse e, tanto meno, riusciva a capire come si potessero evitare gli effetti di qualcosa di così volatile come il polline di kireseth.
«Utilizzando una droga a base di raivannin, suppongo,» rispose Loreena. «Farà dormire chi la prenderà e, diminuendo le capacità legate al laran, permetterà all'organismo di resistere agli effetti del polline.»
«E chi non volesse prenderla?» chiese Aliciana, guardando di sottecchi Damon.
«Credo non ci possano costringere,» rispose Mikhail. «Ma, per lo meno, chi non sarà in vena di avventure potrà stare tranquillo.»
«Posso dirvi a chi toccherà per forza,» ribatté invece Loreena. «A me non sarà permesso restare sveglia, così come a Patrick,» sorrise al giovane che la guardò quasi con riconoscenza, «ad Amyra e a Fiamma, soprattutto fino a quando le condizioni di Fiamma non si saranno stabilizzate.»
«Contate dentro anche me,» la voce di Shaya fece sobbalzare i presenti, che non si erano accorti del suo arrivo. «Non ho nessuna intenzione di correre il rischio di incenerire qualcuno con un fulmine!» disse in tono forzatamente scherzoso.
«Non posso ancora dirvi cosa farò, ma se non sarà un rischio per i gemelli, anche Elaine ne prenderà una dose,» fu il turno di Anndra.
«Mi sembra che Fiona avrà poco lavoro, visto che tutti sono già così decisi su cosa fare,» dichiarò divertito Mikhail. «Ora vi saluto, ho bisogno di prendere un po' d'aria,» disse, accompagnando le parole con un elaborato inchino.
Subito dopo le giovani telepati della Torre ripresero ad assillare Damon e Anndra con mille domande, sul vento, sulla droga, su quello che sarebbe potuto accadere, su cosa avrebbero fatto gli altri... e così via. Mikhail sorrise soddisfatto, lasciandosi alle spalle il chiacchiericcio indistinto e dirigendosi verso la tranquillità delle Terme.


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Sulla Torre Verde, Elvas - tardo pomeriggio
     • Mikhail

Mikhail si sentiva stanco.
Avevano passato l'intera mattinata a lavorare su una stupida griglia di matrici che non ne voleva sapere di funzionare e l'assenza ingiustificata di Daenerys e Kasentlaya aveva costretto gli altri telepati ad un superlavoro per riuscire a terminare quanto in programma.
Ma non era solo quello il problema. Si sentiva sempre più a terra per l'assoluta mancanza di un compagno.
Aveva passato l'intero inverno, insolitamente clemente per quelle latitudini, nella speranza di veder arrivare qualche volto familiare assieme ai viaggiatori di passaggio.
Tutte le volte che una nuova carovana si fermava nel villaggio e lui varcava l'entrata dello Scoundrel, sperava di vedere al tavolo di Illa anche qualcuno dei suoi uomini... ma la sola testa rossa presente accanto alla mercenaria era sempre quella di Dana.
Era una fortuna che nessuna delle due fosse troppo affettuosa nei confronti dell'altra. Solo chi era a conoscenza della loro relazione poteva cogliere quei minuscoli gesti che, agli occhi degli altri, non rivestivano alcun significato particolare.
La loro era la sola coppia che Mikh poteva frequentare senza correre il rischio di cadere in depressione.
Tutto ai suoi occhi veniva ingigantito nel peggiore dei modi: Damon e Aliciana, pur essendo ancora fermi ad innocenti schermaglie amorose, erano di uno zuccheroso da far venire il mal di stomaco. Trovava Benton e Liriel altrettanto stucchevoli e anche Shann e Madre Gwennis sembravano ai suoi occhi fin troppo affettuosi e sdolcinati.
Se non trovava subito un modo per sfogare la tensione repressa correva il rischio di trovare disgustosamente romantici anche gli incontri clandestini tra Alar e Shonnach!
Se non fosse stato per la preoccupazione che sembrava aver travolto gli occupanti della Torre alla premonizione di Damon riguardo un prossimo vento fantasma, Mikh si sarebbe quasi messo in appostamento per far cadere la vittima adatta in una trappola allo scattare delle prime avvisaglie della tempesta di polline.
Il solo problema era che l'unico ad essere adatto a questo ruolo di vittima sacrificale sembrava essere ai suoi occhi il povero Patrick e, neppure sotto l'effetto del Vento Fantasma, Mikh voleva essere responsabile di qualsiasi danno nei suoi confronti.
Così, dopo una lunga pausa di riflessione alle Terme, senza essere riuscito a sfogare la sua tensione in una salutare chiacchierata con la Vedova impegnata in oscuri lavori di manutenzione, Mikhail si era ritrovato solo sul tetto della Torre ad osservare il cielo minacciosamente sgombro da nubi.
Stava per tornarsene nella sua stanza quando, spuntando dal nulla, Manolo fece la sua comparsa sul tetto.
Mikh restò ad osservarlo rapito, mentre l'umanoide riponeva alcuni degli attrezzi che solitamente utilizzava per tenere le pareti della Torre libere da pericolosi rampicanti.
«Di corvée anche oggi?» chiese Mikhail, cercando di non perdere nessuno dei guizzanti movimenti dei muscoli di Manolo.
L'umanoide lo guardò con espressione interrogativa, strappando un sorriso all'Ardais.
«Non approfitti di queste belle giornate per prenderti un po' di riposo?» Manolo scosse vigorosamente la testa. «Dovevo immaginarlo,» continuò Mikhail. «Scommetto che non sai neppure cosa voglia dire stare con le mani in mano.»
Manolo si era appoggiato contro il bordo irregolare che delimitava il tetto, residuo dell'ultimo piano della Torre andato distrutto durante il terribile incidente che aveva devastato valle e villaggio nelle Ere del Caos.
«Ti capisco,» sospirò Mikh. «Anch'io ho avuto a che fare con la nostra Fiona, il tempo ha un po' smussato gli spigoli, ma il carattere di ferro che la contraddistingueva durante i primi anni come Custode a Neskaya non è cambiato.»
Il volto di Manolo si era illuminato.
«Adesso non venirmi a dire che da quando la conosci non è mai stata severa. È naturale che con te abbia sempre avuto un occhio di riguardo. Dopo tutto vi conoscete fin da quando era bambina,» l'Ardais fece una pausa, guardandosi in giro come per assicurarsi che non ci fosse nessuno ad ascoltarli. «Non ti dico che invidia mi ha sempre fatto, con te accanto come una sorta di angelo custode.»
Mikhail si appoggiò al parapetto, fissando il nulla davanti a sé.
Manolo, non si sa quanto interessato a questo diversivo, lasciò per un istante gli strumenti da lavoro e si fermò accanto al telepate, la schiena contro il parapetto e le braccia incrociate sul petto, come in attesa.
Lo sguardo Mikhail era triste e l'aitante presenza dell'umanoide non sembrava essere sufficiente a risollevargli lo spirito.
«Credo di avere bisogno di un po' di distrazione, Manolo.» L'umanoide si limitò ad annuire, senza cambiare posizione. «Alar è troppo impegnato con i suoi vecchi amici per pensare ad organizzare qualche battuta di caccia e, di sicuro, non ho nessuna intenzione di chiedere a Shonnach di farmi compagnia,» persino Manolo sembrò assumere un'espressione inorridita al pensiero. «Certo, hai ragione,» proseguì Mikh, come rispondendo ad una domanda dell'altro, «ma andare da solo non migliorerebbe la situazione. Ho bisogno di distrarmi e gironzolare in mezzo alla foresta in solitudine non farebbe molta differenza.»
Manolo si voltò verso la valle, posando i gomiti sul parapetto ed assumendo la stessa espressione di Mikhail.
Il telepate sospirò. «Trovare qualcuno qui? Credi che non ci abbia pensato?» Manolo scosse la testa tristemente. «All'inizio pensavo sempre a Domenic, a cosa stava facendo a Caer Donn, se la sua storia con quella giovane stava andando avanti o se era tutto finito.» Fece una breve pausa, sospirando sonoramente. «E come?» Chiese divertito, ormai il dialogo tra i due era inarrestabile. «Vedere Diotima tutti i giorni non aiuta di certo a non pensarci. Però poi ho conosciuto Renaldo... e le cose non sono migliorate. Mi hai sentito anche tu fare discorsi degni della nostra cara Vedova!»
Manolo aveva posato una mano sulla spalla di Mikhail, in segno di comprensione, attendendo che il telepate continuasse con il suo sfogo.
«Ricordi, quando Illa è arrivata, poco prima dell'inverno, sono riuscito ad incontrarlo,» Manolo annuì vigorosamente. «Un breve istante, solo un paio di parole scambiate sulla via per Caer Donn... poi? Un inverno passato nel ricordo di quel breve istante. Come se ad un individuo come Renaldo potesse interessare un comyn viziato e insofferente come me!»
Mikhail rise di gusto nel vedere l'espressione inorridita di Manolo.
«Non puoi negare che, agli occhi di un mercenario della stessa pasta di Illa, io non possa sembrare altro. Sicuramente avrà trovato di meglio a Caer Donn, mentre io mi sto consumando nei ricordi.»
Il silenzio calò sui due, lo sguardo di entrambi puntato in direzione del lontano Dominio Rinnegato.
«E adesso? Questa storia del Vento Fantasma,» Manolo era a conoscenza della premonizione avuta da Damon e, ancora di più, poteva percepire il riscaldamento dell'aria proveniente dalle alture, chiaro segno di una inevitabile apertura dei fiori selvatici, kireseth compresi.
«Ieri mattina mi sono ritrovato alla Terme con Patrick,» Mikhail sospirò tristemente. «A vederlo mi ricorda tanto Renaldo. Alto, capelli rossi e uno sguardo sempre attento ma incredibilmente triste... è una fortuna che ci fosse così tanta confusione intorno, altrimenti quel povero ragazzo sarebbe restato sconvolto dai pensieri a cui mi sono lasciato andare.»
Manolo si sedette sul muro sbrecciato, apparentemente interessato a questa improvvisa svolta nella narrazione.
«No, Manolo, non posso neppure provare ad immaginare quale potrebbe essere la sua reazione. Sono certo che non è nella sua natura una relazione come quella che potrei offrirgli.»
Manolo sospirò tristemente, tornando a voltarsi verso le montagne.
«Siamo d'accordo, però basta che tu faccia caso a come guarda Daenerys. È chiaro che non potrebbe essere interessato a un altro tipo di relazione. E il vento fantasma non mi aiuta di certo.» Manolo lo guardò interrogativamente. «Posso resistere a qualsiasi tipo di impulso mi scateni la vicinanza di Pat ma, sotto l'influenza del Vento... beh, non sarei più in grado di gestire nulla.»
Manolo si voltò verso l'apertura che conduceva ai piani inferiori della Torre, un'espressione sconcertata sul volto.
«So benissimo che Fiona lo ha già incluso nel numero di quelli che verranno resi inoffensivi per tutta la durata del Vento,» Mikh sorrise tristemente a Manolo, prevedendo la prossima obiezione. «Lui sarà sotto l'effetto inibitore di qualche droga che bloccherà i suoi centri del laran e lo farà dormire tranquillo... ma io non ho nessuna intenzione di farmi addormentare. Cosa potrei fare a quel povero ragazzo mentre è in stato d'incoscienza?»
Manolo scosse vigorosamente la testa, al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere.
«Cosa farò? Me ne andrò a caccia,» Manolo assunse un espressione ancora più preoccupata. «Cosa potrebbe capitarmi? Non ho intenzione di vagare per tutta la durata del vento, mi cercherò un rifugio tranquillo, chiuderò per bene tutte le entrate e aspetterò... se sono fortunato potrei anche vivere un'esperienza esaltante.»
Manolo gli diede una leggera spinta, facendogli per un attimo perdere l'equilibrio.
«Allora siamo d'accordo,» ribatté Mikh, «ti racconterò tutto al mio ritorno.»
Manolo riprese a sistemare i suoi attrezzi, considerando chiusa quella bizzarra chiacchierata. Mikhail restò a guardarlo interessato, senza neppure porsi il problema di quanto l'umanoide potesse aver compreso dell'intera faccenda. Comunque, restava il fatto che ora aveva le idee molto più chiare rispetto alle sue prossime mosse.
Restava solo da stabilire quando sarebbe venuto il momento più adatto alla partenza per la sua battuta di caccia in solitaria.


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Lungo la valle di Elvas - tramonto
     • Kelan

Kelan aveva percorso alcuni sentieri attorno al villaggio, senza trovare traccia delle due ragazze, sedendosi alla fine sotto un albero, sondando l'aria alla ricerca di un uccello con cui sorvolare la valle. Ma anche questa seconda e più approfondita ricognizione fu inutile.
Ormai era quasi il tramonto quando decise che era ora di tornare alla Torre per unirsi agli altri per cena. Si diede alcune manate sui pantaloni per scuoterne via la terra e si avviò, sperando in cuor suo di ritrovare le fuggiasche al sicuro entro i confini del villaggio.


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La Torre Verde, Elvas - sera
     • Damon

La sera cenarono alla Torre in compagnia di quasi tutti gli altri componenti del Cerchio di Fiona. Damon fu felice di vedere anche Kelan presente, mentre non si stupì del fatto che, come sempre, Dana avesse preferito fermarsi allo Scoundrel con Illa.
L'atmosfera nella sala era allegra, ma si chiedeva se questa allegria fosse spontanea o necessaria per mascherare un po' la tensione che si stava accumulando in tutta la popolazione di Elvas.
Anche se la notizia della sua premonizione era stata comunicata agli altri telepati della Torre con toni volutamente leggeri, era chiaro che la bella giornata appena trascorsa, e la serata senza nessun accenno di pioggia, avevano già cominciato a preoccupare i più pessimisti.
Aliciana, seduta di fronte a lui, era intenta a ripulire il piatto della deliziosa pietanza, mentre ascoltava, insieme agli altri, i commenti sulle ultime notizie che erano circolate fra le Torri di Darkover e catturate dalla loro rete di relè.
Damon continuava a guardare Aliciana.
La sua mente stava ripensando alla giornata che stava volgendo al termine, ripetendosi che era una di quelle giornate apparentemente normali, ma che difficilmente si potevano dimenticare. Il duro ma perfetto lavoro con il Cerchio, lo splendido pomeriggio trascorso insieme a lei nei prati della valle di Elvas, una piacevole situazione che stava diventando una insostituibile abitudine...
«Damon, allora qual è la tua opinione?»
... la preoccupazione che il vento fantasma avrebbe potuto costringerli a modificare in maniera irrecuperabile quello che di romantico stava accadendo loro.
Per la prima volta sentiva...
«Damon?»
... di voler odiare quel luogo che stava per obbligarlo a qualche cosa che non voleva fare: ma poi i suoi occhi si fermarono sul sorriso di Aliciana e contemplò la sua bellezza.
I suoi occhi così azzurri...
«Damon? Ma ci sei?»
... che potevano gareggiare con l'azzurro della matrice, i capelli di un rosso che avrebbe fatto invidia al loro sole...
Sentì una gomitata arrivargli al fianco destro: Shonnach, che sedeva accanto a lui, lo destò dai suoi pensieri.
«Damon! Ci sei? Ti stanno chiamando!» disse Shonnach.
«Sì, l'innamorato perso qui è solo un po' preso dai suoi pensieri, ma fisicamente è con noi...» aggiunse Kelan in tono beffardo.
Damon si riprese in tempo per udire gli altri commensali che ridevano e arrossì un poco, poi guardò Aliciana e vide che anche lei stava sorridendo, ma felice per quello che era accaduto.
«Ehm... sì? Ero un attimo distratto: che cosa c'è?» chiese.
«È proprio cotto!» riprese Kelan, ma al di là della battuta, Damon percepì una stonatura nelle parole del suo bredu.
«Beh, sì, ha avuto una giornata pesante: ha trascorso buona parte del tempo ad insegnare a questa sua pessima allieva!» Cercò di alleggerire Aliciana.
«No, non è vero,» disse Damon.
«Che cosa non è vero?» chiese la Custode: «Che hai trascorso l'intera giornata ad insegnare ad Aliciana o che è una pessima allieva?»
«No, Aliciana non è una pessima allieva, anzi, apprende molto in fretta,» concluse Damon.
«Bene: sono molto contenta che l'addestramento dei nuovi telepati prosegua nel migliore dei modi,» sentenziò la Custode.
«Comunque,» disse Anndra, «prima di questa divagazione, stavamo discutendo se non valesse la pena di potenziare ulteriormente la nostra rete di matrici per poter espandere le possibilità di interazione della nostra Torre. E ci chiedevamo quale fosse la tua opinione.»
«Potenziare ulteriormente la nostra rete?» domandò Damon.
«Certo, così avremmo maggiori possibilità di comunicazione con le altre Torri di Darkover,» aggiunse Loreena.
«Siamo in una situazione di stallo: metà di noi ha espresso parere favorevole e metà sfavorevole. La tua opinione è decisiva per il verdetto di questa discussione,» concluse Fiona.
«Sì, ma so già cosa risponderà: è meglio potenziare!» aggiunse ironica Shonnach.
«Desumo che tu sia schierata con la parte dei non potenziamo,» constatò Damon.
«Certo!» confermò la Rinunciataria.
«Beh, penso che la cosa migliore per Elvas, in questo momento, sia proprio non potenziare la nostra Torre.»
L'affermazione di Damon lasciò qualcuno a bocca aperta, altri soddisfatti della risposta.
«Vuoi ripetere?» chiese Kelan meravigliato: tutto si sarebbe aspettato ma non che il suo più caro amico rinunciasse di sua volontà a migliorare la Torre che tanto amava, gli sembrava quasi assurdo!
«Lo ammetto, il fatto che si possa potenziare la nostra Torre è una cosa che mi alletta molto e farei di tutto per poterlo fare. Senza togliere nulla all'attuale Cerchio, sarebbe bello averne un secondo, soprattutto per dividere i carichi di lavoro. In tal caso, però, sarebbe necessaria una seconda Custode, e al momento non l'abbiamo ancora. Potenziare la nostra rete di matrici sarebbe anch'essa una bella idea. Ma ci creerebbe un problema. In questo momento la Torre di Elvas è piccola e - parliamoci molto chiaramente - non può certo affrontare nessun altra Torre o ignorare decisioni della comunità del pianeta. Ma finché gli altri ci vedono come piccoli noi possiamo godere del fatto che ci possano ignorare. Viceversa, se ci mostriamo sempre di più - e il potenziamento della nostra rete di matrici provocherebbe questo - ci sarebbero sempre meno persone disposte ad ignorarci. Qualcuno di voi è stato nel sopramondo recentemente a guardare la proiezione astrale della nostra Torre? Non a vedere, ma a guardare! Noterete che sta crescendo e che non è più così irrilevante come all'inizio: sta prendendo forma e la sua immagine diventa sempre più visibile,» Damon attese un attimo e poi proseguì: «No, decisamente è meglio attendere: potenzieremo la nostra Torre solo in seguito, quando anche noi saremo pronti per gestirla.»
Le argomentazioni di Damon lasciarono un po' tutti immersi nei rispettivi pensieri. Poi la Custode concluse: «Bene, allora attenderemo.»
«Che si fa ora?» chiese Loreena.
«Un po' di musica?» propose Anndra.
Damon allungò la sua mano verso quella di Aliciana e le toccò leggermente il braccio.
«Ti va di suonarci qualche ballata con il tuo rryl?» le chiese, mentre con la mente aggiungeva: "Mi piacerebbe tanto ascoltare la tua voce e vederti cantare."
Aliciana arrossì leggermente, poi lasciò il tavolo e raggiunse le scale.
Ritornò dopo qualche minuto con in mano il suo rryl; nel frattempo la tavola era stata sgombrata e tutti si erano preparati ad ascoltare un po' di musica.
La serata proseguì con l'esecuzione di varie ballate. Aliciana ne conosceva veramente parecchie.
Ad un certo punto, tutti si meravigliarono vedendo Manolo arrivare accanto alla Custode e porgerle il suo rryl. Sembrava trattarsi di una sua iniziativa, in realtà era bastato un semplice sguardo tra Fiona e Manolo e l'umanoide aveva compreso il desiderio della sua protetta di volersi unire ad Aliciana. In fondo, probabilmente Manolo era l'essere che più di tutti aveva passato il suo tempo insieme alla Custode di Elvas.
Fiona si sedette accanto ad Aliciana. Si accordarono per la nuova ballata da eseguire insieme e poi cominciarono la complessa esecuzione.
Dopo altre ballate, Aliciana e Fiona conclusero con quella che piaceva tanto a Damon e poi, dopo un meritato applauso alle due esecutrici, tutti si recarono nelle loro stanze.
Damon incrociò Kelan mentre si trovavano nell'ingresso e lo vide dirigersi verso la porta.
«Kelan, dove stai andando?» chiese.
«Fuori, non lo vedi?» rispose Kelan senza voltarsi.
«Perché fuori? È tardi ed è buio.»
«Buio? Lo sai che non ho bisogno di luce per vedere, basta che mi faccia aiutare da un qualunque uccello notturno e non ho problemi.»
«Lo so, ma perché non rimani alla Torre?» domandò Damon.
Kelan si voltò e rispose: «In questo momento preferisco stare fuori,» poi aprì la porta.
«Perché?» chiese ancora Damon mentre raggiungeva l'ingresso della Torre, ma non ci fu risposta.
«Perché?» urlò alle spalle di Kelan, mentre lo vedeva allontanarsi e dirigersi fuori dal paese.
"Un'altra volta Damon. Un'altra volta ti spiegherò: non ora," fu la risposta che giunse alla mente di Damon.


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Un vecchio mulino nella valle - tarda sera
     • Daenerys e Kasentlaya

Il rifugio che le due fuggiasche avevano scelto come nido d'amore si trovava ad una giornata di distanza da Elvas, ma a causa della loro andatura tutt'altro che frettolosa, le due arrivarono in vista dell'edificio solo dopo il tramonto del sole.
Era un mulino abbandonato, la cui ruota era ormai ferma da anni, a causa della deviazione che aveva subito il torrente che l'alimentava. Ora era diventato un rifugio per i viaggiatori, che Rys conosceva perché vi si era fermata con il fratello durante il loro viaggio verso Elvas. L'aspetto malconcio del casolare allontanava la maggior parte dei passanti, e l'abbondanza di rifugi in quella zona diminuiva ulteriormente le possibilità di essere disturbate.
Si accamparono in fretta e furia, lasciando i cavalli liberi nella stalla, sperando di non doversene pentire.
Accesero il fuoco e prepararono la cena; Kas, di fronte all'esorbitante quantità delle provviste celiò: «Rys... quanto hai intenzione di stare qui? Abbiamo provviste sufficienti per passarci un inverno, qua dentro! Meno male che eri un'ottima amministratrice!»
Rys avvampò, punta sul vivo: «È sempre meglio avere in più che in meno... pensa cosa succederebbe se scoppiasse una tempesta e fossimo bloccate qui... o se i cavalli scappassero, o se...»
«Basta, ti supplico! Stai facendo l'uccello del malaugurio! Questa dovrebbe essere una riposante vacanza, non un terribile incubo!»
Rys abbassò lo sguardo, ma poi le due amiche risero insieme; finito il pasto, prepararono i giacigli vicino al fuoco: «Vorrei tanto chiacchierare un po', chiya... ma il viaggio mi ha affaticato molto... avremmo tutto il tempo per consumare le nostre linguacce pettegole, vero?» Rys si stiracchiò sedendosi sulle sue coperte, mentre Kas caricava il fuoco con altra legna.
«Non preoccuparti, breda, anch'io ho un sonno a dir poco schiacciante...» si fermò un attimo di fronte al fuoco, lo sguardo fisso sulle fiamme, «chissà se alla Torre sono già in pensiero per noi... ci cercheranno ovunque, fisicamente e telepaticamente...»
Rys sbuffò: «Ma non ero io quella piena di preoccupazioni? E poi non preoccuparti, sicuramente Fiona e forse anche Aliciana hanno capito perfettamente cosa abbiamo fatto... e, se dovessero punirci, ne sarebbe comunque valsa la pena!» Concluse con un sorriso dolce ed al contempo malizioso.
Effettivamente Kas non avrebbe rinunciato a quei giorni con Rys nemmeno se la Custode l'avesse rincorsa fino a Caer Donn.
«Beh, speriamo che tutto vada bene, e che noi possiamo... divertirci senza che nessuno ne abbia a subire, né la Torre né noi... buonanotte chiya. A domani.» Kas si era già rannicchiata sotto le coperte.
«Guarda che sono qui ad un metro da te... pensandoci, è la prima notte che dormiamo insieme!» Rys sogghignò maliziosa, mentre sentiva una vampata di imbarazzo provenire dalla mente della compagna.
"Di cosa ti vergogni, stupidina? Non c'è nulla di male... Comunque buonanotte; ti voglio bene chiya."
Avvertì che Kas sorrideva e le mandava un abbraccio telepatico. Poi la stanchezza del viaggio ebbe la meglio su di lei; si addormentò con il sorriso sulle labbra, contenta di aver avuto il coraggio di realizzare quella sua pazza idea.


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La Gilda delle Rinunciatarie, Elvas - notte
     • Shonnach

Shonnach aveva gironzolato per il villaggio fino a tardi. La cena era stata più che soddisfacente e, doveva ammetterlo, era stata piacevolmente sorpresa dalla decisone di Damon di appoggiarla contro i fautori di un potenziamento della loro Torre.
Mentre attraversava la piazza, diretta alla Gilda, si fermò ad osservare l'alta costruzione che dominava l'intero villaggio, se non tutta la valle. La causa della sua prosperità e della sua rovina, con decine o forse centinaia di morti causate dal terribile incidente che l'aveva devastata.
Cercando si scacciare quei pensieri, Shonnach raggiunse rapidamente il portone della Gilda e si precipitò all'interno, senza salutare la sorella di guardia all'ingresso. Era combattuta dal desiderio di affrontare il vento fantasma, ma terrorizzata dalla certezza di quello che il suo donas, solitamente latente, avrebbe potuto causarle se scatenato dalla potenza del polline.
Sapeva di essere presa in giro a causa del proprio comportamento, ma non le era mai importato. Non poteva avere la certezza riguardo quello che sentiva e, nel dubbio, meglio non fidarsi di nessuna della sue percezioni, piuttosto che rischiare di essere colti di sorpresa da un reale nemico.
Distesa sul suo letto, cercando di cogliere e distinguere i rumori notturni della Gilda, Shonnach decise che avrebbe rimandato la decisone fino a quando Fiona non le avesse proposto di assumere la droga. Poi gli Dei avrebbero deciso per lei, anche se, sicuramente, non sarebbe stato per il suo meglio.


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La Torre Verde, Elvas - tarda notte
     • Aliciana

Aliciana quella notte aveva sognato. Aveva sognato un profumo sconosciuto, che le entrava nelle narici e la inebriava, facendole dimenticare tutto. Poi era giunto Damon, anche lui preda di un'euforia irrefrenabile, l'aveva abbracciata e baciata. Poi, si erano gettati, ancora abbracciati, in un prato fiorito di mille fiori azzurri e dorati... e Aliciana si era svegliata. La ragazza non era stata addestrata in una Torre, ma ci voleva veramente poco per capire di cosa trattava quel sogno... o forse visione: il vento fantasma.
Stava arrivando. Mano a mano che riprendeva coscienza, Aliciana se ne rendeva perfettamente conto: l'estate, il vento caldo che soffiava da ormai qualche giorno, giorni senza pioggia, sereni, che avevano fatto felici tutti i bambini di Elvas.
Damon non si era sbagliato nella sua premonizione! Era assolutamente chiaro!
Ripensando al resto della sua visione, Aliciana arrossì violentemente. Era inevitabile? O era solo una possibilità?
Aliciana sapeva bene che esistevano due tipi di preveggenza: quella che apparteneva alla famiglia Aldaran, la possibilità di vedere il futuro, con chiarezza e sicurezza; e quello degli Elhalyn: il terribile donas che dava la capacità di vedere tutti i futuri possibili; ma senza sapere quale fosse quello che si sarebbe realmente realizzato.
Renata, la sapiente di Armida, le aveva detto che lei possedeva il dono degli Aldaran; ma per la prima volta in vita sua desiderò che quello fosse solo uno dei futuri possibili. Certo, il contenuto della visione non era poi così spiacevole, soprattutto ripensando a quali erano i rapporti con Damon dopo gli eventi della Festa del Solstizio: ma Aliciana rimaneva pur sempre una comynara... e perdere la sua virtù sotto l'effetto del vento fantasma, non era sicuramente la sua massima aspirazione...
Con chi poteva parlarne? Chi le poteva dare conforto?
Di certo Kas l'avrebbe tranquillizzata... anzi, si immaginava già la scena: la ragazza più piccola che si metteva a ridere, dandole una sonora pacca sulla spalla, mentre le diceva che doveva essere contenta di stare finalmente un po' sola con il suo adorato Damon. Anche con tutto il bene che voleva all'amica, in quel momento aveva bisogno di un'analisi della sua visione e di un po' di esperienza, non dell'arguta ironia di Kas.
Ma Kas non era alla Torre in quel momento e, comunque, aveva bisogno di qualcuno che potesse giudicare la sua visione con lucidità. Qualcuno che sapesse cosa fare, che ne sapesse qualcosa più di lei in fatto di preveggenza.
Shaya. La sua amica aveva prestato servizio in una Torre, aveva le conoscenze adatte per aiutarla.
Era notte inoltrata quando Aliciana si era svegliata, ma non pensava di riuscire a resistere fino al giorno successivo: e se le immagini annunciate dalla visione fossero più prossime di quanto lei credesse? Era ormai più di un giorno che non pioveva.
Gironzolò un po' con la mente per la Torre, cercando di capire chi fosse sveglio e chi no.
Tutti stavano dormendo.
Ma lei doveva assolutamente parlare con la Aillard.
Si augurò che non si arrabbiasse troppo. Si alzò in fretta, drappeggiandosi velocemente una veste sulle spalle, e si precipitò alla stanza di Shaya, che si trovava sul suo stesso piano.
Fece sentire la sua presenza alla mente dormiente della ragazza, che pian piano, come sotto l'effetto di una debole carezza, si svegliò.
"Mi dispiace disturbare così il tuo sonno, Shaya; ma ho urgente bisogno del tuo aiuto. Ho avuto una visione... una visione che riguarderà tutta Elvas. Ho creduto utile venirne a parlare con te, dato che anche tu possiedi il donas della preveggenza. Posso entrare?"
"Certo, cara. Sarà un piacere aiutarti, se mi sarà possibile." Il tono di Shaya era tutt'altro che scocciato.
Aliciana entrò in punta di piedi, e si sedette ai piedi del letto.
La ragazza si alzò a sedere, sistemando la treccia, dietro al collo, e portando inconsapevolmente la mano alla matrice che aveva al collo: un gesto comune a moltissimi telepati.
«Raccontami la tua visione, Aliciana.»
«Riguardava il Vento Fantasma.» Aliciana arrossì al ricordo del suo bacio con Damon, a quale malizia e spudoratezza ci fosse in quel gesto: sapeva che questo dipendeva dagli effetti del vento fantasma, ma ciò non diminuiva la vergogna che provava. «Forse è meglio che te la faccia vedere e basta: mi vergogno troppo a raccontarla. E poi saranno molto più efficaci, anche per capirne la veridicità, le immagini rispetto alle parole.»
Aliciana selezionò le immagini che riguardavano il suo sogno, e le fece arrivare alla mente di Shaya.
La ragazza aggrottò la fronte e poi sorrise, mentre Aliciana tornava ad arrossire violentemente.
«Analizzando queste immagini, mi pare chiaro si tratti di una visione. Sono nitide, e non ci sono elementi di fantasia o altro, sempre presenti in un sogno comune. Sono immagini precise di ciò che accadrà... fra non molto, da quello che posso capire.»
«Come puoi sapere che accadranno tra poco? E poco quanto?»
Shaya ridacchiò: «Sembri terrorizzata da questo futuro... Mentre io pensavo che ne saresti stata contentissima!»
Aliciana arrossì ancora di più, mentre abbassava gli occhi sulle sue mani, che tormentavano la vestaglia che aveva indossato in tutta fretta.
«Posso capire che avverrà fra poco semplicemente osservando il tempo atmosferico, e da quanto tempo sono stabili le sue condizioni. I fiori di kireseth impiegano pochissimo tempo a sbocciare e a disperdere il loro polline nel vento. Essendo questa una valle disabitata da molto tempo, immagino che nessuno si sia preso la briga di controllare la presenza dei fiori, né tantomeno di estirparli. Anzi, anche se l'avessero fatto, li avrebbero lasciati lì, in attesa di vederne fiorire una quantità (modesta, si immagina, a causa del clima proibitivo di queste montagne) per raccoglierli, seccarli, e da essi realizzare il kirian e le altre droghe per i telepati. Penso che nessuno avrebbe potuto pensare ad un clima così stabile e bello, e per giunta così prolungato. Sono ormai...»
«Si, lo so, domani sarà già il secondo giorno che non piove! Ma pensi quindi che la mia visione sia assolutamente veritiera? Che non ci sia nulla per impedire che ciò che ho visto accada?»
«Ti dispiacerebbe poi così tanto, Aliciana? Tutti sanno ciò che c'è tra te e Damon. Sarebbe solo... il giusto coronamento del vostro amore!» Aliciana scosse la testa: non era assolutamente quello che pensava lei.
«No, Shaya. Io sono innamorata di Damon, questo è risaputo. Ma non siamo ancora fidanzati, né ci siamo mai baciati. Io immaginavo... che la nostra prima... effusione... sarebbe stata romantica e dolcissima, magari al chiaro delle lune, come la sua dichiarazione! Non voglio che accada mentre siamo preda di una droga che annulla la nostra volontà, lasciandoci preda dei nostri istinti più bassi!»
Shaya sorrise, comprendendo i sentimenti dell'amica. Non aveva mai pensato ai risvolti di quella situazione: chiaramente Aliciana era una persona molto romantica, ed ora che aveva trovato qualcuno da amare con tutta se stessa, voleva farlo attraverso tutte le tappe di una perfetta storia d'amore. Non poteva certo darle torto.
Tutte le comynare, o comunque la grande maggioranza, sapendo perfettamente che il loro futuro sarebbe stato deciso dai loro padri, senza che la loro opinione fosse nemmeno richiesta, si chiudevano nel sogno di un amore perfetto e totale, in un romanticismo utopistico e spesso deleterio; ma quello di un marito bello ed amorevole era l'unico sogno che le comynare potessero coltivare, senza la paura che un uomo lo rubasse loro; l'unica delusione di quelle illusioni, veniva, quasi sempre, dalla crudele realtà.
Aliciana era una figlia cadetta di un ramo minore della famiglia Alton, suo padre non l'aveva mai nemmeno notata per la sua bellezza o per la sua dolcezza, sua madre aveva fatto ancora meno. Ed insieme al sogno di diventare leronis era nato in lei anche il desiderio di essere amata, da qualcuno che la capisse, proprio come faceva Damon. E la volontà di creare tra loro qualcosa di profondo e duraturo, di puro e... sì, sublime e perfetto.
Shaya accarezzò i capelli della ragazza più grande, sentendosi in realtà molto più vecchia di lei. Sembrava quasi che la vita di Aliciana fosse veramente iniziata ad Elvas, e che prima, alla corte degli Alton, lei fosse stata solo un fantoccio nelle mani dei parenti ed incatenata al suo ruolo di comynara esemplare, o quasi.
«Ti capisco. Ma il kireseth non è una droga che distrugge, bensì una droga che libera: che libera dalle inibizioni, dai tabù, dai falsi pudori. È una droga che fa affiorare i nostri veri sentimenti, i nostri desideri più profondi. Ci fa... seguire il nostro cuore, se così si può dire! Capisco che tu possa avere paura, ma forse ciò che hai visto è evitabile. Se, quando la Custode deciderà che il vento fantasma è veramente vicino, rimarrai con lei e le altre ragazze, non dovrai temere che la visione si realizzi. Come ha detto anche Loreena, mi sembra una precauzione abbastanza scontata e sono certa che Fiona la prenderà.»
Aliciana continuava a tormentare la veste da camera, ma ora guardava negli occhi l'amica, sentendo di potersi fidare ciecamente delle sue parole.
«Ci penserò, Shaya, grazie. Ero venuta per una consulenza puramente tecnica, ma sei stata ancora più utile per uno sfogo colossale, mi sembra! Ancora grazie mille, e scusami se ti ho svegliata così... in piena notte... per questa sciocchezza.»
«So bene che per te non è una sciocchezza, Ali, e di conseguenza non lo è nemmeno per me. Se posso aiutarti in qualsiasi modo, amica mia, svegliami tutte le volte che vorrai!»
Le ragazze risero insieme, e dopo che Aliciana ebbe sfiorato delicatamente il polso di Shaya nel gesto di saluto abituale tra i telepati, lasciò la stanza.


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Northern Scoundrel, Elvas - notte fonda
     • Dana e Illa

Era già passata da un bel pezzo l'ora dell'appuntamento e Dana cominciava ad agitarsi nervosamente sulla sedia.
Se era normale che lei tardasse a presentarsi, era invece insolito che fosse la mercenaria a non comparire in perfetto orario e, quella sera, il ritardo si stava facendo preoccupante.
Lo Scoundrel era quasi deserto nonostante la bellissima serata o, forse, proprio a causa di essa.
Gli abitanti di Elvas, come quelli del resto delle valli che attraversavano gli Hellers e i Kilghard, sapevano che una giornata di bel tempo non era necessariamente una cosa positiva, specialmente se si presentava dopo un inverno stranamente mite e favorevole.
La maggior parte dei valligiani si era chiusa dentro le proprie case, meditando sulle precauzioni da prendere se anche l'indomani fosse trascorso senza pioggia o neve... mentre alla Torre ancora discutevano sulla premonizione di Damon concernente l'arrivo del vento fantasma.
Il rumore della porta che veniva aperta con decisione fece voltare l'Amazzone, ma sulla soglia si stagliò la figura dei fratelli McKee. Di Illa ancora nessuna traccia.
«Pensi che le sia capitato qualcosa?» la voce di Alar la fece sobbalzare, cosa che sembrò preoccupalo.
Dana scosse la testa negativamente. «No, non credo,» rispose, anche se non con la decisone che avrebbe voluto. «Se provo a contattarla percepisco solo una grande confusione... spero che non decida di restare fuori per tutta la notte.»
L'arrivo di Madre Gwennis e di Marisela riportò Alar dietro il bancone e Dana tornò ad immergersi nei suoi cupi pensieri.
Gli sguardi interrogativi delle due donne la convinsero ad abbandonare la taverna: non voleva dover spiegare ad altri il motivo della sua preoccupazione, fosse anche solo perché non riusciva neppure a spiegarla a se stessa.
Salutando Alar con un cenno del capo, Dana si rinchiuse nella camera di Illa e si rimise in attesa sprofondata nella poltrona davanti al caminetto.
Molte ore dopo, nell'oscurità appena rischiarata dalla fiamma orami spenta, Dana fu svegliata di soprassalto dal rumore dei battenti della finestra che sbattevano tra loro.
«Illa!?»
La mercenaria si era avvicinata in silenzio e le si era seduta in braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla e stringendosi a lei come un cucciolo.
«Illa?» Dana cercò di sollevarla, ma la donna si strinse ancora di più. «Si può sapere cosa diavolo...»
Le emozioni della mercenaria, rese completamente irrazionali dal polline di kireseth che aveva assorbito, la travolsero con la forza di una tempesta. Non era completamente fuori controllo, altrimenti non sarebbe riuscita a trovare la strada per il villaggio e per la propria camera ma, rispetto al solito, il comportamento della donna era completamente incoerente.
«Forza, alzati,» Dana considerò la possibilità di chiamare Alar per farsi dare una mano ma, percependo i suoi pensieri, Illa la forzò nuovamente contro la poltrona.
«No,» la voce impastata, come se ricordasse con difficoltà le parole. «Spogliati...»
Dana la guardò sospirando. «Fallo tu per prima.»
Illa strinse con forza la sua casacca e per un istante Dana ebbe la certezza che le avrebbe strappato di dosso tutto quello che indossava ma, dopo poco, la mercenaria sembrò cambiare idea. Si raddrizzò e, senza scendere dalle sue ginocchia, cominciò a togliersi uno strato di vestiti dopo l'altro.
«Adesso tu!»
Dana la spinse a terra poi, a fatica, fino al letto e sopra di esso. «Aspetta qui!» Le intimò quando, mentre lei si allontanava verso il mucchio di vestiti restati a terra, Illa fece la mossa di seguirla.
La mercenaria si infilò sotto le coperte, rannicchiandosi su se stessa con un'espressione truce sul volto, seguendo con lo sguardo ogni movimento della compagna.
Cominciando a spogliarsi, Dana andò a verificare i suoi sospetti. Ovunque fosse stata Illa, i suoi abiti erano ricoperti del polline dorato del fiordistella e, se il suo stato corrispondeva a quello dei vestiti, era inutile tentare di farla ragionare.
Raccolse gli abiti di Illa, mettendoli assieme ai propri, coperti anche loro dalla sottile polvere dorata. Per un istante sembrò indecisa poi, aprendo la finestra, raccolse un po' del ghiaccio che contornava il piccolo davanzale e lo mise assieme agli abiti dentro la piccola tinozza che la mercenaria utilizzava per le abluzioni mattutine.
Il nervosismo di Illa la investì come un cavallo lanciato al galoppo. Sotto di esso, di poco inferiore, l'eccitazione e il desiderio la raggiunsero con altrettanta forza.
«Breda,» sospirò Dana, entrando nel letto e sdraiandosi accanto a lei. «Se sei ridotta così adesso... cosa farai quando arriverà il vero vento fantasma?»
Illa non rispose e, dopo pochi minuti, anche la mente di Dana si era già completamente disinteressata alla risposta.









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Disclaimers

A causa del clima, mantenutosi insolitamente caldo per i primi mesi invernali, la popolazione della valli dei Kilghard e degli Hellers cominciano a temere l'arrivo del vento fantasma e anche molti dei telepati di Elvas dotati dei doni di precognizione prevedono l'arrivo del vento fantasma... cosa che si verifica puntualmente!

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Ultimo aggiornamento: 31/12/2008